lunedì 14 novembre 2016

Un confronto ridicolo!



Auguste e Jules
ovvero l'aristocratico e lo sbirro.

Qualche tempo fa, un giornalista francese sconsiderato e in carenza di spunti ha proposto un raffronto comparativo tra  Auguste Dupin e Jules Maigret. Tra un investigatore dilettante e un poliziotto. I francesi mi sono simpatici anche se, da Re Luigi XIV in poi, son sempre impegna in un'ostinata ricerca della "grandeur"! Ci sarei passato sopra, ma più di recente un frequentatissimo blog italiano (non faccio nomi, i blogger spesso si cangiano in hater!) che fonda il suo edificio sulle memorie di  Simenon, esausto dopo tanti post, per tirare un respiro di pausa, l'ha ripreso quasi integralmente. Capisco la stanchezza, ma così si producono danni alla memoria del Commissario ed anche a quella del Cavaliere. Bisogna che ne prenda le distanze.

Il cavaliere Auguste Dupin è apparso per la prima volta in I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe nel 1841.

Jules Maigret nel 1931 nel romanzo Maigret e il lettone di Georges Simenon. Novanta anni dopo: già questo fa rizzare il pelo!



La storia di Dupin si colloca nella moda, allora in voga, di misteri e omicidi avvenuti dentro una stanza con la porta chiusa. Il romanzo di Maigret si svolge in gran parte all'aria aperta. Leggendo le storia in modo non superficiale si può verificare che non rivelano interessanti analogie ma molte differenze tra Dupin e Maigret.
Nonostante tutto il redattore insiste su alcune   somiglianze ingannevoli citando a memoria passi dei romanzi, molto a memoria! Cercherò di contro ribattere in diretta!
1) Dupin è un francese. Sì, innegabile, ma è un francese come lo poteva vedere un americano dell 1800. Il narratore sottolinea un profondo interesse per "quel candore su cui un francese indulge ...".
2) Auguste mostra compassione per i criminali. Attenzione, Dupin rassicura l'amico per gli orribili omicidi Morgue Rue, ma lo fa perché ha capito che non di umano delinquente si tratta.
3) Gli piace provare la false accusato contro gli innocenti. "E' stato solo dopo l'annuncio che Le Bon era stato imprigionato" che egli indaga sul  caso della via Morgue. Maigret indaga sempre: è il suo lavoro!
4) Dupin rifugge le luci della ribalta. "Erano molti anni che non lo vedevo,  da quando Dupin aveva cessato di tenersi in disparte e di essere noto a Parigi."
5) "Va come in trance quando analizza  i crimini:  .... Ho già parlato del suo modo astratto ... ... I suoi occhi, assente nell'espressione, occhi fissi sul   muro". Maigret va a spasso per riflettere, si aggira intorno al luogo del delitto...

Più significative le differenze:
1) Dupin non è un detective professionista. Non è neppure ricco, egli "è riuscito, per mezzo di un'economia rigorosa, ad assicurarsi i mezzi di sussistenza, senza curarsi del  superfluo."
2) E' di una classe sociale elevata. "Questo giovane signore era di un eccellente, anzi di una famiglia illustre." E' un cavaliere, uno chevalier. Maigret è figlio di un guardiacaccia.
3) "Auguste è 'un auto recluso eccentrico. In sostanza anti-sociale ", ha cessato di sua volontà di mostrare se stesso al mondo. maigret sta nel mondo, e ci si trova bene, soprattutto nei bistrot.


4) E' un intellettuale. "I libri, infatti, erano i suoi unici lussi". Maigret non lo è!
5) E' brillante. La sua "capacità analitica peculiare" include la rilettura della (la sua) mente, riconoscendo i dettagli, correlando le informazioni, e poi presentare deduzioni che richiedono molta attenzione a seguire il suo pensiero.
Le conclusioni sono sconfortanti. Più o meno si afferma che: "Curiosamente, mentre si porta avanti il processo di confronto e di comparazione, diventa evidente che il modo in cui questi due detective si avvicinano soluzione del crimine è, al tempo stesso, simile e diverso. Il metodo però prevede una certa fusione:
1)  L'attingere dall'osservazione, dal ragionamento e dall'intuizione è comune.
2) Il primo passo nella rilevazione si ha osservando. Essi impiegano questo allo stesso modo.
3) Poe descrive Dupin come la quintessenza di "raziocinio",  Simenon, anche se a Maigret fa dire più volte "Non penso mai", lo descrive assorto a raziocinizzare (ma si può!).
4) Si può dedurre che Dupin si basa più sulla ragione, mentre Maigret conta di più sull'intuizione, ma entrambi pensano molto!
5) Alla fine, mescolando porzioni disuguali di ragione e intuizione, ognuno si mette dentro la mente del criminale per raggiungere il successo".
Ragione e sentimento è il titolo di un romanzo di Jane Austen, ma credo che renderebbe meglio il raffronto appena esaminato. Dupin non prova nessuna empatia né per le vittime, né per i delinquenti. Non s'incazza mai!

Maigret invece s'arrabbia spesso in modo violento e fa fatica a mantenere la freddezza a cui un poliziotto è costretto per mestiere. Credo che solo le persone ricche di sentimento siano capaci dell'abduzione. Credo anche che Sherlock Holmes, checché se ne dica, era uomo di sentimento. Lo prova il figlio illegittimo avuto in Bosnia. Anche il figlio, sotto l'apparente corazza di lardo, era ricco di sentimento, pertanto abduceva. Chi era? Ma come gente, trattasi di Nero, Nero Wolfe... come siete disinformati!

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