DALLE UOVA ALLA COQUE
ALLA PIPA
passando per un Beaujolais
"Uno
spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del co... mmissario
Maigret! Tutte le po... lizie della vecchia Europa si sono coalizzate per
fare analisi del DNA contro questo spettro: i processi durano all'infinito e
gli errori giudiziari prolificano!"
Una settimana fa ho guardato su NETFLIX il documentario Amanda
Knox. Non voglio entrare nel merito della produzione,
che considero fuorviante e troppo orientata a coltivare la personalità di vari
attori, Amanda compresa. Ma non posso non citare quelli che mi hanno veramente inquietato: il
magistrato Giuliano Mignini e il giornalista
Nick Pisa. Sono due esempi e ologrammi dei
casi giudiziari più confusionari: il teorico dei teoremi e il cacciatore
di scoop. Ho sempre pensato che
in questi delitti, che avvengono in ambienti ristretti, non bastassero i RIS; "ci
vorrebbe anche Maigret!". Il pensiero, ovvio, è un po’ banale, mi
è ritornata in mente davanti alla TV. Sul
momento me la sono presa con gli inquirenti, la loro tensione che genera
assurdi teoremi e la loro sciatteria, poi mi son messo a riflettere.
Quella piccola frase mi ha fatto sorgere un dubbio: quale tipo
d’investigatore sarebbe più adatto? Dopo aver messo su per scherzo (più di cinque
anni fa) e poi sostenuto (a causa delle tante frequenze) un blog sul genere soft
boiled, mi trovo costretto a confrontarmi con altri generi del giallo,
poliziesco, hard boiled e classico. A volte la sera a cena con glia amici
(niente cene con delitto, per carità!) coinvolgo tutti nel gioco d’individuare l’investigatore perfetto per i
delitti della provincia italiana.
La provincia italiana, da sempre coltivata come un valore, è in realtà
liquida. Nasconde delitti e trame e insabbia tutto, come "sabbia
mobile". Lo è sempre stata, come tutte le province del mondo; da tempo
immemorabile, si tinge di sangue. Le indagini ristagnano. Ci vorrebbe un
investigatore speciale: Maigret. Perché no? La tesi da
discutere potrebbe essere: Maigret sarebbe adatto per indagare nelle cittadine di
provincia?
Dobbiamo esaminare diversi candidati. Procediamo per esclusione.
Sherlock Holmes, archetipo e modello dell’investigazione scientifica (si ricordi Umberto
Eco), credo sarebbe sommerso dai troppi indizi, soprattutto non trovati da lui.
Le sue abduzioni (da lui impropriamente chiamate deduzioni) sarebbero subito
bloccate per eccesso di dati. Quando ci sono troppe informazioni la fantasia
non sposa l’immaginazione: per mancanza di spazio.
Poirot,
modello dell’investigatore del giallo classico ce lo vedrei male a Cogne o a
Garlasco. In Egitto va alla grande, sulle rive del Trasimeno non ce lo vedo! No,
l’investigatore francofono lo escluderei, già è un po’ ridicolo di suo, non
possiamo metterlo in situazioni così: poi dovrebbe tagliarsi i baffi per la
vergogna!
Miss Marple sembrerebbe più adatta, ma è una detective da villaggio
agricolo o da agglomerato padronale, tipo Downton Abbye. Nelle nostre cittadine
di provincia, Perugia fa, credo, più di 150.000 abitanti, non si troverebbe a
proprio agio.
Passiamo a Marlowe e all’hard boiled, per me comunque indigesto. Quando
posso, mangio solo uova al tegamino (“affrittellate” come si dice in toscana),
quelle sode mi sembrano cibo alieno, pasticche per astronauti, meglio, molto
meglio, se alla coque.
Le metafore quando rivitalizzano le nostre conoscenze comuni hanno presa,
come il modo di cucinare le uova: non posso fare a meno di parlarne. Il termine
hard boiled nasce da un'espressione colloquiale. Per un uovo, essere "hard
boiled" equivale ad essere sodo, duro e irrimediabilmente indigesto. Il
classico detective del genere giallo hard boiled (come Sam Spade di Hammett o
Philip Marlowe di Chandler), non si limita a risolvere i casi, come Poirot o
Maigret, ma affronta i pericoli metropolitani e, con piacere da masochista, si
fa coinvolgere in scontri violenti. Il detective hard boiled ha, infatti,
qualche genoma di "duro". Questi importanti modelli, impudenti, freddi,
irriverenti, cinici e a volte spietati, oggi non potrebbero sopravvivere più di
un giorno fuori di una grande metropoli.
Il loro fascino, la loro capacità d’interazione violenta, formidabili fino
a tutto il periodo della Guerra Fredda, si scontrerebbero col gretto quotidiano
delle nostra provincia. Davanti al pragmatismo economico degli attori delle
cittadine padane sembrerebbero fastidiosi, obsoleti, fuori moda nel modo di
fare e in quello che dicono.
Un esempio. Vi ricordate? Lei lo guarda e commenta: “Siete alto”. Marlowe è
pronto: “Non lo faccio apposta”. In due frasi il primo dialogo che s’incontra
ne Il grande sonno. Quando lo lessi per la prima volta, nel secolo scorso, ne
rimasi folgorato, adesso mi infonde tenerezza. Se poi lo penso svolgersi a
Vigevano, con una piccola imprenditrice locale, mi sembra davvero ridicolo e
forse anche penoso.
Rimangono il genere soft boiled e il poliziesco: Corto e Maigret.
Il genere soft boiled nasce nel mondo della globalizzazione, della
flessibilità: il detective non può essere duro. Le sue caratteristiche?
Rispettoso, emotivo, ironico o sarcastico (lo si capisce da quanto è in collera
con l’assassino), determinato con una velatura, solo una nuance, di cinismo.
Ironia, cinismo e curiosità, nel caso di Corto lo skipper detective che indaga
nelle mie storie, sono caratteristiche evidenti perché è nato e cresciuto a
Viareggio. Una vera e propria tara ereditaria.
Sicuramente saprebbe inserirsi nel tessuto sociale di un paese del
retroterra della Versilia: Camaiore, Pietrasanta o Massa. In tempi brevi non
saprebbe, né potrebbe farlo in Lombardia o nel Veneto. Problemi di lingua e di
amici. Ma col tempo, chissà? In Versilia è radicato, sta bene. Le sue donne
sanno cucinare alla perfezione e se è in mare c’è Pino, il cuoco di bordo, un
vero maestro, soprattutto col pesce. Gli amici poi. Corto ha un sacco di amici:
Geco, il Bestia, la Luisa, Ginko, Sughero, don Sesto, la Twina, Rodin,... tutti
con soprannome certificato. Amici veri, di basso profilo sociale, con discutibile
passato e futuro incerto, ma amici fidati, radicati nella cittadina e pronti a
dare una mano. Maldestra, ma è pur sempre un aiuto.
Maigret
ha molte referenze. Ha molto indagato nella provincia francese. Sì, ha a suo merito d’esser un bravo poliziotto
(il suo genere è infatti il poliziesco): ciò comporta, rispetto a Corto,
vantaggi e svantaggi. Ha il potere, ma trova nelle persone qualche chiusura in
più. Sa però parlare con la gente, sondare gli animi ed è anche lui, pur con
qualche accento autoritario, terribilmente curioso. Quando indaga in provincia,
parte da Parigi e ci si trasferisce, s’intrufola, s’immischia, domanda,
osserva, chiede... come Corto e i suoi amici. Maigret però è solo (i suoi
agenti assicurano solo servizi fisici e supporto logistico) mentre Corto ha una
corte efficiente di amici e sodali. Questo pareggia le potenzialità. Se i tempi
sono lunghi. In tempi brevi, mio malgrado, devo scegliere Maigret. La provincia
italiana è avvolta dalla nebbia, una coltre che, se non si fa presto, dilata il
tempo a dismisura, ovatta i ricordi e tutto assorbe. Maigret, con la sua pipa,
sa contrastare la nebbia: avvolge le persone di fumo odoroso, le seduce e le sa
far parlare...
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