Auguste e Jules
ovvero l'aristocratico
e lo sbirro.
Qualche tempo fa, un
giornalista francese sconsiderato e in carenza di spunti ha proposto un
raffronto comparativo tra Auguste Dupin
e Jules Maigret. Tra un investigatore dilettante e un poliziotto. I francesi mi sono simpatici anche se, da Re Luigi XIV in poi, son sempre impegna in un'ostinata ricerca della "grandeur"! Ci sarei passato sopra, ma più di recente un frequentatissimo
blog italiano (non faccio nomi, i blogger spesso si cangiano in hater!) che fonda il suo edificio sulle memorie di Simenon, esausto dopo tanti post, per
tirare un respiro di pausa, l'ha ripreso quasi integralmente. Capisco la
stanchezza, ma così si producono danni alla memoria del Commissario ed anche a
quella del Cavaliere. Bisogna che ne prenda le distanze.
Il cavaliere Auguste
Dupin è apparso per la prima volta in I delitti della Rue Morgue di
Edgar Allan Poe nel 1841.
Jules Maigret nel 1931
nel romanzo Maigret e il lettone di Georges Simenon. Novanta anni dopo: già
questo fa rizzare il pelo!
La storia di Dupin si colloca
nella moda, allora in voga, di misteri e omicidi avvenuti dentro una stanza con
la porta chiusa. Il romanzo di Maigret si svolge in gran parte all'aria aperta.
Leggendo le storia in modo non superficiale si può verificare che non rivelano
interessanti analogie ma molte differenze tra Dupin e Maigret.
Nonostante tutto il
redattore insiste su alcune somiglianze ingannevoli citando a
memoria passi dei romanzi, molto a memoria! Cercherò di contro ribattere in
diretta!
1) Dupin è un
francese. Sì, innegabile, ma è un francese come lo poteva vedere un americano
dell 1800. Il narratore sottolinea un profondo interesse per "quel candore su cui un francese
indulge ...".
2) Auguste mostra
compassione per i criminali. Attenzione, Dupin rassicura l'amico per gli
orribili omicidi Morgue Rue, ma lo fa perché ha capito che non di umano
delinquente si tratta.
3) Gli piace provare
la false accusato contro gli innocenti. "E'
stato solo dopo l'annuncio che Le Bon era stato imprigionato" che egli
indaga sul caso della via Morgue.
Maigret indaga sempre: è il suo lavoro!
4) Dupin rifugge le
luci della ribalta. "Erano molti
anni che non lo vedevo, da quando Dupin
aveva cessato di tenersi in disparte e di essere noto a Parigi."
5) "Va come in trance quando analizza i crimini: .... Ho già parlato del suo modo astratto ...
... I suoi occhi, assente nell'espressione, occhi fissi sul muro". Maigret va a spasso per
riflettere, si aggira intorno al luogo del delitto...
Più significative le differenze:
1) Dupin non è un
detective professionista. Non è neppure ricco, egli "è riuscito, per mezzo di un'economia rigorosa, ad assicurarsi i
mezzi di sussistenza, senza curarsi del superfluo."
2) E' di una classe
sociale elevata. "Questo giovane
signore era di un eccellente, anzi di una famiglia illustre." E' un
cavaliere, uno chevalier. Maigret è figlio di un guardiacaccia.
3) "Auguste è 'un auto recluso eccentrico.
In sostanza anti-sociale ", ha cessato di sua volontà di mostrare se
stesso al mondo. maigret sta nel mondo, e ci si trova bene, soprattutto nei
bistrot.
4) E' un
intellettuale. "I libri, infatti,
erano i suoi unici lussi". Maigret non lo è!
5) E' brillante. La
sua "capacità analitica peculiare" include la rilettura della (la sua) mente,
riconoscendo i dettagli, correlando le informazioni, e poi presentare deduzioni
che richiedono molta attenzione a seguire il suo pensiero.
Le conclusioni sono
sconfortanti. Più o meno si afferma che: "Curiosamente,
mentre si porta avanti il processo di confronto e di comparazione, diventa
evidente che il modo in cui questi due detective si avvicinano soluzione del crimine
è, al tempo stesso, simile e diverso. Il metodo però prevede una certa fusione:
1) L'attingere dall'osservazione,
dal ragionamento e dall'intuizione è comune.
2) Il primo passo nella rilevazione si ha osservando.
Essi impiegano questo allo stesso modo.
3) Poe descrive Dupin come la quintessenza di
"raziocinio", Simenon, anche
se a Maigret fa dire più volte "Non penso mai", lo descrive assorto a
raziocinizzare (ma si può!).
4) Si può dedurre che Dupin si basa più sulla ragione,
mentre Maigret conta di più sull'intuizione, ma entrambi pensano molto!
5) Alla fine, mescolando porzioni disuguali di ragione
e intuizione, ognuno si mette dentro la mente del criminale per raggiungere il
successo".
Ragione e sentimento è il titolo di un romanzo di Jane Austen, ma
credo che renderebbe meglio il raffronto appena esaminato. Dupin non prova nessuna empatia né
per le vittime, né per i delinquenti. Non s'incazza mai!
Maigret invece s'arrabbia spesso in modo violento e fa fatica a mantenere la freddezza a cui un poliziotto è costretto per mestiere. Credo che solo le persone ricche di sentimento siano capaci dell'abduzione. Credo anche che Sherlock Holmes, checché se ne dica, era uomo di sentimento. Lo prova il figlio illegittimo avuto in Bosnia. Anche il figlio, sotto l'apparente corazza di lardo, era ricco di sentimento, pertanto abduceva. Chi era? Ma come gente, trattasi di Nero, Nero Wolfe... come siete disinformati!
Maigret invece s'arrabbia spesso in modo violento e fa fatica a mantenere la freddezza a cui un poliziotto è costretto per mestiere. Credo che solo le persone ricche di sentimento siano capaci dell'abduzione. Credo anche che Sherlock Holmes, checché se ne dica, era uomo di sentimento. Lo prova il figlio illegittimo avuto in Bosnia. Anche il figlio, sotto l'apparente corazza di lardo, era ricco di sentimento, pertanto abduceva. Chi era? Ma come gente, trattasi di Nero, Nero Wolfe... come siete disinformati!
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