venerdì 24 febbraio 2017

Fumetti in giallo XXXVIII


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Trentottettesima parte









 

Tintin 1930 

Conobbi Tintin nella prima metà degli anni '50, grazie all'editore Vallardi. Lo conobbi quando era già vecchio. Lo conobbi insieme a Mortimer &Blake, altra roba! Aveva cominciato del '46 a uscire insieme a quei due in Belgio. Durante il primo anno di pubblicazioni sulla rivista Le journal de Tintin ,paradossalmente, ma non tanto a ben guardare, Le secret de l'Espadon  ebbe più successo delle avventure dello stesso Tintin, che appariva con la sua serie nella stessa rivista. Il confronto (grafica a parte) era impietoso: quei due indagavano davvero, Tintin viveva avventure esotiche ormai un po' datate.
Arrivato a quota XXXVII nella conta dei detective di noir di china, dopo due anni d'incertezza, mi son detto: "Se nella lista ci ho messo Topolino, ci può stare anche Tintin!". Dirò la verità. Amo Pluto, ma non sopporto Miluo il cane di Tintin. Adoro Paperino (anche  se Paperone è super!), mi è simpatico Topolino (quello degli anni d'oro) mentre Tintin (di cui apprezzo le storie nell'insieme, soprattutto per la grafica) è un personaggio pallosissimo! Ma indaga... e allora? Come si fa?

Tintin è un detective anomalo. Combatte trafficanti di oppio, ladri d'arte, falsari, complottisti vari, loschi uomini d'affari ... un  proto 007 senza licenza di uccidere, un Topolino dalle forme umane con molte capacità talentuose.  E' il protagonista del fumetto belga di gialli avventura, Le avventure di Tintin di Hergé. Un fumetto solo apparentemente ingenuo, in realtà furbetto assai e molto politicamente schierato.


Tintin è un giovane reporter belga, detective sempre, reporter mai,  protagonista di avventure esotiche in ogni parte del globo insieme all'inseparabile cagnolino Milou.


A creargli problemi i due maldestri poliziotti, quasi gemelli (copia conforme, si direbbe oggi), Dupond e Dupont. A partire dal nono albo della serie Il granchio d'oro è affiancato dal collerico capitano Haddocck, e a partire dal dodicesimo albo Il tesoro di Rackam il Rosso dallo scienziato Trifone Girasole. La presenza della cantante Bianca Castafiore è da considerare, volendo esser buoni, una  jattura comica.


Di Paperino si sa quasi tutto, di Topolino pure, di Tintin non si conosce nulla. Nulla della famiglia, né l'età, né i suoi studi, né di che campa. A dire la verità viene dichiarata  la sua professione, quella di reporter, ma non lo vediamo mai al lavoro e viene subito qualche dubbio. Per "ovviare" alla contraddizione data da un personaggio costantemente impegnato in viaggi attorno al mondo senza una evidente fonte di reddito, l'autore Hergé lo fa partecipare (nella sua prima avventura in due parti) a una fortunata caccia al tesoro, che (evidentemente) permette a lui e ai suoi soci (il capitano Haddock e il bizzarro scienziato Trifone Girasole) di vivere di rendita. In molti episodi vi sono anche i due poliziotti non molto sagaci, imbranati e casinisti, amici di Tintin, con i nomi simili Dupond e Dupont. Sono gemelli, tutti e due vestiti con bombetta e bastone, e appaiono come personaggi la prima volta nell'episodio I sigari del Faraone con i nomi X-33 e X-33bis.
I personaggi cattivi con cui Tintin si deve confrontare sono in genere spie, falsari, trafficanti di droga e schiavisti.
L'intera serie delle sue avventure è stata completamente ritradotta e ristampata in italiano nel 2011 da Giovanni Zucca per Rizzoli Lizard, con la supervisione di Philippe Daverio e con la consulenza filologica di Gianfranco Goria.




Le avventure di Tintin è stato pubblicato per la prima volta in francese il 10 gennaio 1929 nel settimanale belga a fumetti Le Petit Vingtiéme, supplemento del quotidiano cattolico Le vingtième siècle. Le storie si snodano in 23 avventure e una ventiquattresima incompiuta.
Percorrendo le storie di Tintin si ottiene un ripasso panoramico della realtà sociale e politica del secolo scorso:
  • la prima delle sue avventure lo vede, con visione fortemente anticomunista, nell'Unione Sovietica del 1929, e nella Repubblica di Weimar;
  • nel 1930  va in Congo (allora colonia belga) dove la narrazione è di un razzismo così esagerato da arrivare al ridicolo;
  • l'anno dopo, 1931, lo ritroviamo in America in difesa degli indiani (meno male!);
  • nel 1934 è nella Cina occupata dai giapponesi;
  • nel 1937 rincorre i falsari tra l'Inghilterra, il Belgio e la Scozia;
  • nel 1940 difende la monarchia della Syldavia, corrispondente all'allora Jugoslavia, poi l'invasione dell'Austria da parte dei nazisti.


E così via, storia dopo storia, cambiandosi il costume, arriva sino alla Luna, ai dirottamenti aerei e ai dittatori sudamericani, l'antagonista Farc compresa.



La geografia e la storia del '900 creano per Hergé la sceneggiatura e le ambientazioni mentre le trame sono fatte di comicità e storie avvincenti, legate da personaggi strambi e speciali a volte surreali. Tintin è un eroe acculturato, dotato di spirito di avventura ma anche di osservazione e sete di conoscenza che lo porta a capire e apprendere la cultura di ciascun popolo con cui entra in contatto.
Hergé disse: "Se mi sono messo a viaggiare non è stato solamente per vedere nuovi paesaggi o per documentarmi, ma per scoprire altri modelli di vita, altri modi di pensare: insomma, per allargare la mia visione del mondo".

Lo stile che caratterizza le vignette di TinTin è stato creato in modo originale da Hergé e ha dato luogo a un filone che nel 1977 è stato denominato ligne claire; portato avanti da una scuola di autori franco-belgi, è uno stile che ama il tratto limpido e netto, le vignette pulite, senza altri tratti oltre a quelli essenziali, pur in una scenografia molto curata e dettagliata. Ricordiamo che in Italia è Vittorio Giardino il più grande rappresentante di questo stile.

 
 

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