Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Speciale n.8
Appendice 8: Dalla carta chinata alla
pellicola magnetica
parte I
E' un'attrazione fatale: Superman, Spider-man,
I fantastici 4, Flash Gordon, Iron-man, Asterix, Tex ... Si potrebbe
continuare, ma la lista è lunghissima e contiene film di generi vari. Qui, in
linea con la serie, parlerò solo dei gialli e dei noir che sono diventati film
con attori in carne ed ossa.
Non sempre l'operazione è riuscita. Il cinema
(secondo M. McLuhan) è mezzo caldo mentre il fumetto è freddo. Questo vuol dire
che la lettura dei comics richiede grande partecipazione e contributo del
lettore. Se un lettore di fumetti va a vedere il film, che lo dovrebbe
coinvolgere totalmente, non resta passivo. La magia del cinema, così, fallisce. Poi
c'è la qualità dei film... a volte piuttosto sciatti.
Dick Tracy
Il fumetto (apparso nel 1931) fu un successo
grandioso. Tutti lo conoscono: apparve in albi e nelle pagine dei quotidiani a
strisce sequenziali. Scatenò dibattiti su etica e ideologia del personaggio, ma
la qualità era tale che si sopirono tutte le critiche.
Il film (quello uscito nel 1990) è il nono
tentativo dopo otto da dimenticare. Un film da una botta e via. Nonostante il
cast galattico (Warren Beatty, Madonna, Al Pacino, Dustin Hoffman ... ) e il
grande sforzo produttivo non lasciò molta traccia. E' considerato dalla critica
"un lussuoso involucro con poco ritmo" e qualche ridondanza barocca. troppo elegante Dick, ha un cappotto di cammello che gli sarebbe costato un anno di stipendio, ma è solo un poliziotto, e incorruttibile!
Diabolik
Le sorelle Giussani, signore bene, un po'
annoiate, di Milano, nel 1962 decisero di divertirsi seminando terrore di
china. Nasce Il re del terrore, uno dei personaggi più longevi e più noto dei fumetti.
Nella terza puntata (vedi immagine sotto) appare anche Eva Kant una splendida 53 enne che ancor oggi
con lunghe cosce da modella e sguardo di gelido fuoco affascina e tormenta.
Diabolik, un onesto efferato delinquente a cui da la caccia il povero eterno
secondo Ginko, viene spesso aiutato dall'atletica compagna. Successo stellare.
Il film di Mario Bava (1968) cerca di
cavalcare l'apice del successo del fumetto, ma per il regista è come cavalcare
una tigre. J.P. Law è inespressivo e, nonostante la maschera, sfodera occhi persi
nel nulla incapaci (nonostante grandi dosi di ombretto e di mascara) di scatenare terrore. Marisa Mell, bonazza del cinema soft
erotico dell'epoca, è troppo bassa (vuoi mettere Eva!) e non ha la coscia abbastanza lunga. Anche
lei, in quanto a espressione, mostra solo un repertorio di due ammiccamenti,
erotici per l'appunto! Michel Piccoli, Ginko, sembra dire "ma che ci sto a
fare qui, io?" e impugna la pistola, una magnifica beretta M951, come uno scacciamosche.
Resta la qualità visiva, molto pop e con un
bel percorso tra la optical art, la pop arte le luci psichedeliche... tutta
roba che, a confronto coi forti chiaroscuri del fumetto, appare solo fine a se stessa.
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