martedì 11 aprile 2017

L'ombra del bonsai (3-I)


Sospetti
l'ombra del bonsai
3


Rumori dal fondo


Lui, in fondo, era solo un ragazzo. Un ragazzo laconico. Sembrava timoroso, un po’ chiuso e fragile, ma si era di nuovo adattato, senza resistenze, alla vita del severo Pio Istituto di correzione Don Bosco. Come la prima volta affidato alle cure di monsignor Ferruccio Bartoli Lamis. 




Il direttore, monsignor Ferruccio, anche se scettico, un po' ci sperava "In fondo l'altra volta c'è stato troppo poco!". Avrebbe dovuto ancora far tutto da solo:   don Cirillo, mezzo cieco, quasi sordo e napoletano, capiva poco.  A volte, poi, gli capitava pure di perdersi nello stabile!





Sapeva anche, il religioso, che i genitori, dopo quella prima fugace visita, non sarebbero più venuti a trovare il figlio.
Lui stava quasi sempre da solo, sempre in disparte, ma  sempre vigile: teso, notava tutto. Sapeva tutto: era l’unico ad aver già esplorato soffitte e cantine dell'enorme palazzo: un mito per gli altri ragazzi. In realtà ne avevano paura.
Due mesi dopo che  aveva terminato il primo soggiorno, l’avevano sorpreso che faceva sapone col cane dei suoi vicini di casa, dopo averlo scuoiato. Crudeltà reiterata verso gli animali: il capo d’accusa. Sembra che un anno prima anche un paio di gatti avessero fatto, per mano sua, una brutta fine. C'è chi dice che fossero tre.
Era anche pregiudicato, per   furto leggero e spaccio pesante, ma per un giovane di quel quartiere erano sembrate cose di routine e s’era sperato in Don Bosco. L’avvocato d’ufficio aveva fatto notare, cercando di evitargli l’Istituto, che sembrava un ragazzo innocuo, solo bisognoso d’affetto. Lo fece anche mettere a verbale: “Triste, abbandonato e soprattutto solo. Solitario, ma innocuo”. Nonostante il fallimento del Pio Istituto, era stato fatto rinchiudere di nuovo, solo perché il giudice aveva due labrador. “Una barbarie!”, com’era possibile seviziare un povero cane rimasto solo senza i padroni?
Nessuno, né l’avvocato, né il magistrato, né la polizia, né il parroco, si erano preoccupati degli anziani vicini, i padroni del cane. “Sono da qualche parte a Santo Domingo, dai genitori del ragazzo … Li hanno invitati per contraccambiare il favore!". Affermava sicura la vedova Gualtieri. La sicurezza di una custode scolastica in pensione.
"Spesso gli anziani ci si perdono per una lunga vacanza!", facevano eco gli abitanti della zona. Annuivano pure.
Nessuno che, prima, si fosse preoccupato di lui lasciato ai vicini. Tutti, ora, a preoccuparsi del cane lasciato al ragazzo. 


Nessuno che si chiedesse perché il cemento del vialetto del   garage dei due anziani fosse stato gettato di recente, perché ci fossero impronte canine e perché il cane vi si mettesse sopra a uggiolare per ore. 

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(dati libro)  

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