lunedì 22 febbraio 2016

E' arrivato un bastimento carico di ... registi (IV)


Berlino-Hollywood solo andata
ovvero
La grande fuga
I maestri, grandi registi,  tedeschi emigrati in USA

(parte IV)

In quest'ultima puntata ricordiamo un grandissimo "austrungarico", Billy Wilder, il più eclettico e il più americano di tutti. Sì, credo che parlare dell'immenso Billy sia come parlare di venti anni di storia del cinema "hollywoodiano", ma anche mondiale.

Billy Wilder, nome d'arte di Samuel Wilder (Piccola Polonia (Austria) - 1906, Beverly Hills 2002), è stato regista, sceneggiatore, produttore cinematografico. Ebbe la cittadinanza USA. 
È considerato uno dei registi e sceneggiatori più prolifici, brillanti ed eclettici nella storia del cinema mondiale. E' divenuto celebre come il padre della commedia brillante americana, ma credo sia soprattutto da ricordare come il maestro che ha fondato il genere noir, che affrontò dieci anni prima di "A qualcuno piace caldo".
In circa cinquant'anni di carriera ha diretto oltre venticinque film di vario genere (tutti di altissimo livello) e scritto settantacinque sceneggiature, usando talvolta - agli inizi - anche il nome di Billie Wilder.




La fiamma del peccato
Pellicola esemplare (un modello da studiare, imitarlo è impossibile!) del genere noir. Alla sceneggiatura collaborò, con qualche bicchiere di bourbon di troppo, Raymond Chandler. Il film è del '44, nel 1992 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA. Nel 1998 L'American Film Institute l'ha inserito al trentottesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al ventinovesimo posto. Salirà ancora.
La storia è un flashback di tensione e suspense crescenti. L'agente assicurativo Walter Neff rientra in tarda serata nel suo ufficio presso la compagnia assicuratrice Pacific-All Risk. Nonostante sia stato gravemente ferito da un colpo di rivoltella, Neff riesce a raccontare la sua storia al dittafono del collega Barton Keyes, troppo mentore per accorgersi che ...

Viale del Tramonto (Sunset Boulevard - 1950) è un noir molto cupo, vi recitano  zombie di Hollywood in un'atmosfera decadente e claustrofobica. Accanto ai due morti viventi (Gloria Swanson che interpreta se stessa e Erich von Stroheim austrungarico anche lui, ma arrivato in USA nel 1909) c'è il cinico ma, alla fine, ingenuo William Holden.   
Apprezzato dalla critica fin dalle prime proiezioni, il film ricevette 11 nomination agli Oscar, vincendo tre statuette. E' ancora oggi uno dei film più noti e apprezzati del cinema americano. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Wilder in collaborazione con C. Brackett e D.M. Marshmann Jr. non risparmia critiche agli spietati e cinici meccanismi e alle stravaganze di Hollywood, in particolare dello Star System.
Nel 1989 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA. Nel 1998 L'American Film Institute l'ha inserito al dodicesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al sedicesimo posto. Scenderà ancora, ma di poco.



Testimone d'accusa (Witness for the Prosecution - 1957) è tratto dalla omonima commedia di enorme successo di Agatha Christie, a sua volta rielaborata da un suo racconto minore. La commedia fu riadattata più volte per il cinema e secondo la stessa Christie la versione diretta da Billy Wilder è, in assoluto, il miglior film tratto da una sua opera. Concordo con zia Agatha, che era troppo bonacciona (quasi un zitella vittoriana) e non aveva (anche se esperta di pozioni tossiche) nel raccontare il veleno di Billy.



La trama, solo un poco, che il film è da gustare. Sir Wilfrid Robarts, un avvocato penalista di successo, torna al lavoro dopo settimane di degenza forzata in ospedale, in seguito a un infarto. Più deciso che mai a riprendere in mano casi e reputazione il più in fretta possibile, ignorando le disposizioni del proprio medico e della coriacea e petulante infermiera Miss Plimsoll, Robarts accetta di ricevere in studio il collega e procuratore Mayhew, che intende affidargli la difesa dello squattrinato e ingenuo Leonard Vole, accusato dell'omicidio di Emily French, una ricca vedova. ...




Fred Zinnemann, nato Alfred Zinnemann (Vienna 1907 - Londra 1997). Da giovane studia violino e si laurea in giurisprudenza, ma il suo amore per la fotografia lo spinge a conoscere il cinema: diventerà un collezionista di Oscar. Dopo aver firmato vari lavori come documentarista, esordisce alla regia di un   all'età di 35 anni con Delitto al microscopio (1942). Poi La settima croce (1944):   9 nomination agli Oscar.  Odissea tragica (1948) un Oscar.  Dirige Mezzogiorno di fuoco (1952) e ottiene 4 Oscar e non è che l'inizio.




Atto di violenza (Act of Violence - 1948)  È un thriller teso, denso e disperato. Cast strepitoso: Van Heflin, Robert Ryan, Janeth Leigh e un'insolita Mary Astor nel ruolo di una prostituta comprensiva.
Frank Enley torna a casa dalla seconda guerra mondiale, sopravvissuto a un campo di prigionia tedesco dove molti dei suoi compagni sono stati uccisi dalle guardie durante un tentativo di fuga. Considerato un eroe di guerra, è rispettato per il buon carattere e per essere un onesto lavoratore dai suoi concittadini della città californiana di Santa Lisa, dove lui, la sua giovane moglie e il loro bambino si sono trasferiti dopo aver lasciato la costa orientale. ... ma ...  




Mezzogiorno di Fuoco (High Noon - 1952) è, per me, il più bel film western di tutti i tempi, ma anche uno dei più bei film in assoluto.  
Scritto da J.W. Cunningham e C. Foreman, è basato sul cortometraggio pulp The Tin Star.   Foreman fu anche il produttore, ma non fu accreditato perché facente parte della "lista nera" della MPAA.
Nel 1989 è stato inserito fra i film conservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso USA. Nel 1998 L'Ameican Film Institute l'ha inserito al trentatreesimo posto della classifica dei 100 migliori film statunitensi di tutti i tempi; mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al ventisettesimo posto.  Credo che meriterebbe la top ten, ci arriverà.



Il giorno dello sciacallo del 1973,   è tratto dall'omonimo romanzo del '71 di Frederick Forsyth. Un film ancora intenso e coinvolgente, anche se la potenziale vittima non ha fatto mai molta simpatia! Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 74º posto della lista dei migliori 100 film britannici del XX secolo.






Ho chiuso con due opere che parlano d'altro. Non potevo fare a meno di riportare un'ampia citazione di due  grandi film qui "fuori tema" (un western e un thriller) perché tutti e due sono esempi eccellenti di suspense cinematografica e di montaggio.
FINE
 
 

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