Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio 108
Hollywood trema
James Ellroy
Bompiani
Forse un plot, forse un
flop…
Una raccolta che era meglio non
raccogliere. Più che racconti e articoli sono appunti frettolosi scritti con il
fiele dell’ossessione per la morte della madre (vedi Black Dalia, ma è
altra roba!).
Lo stile (se si può usare questo
termine) è quello scarno degli appunti di un tenente (a volte sergente, mai
capitano) di polizia. Si accumulano nomi, sigle, acronimi e si ripetono fatti
fino alla noia … senza risolvere il caso.
Non decolla mai, ristagna nel
putrido fango di Los Angeles e dintorni in cui il brutto anatroccolo James
sembra sguazzare con gran piacere.
Una delusione faticosa: l’ho
dovuto terminare perché mi era stato regalato e dovevo, in qualche modo, onorare il dono. Se l’avessi comprato
non sarei andato oltre pag. 27.
Lo stile asciutto dell’Ellroy che
conoscevo si è cangiato in sciatta “noteria” (o notazione). Delitti a
ripetizione, quasi tutti uguali,
irrisolti o risolti male. Del resto in quegli anni a Los Angeles ne contavano
più di cinquecento l’anno.
Nessuna suspense, molta noia e un
senso di repulsione per quegli schizzi di parole lorde che mi arrivavano dalle
pagine.
Roba da studenti di letteratura in
tesi, loro sarebbero costretti a leggere e sottolineare maledicendo, con
autentico livore, il docente relatore. Uno studente di una scuola di cinema potrebbe
ricavarne un plot, il suo docente lo boccerebbe dicendogli che è tutta roba già
vista e risaputa.
Un “viale del tramonto” (Sunset Strip
viene citato spesso nel testo) letterario che è bene dimenticare alla svelta. Ellroy
si mescola ai suoi personaggi (alcuni reali e famosi): una forma di schizofrenia
senile di gusto laido. Alla fine ho pure provato un po’ di pena … per quel bambino
di nove anni portato da un poliziotto scemo a ammirare il cadavere della madre strangolata
di fresco. Mi sembra che ne stia pagando pesanti conseguenze. Libro brutttto.
Voto **/5
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