I “dilettanti” nel genere giallo
Storia e fenomenologia del detective improvvisato "ma non troppo"
nella letteratura, nella TV e nel cinema di genere
(I)
Il
numero uno
La
storia del cavaliere Auguste Dupin prende vita con I delitti della via Morgue.
Si insedia da principe nella corrente, allora in voga, di misteri e omicidi
avvenuti dentro una stanza con la porta chiusa. E.A. Poe non poteva che, nel
raccontarla a modo suo, cavalcarne il paradosso e l'assurdo. Per meglio sfruttare la
situazione traccia, fin dalla prima indagine, dei punti fermi sul suo detective dilettante. Mi sono preziosi
per descrivere questo eccentrico personaggio.
1)
Dupin è francese. Un francese di
maniera, come lo poteva vedere un americano del 1800. Il narratore sottolinea
un profondo interesse per "quel
candore su cui un francese indulge ...".
2)
Auguste mostra compassione per i criminali. Attenzione, quando Dupin
rassicura l'amico narratore (che non è
l'uomo di mondo Watson!) per gli orribili omicidi Morgue Rue, lo fa perché ha
capito che non di umano delinquente si tratta.
3)
Gli piace provare la false accuse contro gli innocenti. "E' stato solo dopo l'annuncio che Le
Bon era stato imprigionato" che egli indaga sul caso della via Morgue. Lo fa per diletto,
credetemi!
4)
Dupin rifugge le luci della ribalta. "Erano molti anni che non lo vedevo, da quando Dupin aveva cessato di tenersi in
disparte e di essere noto a Parigi."
5)
"Va come in trance quando analizza i
crimini: .... Ho già parlato del suo
modo astratto ... ... I suoi occhi, assente nell'espressione, occhi fissi
sul muro". Altri andrebbero a spasso
per riflettere, si aggirerebbero intorno al luogo del delitto spalando nuvole.
6)
Dupin non è un detective professionista. Non è neppure ricco, egli "è riuscito, per mezzo di un'economia
rigorosa, ad assicurarsi i mezzi di sussistenza, senza curarsi del superfluo.". Di certo con tre sole
inchieste (Rue Morgue, La lettera e Il caso Roget) non si mette la minestra in tavolo tutti i
giorni dell'anno!
7)
E' di una classe sociale elevata.
"Questo giovane signore era di un eccellente, anzi di una famiglia
illustre." E' un cavaliere, uno chevalier.
8)
"Auguste è 'un auto recluso eccentrico. In sostanza anti-sociale
", ha cessato di sua volontà di mostrare se stesso al mondo.
9)
E' un intellettuale, dalla cultura profonda. "I libri, infatti, erano i suoi unici
lussi".
10)
E' brillante.
La sua "capacità analitica peculiare" include la rilettura della (la
sua) mente, riconoscendo i dettagli, correlando le informazioni, e poi
presentare deduzioni che richiedono molta attenzione a seguire il suo pensiero.
Le conclusioni,
quando le trae, sono sconfortanti. Più o meno, per descrivere il suo modo di
procedere, afferma che:
"a)
L'attingere dall'osservazione, dal ragionamento e dall'intuizione è per me prassi comune.
b) Il primo passo nella rilevazione l'ho
osservando. Osservo uomini e cose e i legami tra loro.
c) Poe descrive Dupin (che ovviamente ne è
consapevole e ce lo fa capire!) come la quintessenza di "raziocinio".
Un mostruoso genio.
d) Attenti io mi basoa più sulla ragione, che sull'intuito
(come faceva Holmes: lui non abduce, deduce.
e) Alla fine, mescolando porzioni disuguali di
ragione e comprensione del prossimo, mi metto dentro la mente del criminale per
raggiungere il successo".
Cattivo
venditore del suo sublime intelletto. Quale mai cliente lo pagherebbe! E' da
queste frasi che si capisce che è un dilettante: si diletta del proprio
ragionamento. Cerco di riassumere io.
Metodo di
Auguste Dupin
Le abilità analitiche di Dupin possono essere
osservate quando legge la mente del narratore, raggiungendo questo seguendo il
filo della sua conversazione. Il metodo usato da Dupin è quello di capire
le mosse del criminale per penetrare nella sua mente. Sapendo come pensa un
criminale, può risolvere qualsiasi crimine.
Con questo sistema, combina la logica scientifica
con l'immaginazione artistica. Da vero osservatore e da psicologo (ma ancora
Freud non c'era), presta particolare attenzione a ciò che nessuno nota, come
indecisione, nervosismo, impazienza e a parole casuali o involontarie. Dupin è
ritratto come una macchina di pensiero disumanizzata, un uomo il cui unico
interesse è la logica pura.
Il personaggio sottolinea anche l'importanza della
lettura e della scrittura in quanto molti degli indizi provengono dalla lettura
di giornali o da rapporti. Questo meccanismo richiama l'attenzione del lettore,
che prosegue cercando i brani da soli.
Dupin non è in realtà un detective e le sue
motivazioni stanno cambiando nelle loro diverse apparenze.
Parliamo infine di una "macchia", che potrebbe
essersi allargata. Ne I delitti della via Morgue indaga "gratuitamente"
sugli omicidi solo per proprio intrattenimento e per dimostrare l'innocenza di
un uomo accusato falsamente. Rifiuta una ricompensa finale in questa storia.
Tuttavia, nella La lettera rubata, trovandosi in drammatica crisi finanziaria,
conduce la ricerca per ottenere deliberatamente una ricompensa che gli dia
tranquillità momentanea.
Non so cosa abbia fatto dopo aver risolto il terzo caso,
quello di Marie Roget (l'immagine è del film che ne è stato tratto). Certo che se
avesse preteso (o chiesto gentilmente) parcella ci sarebbe da chiedersi se sia davvero
un dilettante!
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