mercoledì 17 febbraio 2016

Lanterna Gialla (95)





Film n. 95


La corda di sabbia (Rope of Sand)
di William Dieterle
con  Burt Lancaster, Paul Henreid, Corinne Calvet, Peter Lorre, Claude Rains


Fare a pugni nel deserto alla luce di una Jeep

Mi chiedo perché sia stato dimenticato. Ha tutto: suspense, bravi attori, trama, eccessi.
In una zona mineraria del Sudafrica, un avventuriero americano è  accusato del furto di una partita di diamanti. Fugge, perseguitato da un poliziotto che lo vuole morto. Rientra, tempo dopo, per recuperare i diamanti e per far vendetta quando un suo amico è ucciso dalla guardia che fa ricadere la colpa sulla donna del fuggitivo.
Voleva essere di genere esotico-avventuroso, ma William Dieterle aggiusta un soggetto scontato in un film noir robusto, dalla trama intrigante. Suspense avvincente dovuta alle situazioni allo spasimo e ricco di momenti al pathos, ottimamente recitato da una schiera di comprimari di prim'ordine, con il protagonista, Burt Lancaster, attore del momento, attivissimo per noir e gangster-movie. Attraverso alcune scene, fu il primo film hollywoodiano a rappresentare esplicitamente il sadismo nelle sue pratiche più virulenti.


L'ambientazione esotica fu girata nel deserto vicino a Yuma (quella del treno) in Arizona. L'atmosfera torbida, i chiaroscuri aggressivi da noir e gli occhi bolliti di Peter Lorre (che occhieggiano a Casablanca, come del resto tutto il film) vivificano questo B-moovie facendone un gioiello non atteso: non tutte le frittelle escono senza buco!
Il film ebbe un sacco di problemi con la censura per l'eccesso di erotismo, il cinismo quasi nichilista e la violenza sadica di alcune scene. Lo scontro a pugni nudi nella sabbia del deserto, però, grazie anche alle luci radenti dei fari di una Jeep è un pezzo da antologia e mostra una forza visiva e una violenza eccezionali per quegli anni.

Voto ***1/2/5
 

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