mercoledì 21 settembre 2016

Il film giallo italiano (VII)


Il film giallo italiano

Storia disincantata di un genere oscillante tra impegno sociale e spaghetti thriller.
(Parte VII)


1970


Quando ho visto la sua foto ho pensato che quel ceffo con quel ciuffo appiccicaticcio non potesse essere autore da giallo classico. "Horror si nasce, modestamente io lo nacqui!", sembra abbia scherzato un giorno con un giornalista parafrasando Totò. Il giornalista guardò in faccia basito, quel "bel giovine"! Non ebbe il coraggio di trascrivere, me ne parlò solo a voce e io faccio da testimonio apocrifo!


Nel 1970 Dario Argento, dopo una breve ma intensa gavetta da cosceneggiatore (anche con Sergio Leone), passa (grazie babbo che operava nel settore!) alla regia: fa subito centro con un giallo classico: L'uccello dalle piume di cristallo.
Nel primo film di Argento la tecnica di narrazione non è così sviluppata come nei suoi film successivi, ma la semplicità dell'intreccio lo rende molto bello. Ha un'apertura affascinante e l'atmosfera si mantiene fino alla fine. Il colore gioca un ruolo importante nella filmografia di Argento, ma qui è l'assenza di colore a diventare il punto focale. Le scene chiave accadono al buio, con personaggi che cercano disperatamente di fuggire, mentre l'assassino usa tutto questo a loro vantaggio.



Nella scena dell'aggressione dentro la  vetrina l'assassino è in perfetto "standard Bava". Il giovane Dario non poteva che aderire agli stilemi dettati dal maestro. Così lo intravede Tony Musante attraverso il cristallo infrangibile: a prova di ladro, ma anche di soccorritore. Esce di scena, il killer, entrando nell'ombra di una statua: vestito  nero lucido, guanti di pelle nera e un cappellaccio nero a falde larghe.




Un po' di trama non guasta mai. Sam Dalmas, italo-americano, lavora a Roma in un istituto di scienze naturali (lavoro trovato grazie all'aiuto di un suo amico ornitologo Carlo); in realtà è uno scrittore, che ha deciso di passare un po' di tempo in Italia, il suo paese di origine, per ritrovare calma e ispirazione. Sam ha appena terminato uno studio sulle caratteristiche dei tipi più rari di uccelli e si appresta a ripartire per gli USA con la sua ragazza italiana, Julia (interpretata da Suzy Kendall: vi ricorda qualcuno?). Sam, in USA, non ci tornerà tanto presto...
1971



L'anno dopo Dario si ripresenta, ha già fatto un passo, anzi quattro, verso l'horror (modo gentile e anglofono per dire "truculento"). 4 mosche di velluto grigio è il secondo film della trilogia degli animali. L'ha detto Argento, ma che centrano le mosche di velluto e la frusta di canapa grezza (Il gatto a nove code - sempre 1971) con un uccello esotico?

Non l'ho mai capito e non mi interessa capirlo. Dico solo che più Argento elaborava e articolava la trama e meno mi piacevano i suoi film esageratamente truculenti. Mi chiedo se "il trucido non sia l'horror all'italiana". Sangue a secchi, bassa macelleria, bassa qualità, ma grande successo. Non dimentichiamo che il mainstream del "giallo all'italiana" è ancora un travolgente sciagurato fiume in piena. L'Italia nazional popolare ama bagnarvisi, come gli indiani nel Gange.
Gli incassi danno ragione agli autori (o meglio ai produttori) e consentono di ingaggiare anche attori di spicco.

Nel Gatto c'è Karl Malden, venuto da Hollywood per interpretare la parte del cieco: un elemento ricorrente in Argento, ma con funzionalità differente rispetto all'Uccello dalle piume cristalline.


Nel fiume di denaro si tuffa e vi nuota alla grande il campione di nuoto Pedersoli, in arte Bud Spencer. La foto è tratta da 4 mosche di velluto grigio: lui è già strafamoso con in carriera due Trinità. "E' evidente, penserete, si divertiva a fare il serio!" No, incassava un assegno sostanzioso e nel contempo cercava di percorrere altre strade. Di affrancarsi da Don Matteo. Non ci credete? Attenti "Altrimenti ci arrabbiamo!".

1975

Tra titolacci, titolucci, titoletti e titolini, tutti caduchi, quattro anni dopo,  arriva a consolare il pubblico più esigente un film importante: La donna della domenica. Tutti furono convinti che fosse, finalmente, il giro di boa del giallo all'italiana, invece... alla prossima.

 

Nessun commento:

Posta un commento