martedì 3 maggio 2016

Scene indimenticabili (XXIII)


Scene madri

secondi memorabili di film celebri

che sono rimasti scolpiti nella memoria
(XXIII)

introspezione di un mostro 

Ricercato dalla polizia, che bloccava la piccola delinquenza, viene ricercato anche dai ladruncoli e segnato col gesso, lo catturano e lo processano...

In una città tedesca (  il titolo italiano richiama il caso di cronaca del '25, che ha ispirato il film, avvenuto a Duesseldorf) la popolazione è terrorizzata da un maniaco che ha adescato e ucciso otto bambine. Al regista interessa più il personaggio che il caso (in termini polizieschi). La scena che vi propongo è il monologo confessione, che Lorre interpreta in modo inquietante.


« Quando cammino per le strade ho sempre la sensazione che qualcuno mi stia seguendo, ma sono invece io che inseguo me stesso. Silenzioso, ma io lo sento. Spesso ho l'impressione di correre dietro a me stesso. Allora voglio scappare, scappare, ma non posso fuggire! Devo uscire ed essere inseguito. Devo correre, correre per strade senza fine. Voglio andare via, ma con me corrono i fantasmi di madri, di bambini. Non mi lasciano un momento, sono sempre là, sempre, sempre. Soltanto quando uccido, solo allora... E poi non mi ricordo più nulla. Dopo, dopo mi trovo dinanzi a un manifesto e leggo quello che ho fatto. E leggo, leggo. Io ho fatto questo? Ma se non ricordo più nulla! Ma chi potrà mai credermi? Chi può sapere come sono fatto dentro? Che cos'è che sento urlare dentro al mio cervello? E come uccido: non voglio! Devo! Non voglio! Devo! E poi sento urlare una voce, e io non la posso sentire! ...

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