giovedì 20 luglio 2017

Il Gufo Giallo (110)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli


Giudizio n. 109
Hap&Leonard
Joe R.  Landsale
Einaudi super ET

 

 

Tre screwball noir comedy ... una noiosa

 

Genere cinematografico di origine teatrale, la screwball comedy è una commedia di situazione, a metà tra la sophisticated comedy e la farsa, con  dialoghi vivaci e incalzanti. Abitualmente incentrata sulla "guerra dei sessi", sull'incontro/scontro fra personaggi inizialmente antagonisti,  che inevitabilmente finiscono per stare insieme, dopo essere passati attraverso una serie di eventi spesso bizzarri e paradossali  
I dialoghi hanno ritmo incalzante e umorismo raffinato, che soprattutto raggiungono il massimo grado dell'arte dell'allusione.
Landsale ricalca il genere con due  personaggi (un gay nero e un etero bianco) vivaci e nel contempo paradossali. Ci aggiunge violenza, umorismo macabro, un pizzico di horror e tinteggiatura giallo noir.
Tre romanzi, i primi della serie, nel complesso godibili, ma il primo romanzo è invecchiato ai limiti della noia o del ridicolo. Il secondo (Mucho Mojo) è molto buono e il terzo ripetitivo.

Ne è scaturita una serie TV, ma non di grande successo. Ne ho già parlato, ma presto la tratterò per esteso.
Il marketing ci presenta Hap e Leonard come due detective. Niente di più falso, sono due impiccioni troppo curiosi, border line con la delinquenza, un po’ casinisti, ma alla fine (salvo qualche ferita) fortunati  nell’uscire dai guai e risolvere il caso. Ammazzano senza rimpianti o rimorsi gli antagonisti ispirandosi a un rigore morale che sfiora la criminalità.
Secondo i più sono di una simpatia avvolgente. Li  avevo conosciuti, anni orsono, leggendo Il mambo degli orsi (il terzo romanzo di questa raccolta) e non mi erano piaciuti. Ricominciando ora da capo devo dire che ci avevo capito poco, ma non per colpa mia. In ogni caso non mi stanno simpaticio neppure ora. Landsale non è uno scrittore seriale che rispetta il lettore come si dovrebbe. Se fosse un capotreno, al passeggero che salisse a Orte  sull’Intercity Partito da Milano farebbe pagare il biglietto da Milano Centrale a Roma Termini! Sì, i romanzi successivi non sono completamente fruibili se non si sono letti i precedenti.
Penultima pecca: a volte (nei dialoghi) non cerca gli universali ma approfondisce i particolari, fa battute con riferimenti ai dettagli (immancabilmente passati di moda o dimenticati) e annoia.
Infine le metafore. Metaforicamente parlando sono esageratamente aggiustate, come se un elefante avesse riordinato gli scaffali della famosa cristalleria: un disastro!

Voto ***/5
 

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