domenica 27 dicembre 2015

Il Re del giallo italiano (VI)


 Giorgio I  "The King of noir"
Un re, due regni e un'abdicazione
Una vita tra il noir e il  rosa
 
Parte VI


Il cinema si tinge di noir
1967



Il cinema, fino allora timido (per via dell'onda noir) e restio (lo spaghetti western andava alla grande) a affrontare nuove frontiere, decide di girare un noir tutto italiano. Il film A ciascuno il suo di Elio Petri tratto (un anno dopo l'uscita) dal romanzo di Sciascia è forse il miglior film di uno dei più lucidi cineasti d'impegno sociale dell'epoca, esemplari la complessità narrativa, l'appassionata descrizione d'ambiente e gli ottimi interpreti. Il film si fa notare soprattutto per la forma, in particolare per l'uso insistito dello zoom innovativo all'epoca. La critica considerò l'uso di grandangoli e teleobiettivi perfettamente coerente con la narrazione, efficace nel rendere con gli improvvisi avvicinamenti della macchina da presa la prospettiva di un osservatore distaccato che penetra nella vicenda, coglie i momenti rivelatori, scopre i lati nascosti dei personaggi. Io preferisco le scene montate sulla rarefatta e desolata campagna incorniciata di muricce assolate e calcificate.


  
1968

  
Il successo convincente del film di Petri, fa filmare (nel ’68 da Damiano Damiani) anche Il giorno della civetta. Nel film risalta in maniera particolare l'atmosfera di omertà esistente nella provincia siciliana e la corruzione diffusa in tutti gli ambienti: politico, giudiziario, ecclesiastico. Credo che gli  ultimi trenta anni del secolo scorso abbiano  visto l'affermazione, l'articolazione in generi specialistici e la crescita del  giallo
"tutto italiano".



Esce, sempre per Garzanti, I ragazzi del massacro, terzo tomo di Duca Lamberti. Subito si mette in lavorazione il film.

1969

Si chiude il decennio ma c'è  una nuova primavera
Nell'ottobre del 1969 muore Giorgio Scerbanenco. Era  appena uscito il film I ragazzi del massacro, un film da dimenticare, come (meno male) è stato fatto.

Anche il nuovo ( e l'ultimo) Duca,  I milanesi ammazzano al sabato, è del '69. E' il quarto romanzo della fortunata serie di Duca Lamberti, il personaggio creato dall'autore in Venere privata tre anni prima.  Escluso dall'Ordine dei medici per aver praticato l'eutanasia, Lamberti è diventato, e sempre di più lo dimostra, un valente investigatore: vende più il suo nome che la copertina.




Incipit di I milanesi ammazzano al sabato
"Duca Lamberti disse: "Sì." Non era un'interrogazione, era un'approvazione. L'uomo anziano ma robusto, solido, largo, muscoloso, velloso alle orecchie e alle sopracciglia, dall'altra parte del tavolo, riprese allora a parlare. "Ogni volta che andavo al commissariato il commissario mi diceva: 'Stia tranquillo che ritroviamo la sua bambina, abbia pazienza, sa, c'è tanto lavoro.' Io andavo una volta alla settimana al commissariato e il commissario mi ha risposto sempre la stessa cosa, che avrebbe ritrovato la mia bambina, ma sono passati cinque mesi e non l'hanno ancora trovata, e io non vivo più. Brigadiere, per pietà, me la trovi lei, se no, io non so che cosa faccio." Duca Lamberti non era brigadiere, ma non lo corresse, non gli piaceva correggere nessuno, insegnare a nessuno. Guardò l'uomo anziano, non molto anziano, non doveva avere ancora sessant'anni, guardò quel viso di vecchio bellicoso toro bonario in quel momento deformato da una smorfia di commozione vicina al pianto. "Certo, faremo tutte le ricerche," gli disse..."

La maturazione del linguaggio è palese. Stringente, ma ricco. Secco ma evocativo. E' il noir, ragazzi!


Nel '69 viene anche pubblicata la raccolta di racconti brevi Milano calibro 9. In essi non appare il Duca. Ma sono sprazzi neri, lampi di vero noir.

  



Il film con lo stesso titolo, a essa ispirato,  fu un grande successo e dette inizio ad una lunga e non troppo brillante serie di genere "poliziottesco". Quentin Tarantino, bontà sua, lo ritiene un caposaldo e un modello per le sue opere.



Quando, nel 1969, muore il re (Scerbanenco) del giallo  sembra che tutto si fermi, anche Sciascia, dedicatosi alla politica, tace. E' un silenzio operoso, notturno, sotterraneo  molte cose stanno per sbocciare, maturare, accadere. Andiamo a vedere quali.

1970

La nuova primavera.
Nel 1970 Piero Chiara pubblica I giovedì della signora Giulia  e Dario Argento gira L'uccello dalle piume di cristallo. "Ma questa è un'altra storia"!


Il Re è morto, viva il Re!

(FINE)
 

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