martedì 19 luglio 2016

Turismo in noir (X-b)


Città italiane in noir

Un giro turistico tra le  città italiane
che hanno accolto storie gialle o noir
(X - b)



Andare a Vigata è come volare fino all'isola che non c'è. Ci vuole un po' di magia. Prima di spostarsi fin là, capitale del noir italico, occorre chiamare in causa uno che di Grecia e di Magna Grecia se ne intendeva!

"La cosa di gran lunga più importante é essere un maestro di metafore ed é l’unica cosa che non può essere imparata dagli altri; essa é anche segno di genio, giacché una buona metafora implica una percezione intuitiva della somiglianza nelle diversità".
Così la pensava, e scriveva, Aristotele. Vigata è una metafora, creata da Camilleri per rendere universale il suo messaggio.  Come tale, per sua intrinseca potenza, è diventata capitale della Sicilia e del noir d'Italia.


Una volta si chiamava Porto Empedocle, oggi tutti la conoscono come Vigata: anche noi che da ormai venticinque anni siamo influenzati dal Grande Vecchio del giallo italiano.



La forma dell'acqua, di Andrea Camilleri, viene pubblicato nel 1994, dalla casa editrice Sellerio editore di Palermo (Come sempre in quella città si ordiscono le trame!). È il primo romanzo della serie incentrata sulle inchieste del commissario Salvo Montalbano, dal quale è stato tratta anche un'omonima serie TV, prodotta dalla RAI dal 2000 (ancora in produzione), con Luca Zingaretti nel  ruolo del Commissario.



Il cane di terracotta, uscito nel 1996, consolida e amplifica il successo di Montalbano. Il romanzo si avvia su una tipica indagine per la repressione di un traffico d'armi d'origine mafiosa ma l'argomento principale diventa poi un episodio di amore e morte di un tempo ormai passato. Come la caverna che nasconde le armi cela un altro nascondiglio dove giacciono i due amanti assassinati, così il racconto contiene al suo interno un'altra storia del tutto diversa.
Tutto il romanzo ruota intorno a una misteriosa caverna che appare e che scompare e che una volta ritrovata rivelerà di custodire un altro segreto. Montalbano mantiene una strana amicizia per un poliziotto: quella con Gegè, protettore di prostitute, che gli ha fissato un appuntamento in un luogo che, sin dai tempi delle scuole elementari, conoscono soltanto loro due.
Gegè gli riferisce che Tanu "u grecu", pluriomicida latitante, vuole consegnarsi a Montalbano. Tanu è un mafioso da sempre ma ora si sente estraneo alla nuova mafia che non rispetta più regole e tradizioni, per cui preferisce morire in galera piuttosto che in un fosso. Si consegnerà a Montalbano ma con un po' di triatro, una sceneggiata dell'arresto, per salvare la faccia...





Seguono altri 38 titoli (tra raccolte di racconti e romanzi): a questo punto Salvo si merita una statua (è Camilleri, toccandosi i cabasisi, a cedergli il posto: "A mia no! I monumenti si fanno, quanno uno cadafero è!"). Porto Empedocle gli erige il bronzo, ma stranamente assomiglia a Pietro Germi di Quer pasticciaccio...! Giusto, c'eravamo troppo abituati alla calvizie di Zingaretti. E poi Andrea approva.




Al poliziesco in attualità affianca romanzi noir storici assai godibili: vedi, ad esempio, La mossa del cavallo.
Col tempo, il suo successo mondiale, ha dato l'avvio a una splendida fioritura del giallo e del noir in Sicilia, da Santo Piazzese a Domenico Cacopardo, da Piergiorgio Di Cara a Gaetano Savatteri, da Valentina Gebbia a Giacomo Cacciatore e Gery Palazzotto con Stefania Valbonesi, oriunda in toscana, per concludere alla grande.



2002, la Sellerio, in cerca successori, concima il vivaio. Il soffio della valanga, un virgulto. L'intrigo sanguinoso di una strage trascina con sé una catena di vittime, come il risucchio di una valanga. Sono morti innocenti come appaiono? Risponde il commissario Spotorno, il nuovo investigatore di Santo Piazzese, già autore di  altre indagini.


Veniamo a Cacopardo. Prima di entrare nel merito una ciana pepata. Sembra che tempo fa abbia fatto causa (Wikipedia narrat) a Andrea Camilleri perché quest'ultimo aveva usato il suo cognome ( ne Il nipote del Negus) per un personaggio di dubbia moralià. Da un ex magistrato ci si può aspettare anche questo! 
La trama: Filippo Solimèni, detto Lollo, narra la propria storia, dall'arrivo dei carabinieri in viale San Martino 447, dove abita con i genitori. È l'alba del 4 marzo 1977. Lollo viene condotto in caserma e interrogato sulla morte di Immacolata Pianuzza in Barbalonga Chirò, la vicina di casa assassinata nella tarda serata dell'8 dicembre 1976, festa dell'Immacolata Concezione.   I guai di Solimèni non finiscono qui. Ambientata tra Messina e Letojanni, nelle atmosfere siciliane raccontate senza veli, mostrandone convenzioni e tabù, tic collettivi e individuali, un giallo serrato e imprevedibile nel quale il giovane Italo Agrò padroneggia il proprio ruolo di legale e lo interpreta con la passione che merita un parente sfortunato.


Spostiamoci, seguendo Stefania Valbonesi, da Montelusa nell'interno, fino a Caltanisetta. Lì c'è il barone Gravina. Un intellettuale dall’indole solitaria e meditabonda che vive nell’agiatezza di una famiglia nobile. Spesso tiene conferenze talvolta strampalate spesso imbarazzanti. E' cresciuto insieme a Michele Cataldo, figlio della contadina che da sempre lavora nei possedimenti del padre, per lui come un fratello tanto che è diventato l’amministratore di tutti i suoi beni. La conduzione di questi affari però non è cristallina.  Il barone sposa un’amica comune conosciuta ai tempi dell’università, ma la prima notte di nozze un senso di repulsione non lo fa avvicinare alla donna, che emana per lui un odore nauseabondo...



La storia ambientata negli anni '50, alla fine di quegli anni, in un territorio profondamente provinciale (Caltanisetta) fortemente caratterizzato dal "fetoso" fascino del sud, riassume pregi e difetti antropologici dell'isola. Lampi abbaglianti su quel bianco abbacinante in contrasto col nero cupo fatto di poche parole sibilline e di strette di mano forti (ma anche, a volte, untuose), che non stona mai e che tiene legati passato e presente spostandosi lungo una frontiera che sembra sempre troppo distante per poter essere attraversata. Un "senza tempo" che invece è già superato quando l'idea e il sospetto lasciano il posto all'immanente senso pratico.

Il nostro giro è terminato. Spero vi abbia interessato. Ci tengo a precisare che è finito questo tour, ma non è finita la lista dei noir ambientati nelle città italiane, soprattutto nelle cittadine. "La provincia è liquida, cova sonnolenta le sue malefatte" ho affermato più volte e il delitto,  quello vero, vi vegeta fino a che non coglie l'occasione per colpire. Garlasco, Perugia, Varese (30 anni fa...), Ogliastra, Erba, Novi Ligure, Andria... sono solo alcuni nomi che evocano delitti terribili. Se mai esiste l'ispirazione gli autori hanno di che analizzare...

Fine

 

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