domenica 18 dicembre 2016

Alle origini della suspense (X)


Suspense, questa nota sconosciuta ...

Meccanismo ad orologeria per soli thriller,
o da sempre,
talento di abili narratori?
 Oggetti, cose  e case:
strumenti d'ansia

Non lo straordinario e terribile arco di Ulisse... oggetti comuni, quotidiani, anche utili, a volte, ... se guardati da un'angolazione particolare o illuminati di traverso ci mettono in ansia... se non funzionano come dovrebbero, con il loro "memento mori", ci trasmettono tensione.


(X)
La finestra come specchio dell'anima



La finestra rappresenta, nell'immaginario collettivo, forse più che la porta, il limite tra il tuo mondo e il resto del mondo: non esci, ma osservi. La Microsoft lo intuì con un tocco di genio quando ancora nessuno sapeva del web. Ma, come direbbe Conan, "questa è un'altra storia"! 

Secondo Escher (ed i suoi epigoni, tra cui in più tenace imitatore,  István Orosz: l'immagine sopra è sua) la finestra è un gate spazio temporale verso l'incognito. Lo specchio nero e profondo dell'anima, dentro (o attraverso) cui si osserva la propria e le altrui solitudini. Un orlo desolato sul baratro da cui osservi e spii, gli altri, la fuori.  E' facile richiamare alla mente La finestra sul cortileTroppo facile e troppo importante è il film di Hitchcock.

Ha avuto molti imitatori, su cui (come ad esempio The Shadow on the Window) è meglio tralasciare, dimenticare o ignorare.  
Io voglio partire con un'altra finestra abbastanza interessante e intrigante..




Ne La finestra della camera da letto la tensione nasce, come nel capolavoro di Hitch, da quello che può capitare di vedere, nostro malgrado, là fuori.

Bisogna ricordare anche altre finestre, finestre d'arte. Quelle di Hopper. La finestra di Hitchcock ne ha subito il fascino artistico. Perché non ci avevo pensato? Hopper l'ha molto influenzata, suggerita, forse dettata e condivisa. Con quelle immagini Edward ha interagito. Cerco di rimediare. Mi impegno e spero di riuscire a speigare anche a voi!  
Per iniziare  un quadro. Vedete: guardandolo si spia da fuori della finestra, ci si sente come dei voyeur.  I due nel riquadro della finestra (appena accennata, ma, facendo da cornice, che incide sulla percezione) stanno insieme in perfetta solitudine! Neppure si guardano.




Hopper ama spiare le persone oltre le finestre. Entrare nella loro intimità per  scavare nelle solitudini. Dipinti ideali per Hitchcock, che vi attinse a piene mani scrivendo, rivedendo e adattando la sceneggiatura de La finestra sul cortile.


Lasciamo il buio viola di The big Pictr (angoscianti questi due anziani di spalle!) e torniamo alla pellicola. Dal film (capolavorissimo) si potrebbero trarre molte immagini: è tutto uno specchiar di finestre! Ne riporto solo quattro.
La prima perché, a prima vista non si capisce se è un'inquadratura del film o un quadro di Hopper. La ragazza è la ballerina, la ritroviamo più avanti.


La seconda perché c'è zio Alfred (di spalle al musicista) in una delle sue fugaci apparizioni. Anche qui l'interno è incorniciato dalla finestra.

Terza immagine: ancora la ballerina, che prova in casa in sottoveste rosa (fa molto caldo). Anche lei deve qualcosa a Hopper.
Il suo quadro Mattinata di sole ce la mostra in un momento di riposo, ma è lei! Tra un po' scatterà in piedi e farà ancora qualche mossa del ballo.

La quarta e ultima perché è profondamente, tragicamente "hopperiana": mattoni più che scarni nudi, finestre essenziali, telaio metallico verniciato e dimensioni da mezzanino. I due poi: ci appaiono come vittime di un'assoluta, irrimediabile, solitudine! Una tragedia quotidiana che non può che sfociare in delitto.

Credo che basti così!
Ah dimenticavo: l'uomo a sinistra è Perry Mason!
(X segue)

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