martedì 17 gennaio 2017

Turismo in noir (07)

Città italiane in noir

Un giro turistico tra le  città italiane
che hanno accolto storie gialle o noir
(0 - 7)
Ma prima un giro per il mondo occidentale


Parigi.


Atterriamo nella città degli anni '30.  La Belle époque è finita (quanta nostalgia!), alcuni pensano di no e non guardano oltre confine, alla Germania che si veste, in preoccupante crescendo, di camicie brune. Decadenza sì, ma ancora con l'orgoglio di una capitale.



Nel 1930 a Parigi iniziavano ad installare i primi semafori: era ormai una metropoli di circa cinque milioni di abitanti (dove la metrò funzionava già da trent'anni!).  Era la città in cui  si era appena costruito uno stadio per il tennis, il Roland-Garros. Era la città in cui il Flic Jules Maigret, passato dalle multe ai delitti inizia a investigare con molto acume. 



Una cosa è veramente cambiata. E'   passata la moda del cattivo Phantomas, anche se la Parigi di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo,  sopravvive alla bell'Epoque! Maigret è già più avanti e noi lo seguiamo nel suo futuro.




Non ci fermiamo, saltiamo al dopoguerra, agli anni '50. Il commissario Maigret non amava il tennis e non lo ama. Probabilmente, animo concreto, detestava Phantomas e non amava Arsenio. In ricordo della sua gavetta, come Flic appunto, è molto impegnato a girare per le strade, a indagare.


Non aspettatevi di visitare i luoghi sacri della città, nei romanzi ci sono, ma stanno discreti sullo sfondo. Parigi, dopo la dura prova dell'occupazione tedesca è' una città piena di vita, di fermenti, di artisti e di turisti. Ogni piazzetta è occasione per dipingere o parlare d'arte.


La città dove, se sei innamorato, una baghette, un ravanello e un bicchiere di vino  possono fare la felicità!

Si sta all'aperto, gli anni di coprifuoco devono essere rimossi. Ci si diverte all'aperto, all'ombra della torre.
Lui, il commissario, osserva sornione, parla con la gente. Studia il cambiamento, assorbe le variazioni sociali.



Ogni tanto, per meglio riflettere con un bicchiere di vino Beaujolais che tanto gli agevola l'auduzione, si ferma in qualche bistrot, posti dove si mangia e conversa bene.





La cucina di sua moglie è sopraffina, anche se d'ispirazione campagnola. Ma di giorno, quando è al lavoro, il commissario non può gustarla.


Due copertine di romanzi di quel periodo. Ne L'amica della signora Maigret siamo in rue de Turenne in un quartiere con botteghe artigiane vicino al Marais.



In Maigret e l'affittacamere siamo in un quartiere dove, come ho scoperto a Montparnasse, ci sono deliziosi alberghetti a conduzione familiare. Quelli semplici a prima vista, ma estremamente complicati.  C'è la Parigi minore dentro queste storie. La vera Parigi, quella di Simenon, anche lui gran passeggiatore con la pipa in bocca e l'occhio attento!.





  
Storie parallele a quelle di Antoine Doinel il personaggio cinematografico inventato da Francois Truffaut.   Appare in cinque opere: quattro lungometraggi ed un corto (o meglio un episodio di un film). Nel frattempo Maigret aveva condotto una dozzina di inchieste. Truffat "girava" (nel senso che filmava) dal vivo per le strade, io chedo si siano incontrati spesso lui e il commissario!


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