venerdì 10 marzo 2017

Parole oscure: Suspense (III)

PAROLE OSCURE (III)
La SUSPENSE

a. Un errore persistente


Un'ipotesi di classificazione "classica"
Ci sono giornalisti (alcuni sedicenti tali) che ancora (è di ieri "uno nessuno e centomila"!) sbagliano a scrivere in saggi nelle pagine di autorevoli quotidiani (dov'è il "proto"?), o a pronunciare in TV (Anche alla Rai), la parola "suspense". E' intollerabile tanta pagata (sempre troppo) ignoranza! Pertanto, a rischio di risultare pedante o palloso, come premessa, devo dare una dotta definizione del termine. La rubo al dizionario Treccani.

suspensesëspèns› s. ingl. [dal lat. suspensum, part. pass. neutro di suspendĕre «sospendere», attrav. il fr. en suspens «in sospeso»], usato in ital. al femm. – Stato di apprensione e di ansiosa attesa con cui si segue l’evolversi di situazioni, soprattutto di opere narrative, teatrali, cinematografiche e televisive, ricche di drammaticità e d’imprevisti e dall’esito incerto; anche, la situazione, e spec. il momento, di un film, di un racconto e sim., capaci di suscitare uno stato di ansiosa incertezza e di attesa spasmodica, di tenere con il fiato sospeso: un’atmosfera carica di s.; un romanzo giallo, un racconto poliziesco ricco di s.; la raffinata s. dei film di Hitchcock; in quel film dell’orrore non manca certo la suspense. Con usi estens.: attendevo inquieto e non senza s. la chiamata del direttore La parola si sente usata in ital. (ma sempre più raramente) anche con la pron. fr. ‹süspãa› e, ma raram., al genere maschile, che ha nella lingua francese.

Alessandro Manzoni non disdegna di usarla: vedi la scena del matrimonio intentato. La suspense è usata da Dante nella Commedia. Risalendo alle origini, anche Omero, nell'Odissea, ne fa uso!
La suspense fa parte degli ingranaggi del romanzo: come l'autore sceglie la vicenda da raccontare e il modo in cui raccontarla per portare il lettore a leggere un libro tutto d'un fiato.
La suspense è la tecnica che cerca di lasciare i lettori sempre con il fiato sospeso, ha l'obiettivo di stimolare la curiosità e l'attenzione e creare attese per lo sviluppo della vicenda. Per ottenere questo risultato in genere l'autore organizza un intreccio complesso, ricco di anticipazioni e regressioni (oggi "flashback": questo termine  Omero non lo conosceva, ma lo faceva!).

Nel noir o nel giallo, per tornare a noi, è una tecnica narrativa. Se ne possono conoscere le tecniche, la loro applicazione è però un'arte sottile. Impossibile insegnarla, come non s'insegna il talento.



Nel thriller è qualcosa di più. In pratica è quel  sottile diaframma osmotico tra protagonista e lettore (o spettatore) che genera la suspense. Un velo o una pellicola invalicabile, una cortina impalpabile, attraverso cui il lettore vede e comprende, ma che gli impedisce di avvertire la vittima! Come la tenda di una doccia in un desolato motel...

La suspense è un principio attivo, come per i medicinali, nei romanzi va ben dosata, miscelata ad arte. Ci sono modi semplici e modi più sottili, più insinuanti. Ai lettori, per esempio, viene detto che qualcosa di grave sta per accadere...,  vengono loro dati degli indizi, ma non spiegazioni precise; è proprio così che l'autore più ingenuo crea in modo semplice l'ansia di scoprire l'ignoto, cioè la suspense.
Altri autori, più smaliziati cercano il coinvolgimento del lettore. Se il coinvolgimento di chi legge è molto forte la suspense è assicurata. Ma occorre che sia accompagnata da una narrazione  incalzante, dove viene dato ampio spazio ai pensieri e ai dubbi del protagonista. 


Il lettore si sente partecipe delle sue decisioni e delle sue imprese e arriva a identificarsi con lui, proprio come se il palo da conficcare nell'unico occhio di Polifemo lo riguardasse direttamente.

(III - Segue) 
Parole precedenti:
Noir 

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