lunedì 23 ottobre 2017

Dilettanti professionali (I)

 

I “dilettanti” nel genere giallo
Storia e fenomenologia del detective improvvisato "ma non troppo"
nella letteratura, nella TV e nel cinema di genere
(I)

Il numero uno






La storia del cavaliere Auguste Dupin prende vita con I delitti della via Morgue. Si insedia da principe nella corrente, allora in voga, di misteri e omicidi avvenuti dentro una stanza con la porta chiusa. E.A. Poe non poteva che, nel raccontarla a modo suo, cavalcarne il paradosso e l'assurdo. Per meglio sfruttare la situazione traccia, fin dalla prima indagine, dei punti fermi sul suo detective dilettante. Mi sono preziosi per descrivere questo eccentrico personaggio.

1) Dupin è francese. Un francese di maniera, come lo poteva vedere un americano del 1800. Il narratore sottolinea un profondo interesse per "quel candore su cui un francese indulge ...".







2) Auguste mostra compassione per i criminali. Attenzione, quando Dupin rassicura l'amico narratore (che non  è l'uomo di mondo Watson!) per gli orribili omicidi Morgue Rue, lo fa perché ha capito che non di umano delinquente si tratta.

3) Gli piace provare la false accuse contro gli innocenti. "E' stato solo dopo l'annuncio che Le Bon era stato imprigionato" che egli indaga sul  caso della via Morgue. Lo fa per diletto, credetemi!

4) Dupin rifugge le luci della ribalta. "Erano molti anni che non lo vedevo,  da quando Dupin aveva cessato di tenersi in disparte e di essere noto a Parigi."

5) "Va come in trance quando analizza  i crimini:  .... Ho già parlato del suo modo astratto ... ... I suoi occhi, assente nell'espressione, occhi fissi sul   muro". Altri andrebbero a spasso per riflettere, si aggirerebbero intorno al luogo del delitto spalando nuvole.






6) Dupin non è un detective professionista. Non è neppure ricco, egli "è riuscito, per mezzo di un'economia rigorosa, ad assicurarsi i mezzi di sussistenza, senza curarsi del  superfluo.". Di certo con tre sole inchieste (Rue Morgue, La lettera e Il caso Roget)  non si mette la minestra in tavolo tutti i giorni dell'anno!




7) E' di una classe sociale elevata. "Questo giovane signore era di un eccellente, anzi di una famiglia illustre." E' un cavaliere, uno chevalier.

8) "Auguste è 'un auto recluso eccentrico. In sostanza anti-sociale ", ha cessato di sua volontà di mostrare se stesso al mondo.

9) E' un intellettuale, dalla cultura profonda. "I libri, infatti, erano i suoi unici lussi".

10) E' brillante. La sua "capacità analitica peculiare" include la rilettura della (la sua) mente, riconoscendo i dettagli, correlando le informazioni, e poi presentare deduzioni che richiedono molta attenzione a seguire il suo pensiero.





Le conclusioni, quando le trae, sono sconfortanti. Più o meno, per descrivere il suo modo di procedere, afferma che:


"a)  L'attingere dall'osservazione, dal ragionamento e dall'intuizione è  per me prassi comune.

b) Il primo passo nella rilevazione l'ho osservando. Osservo uomini e cose e i legami tra loro.

c) Poe descrive Dupin (che ovviamente ne è consapevole e ce lo fa capire!) come la quintessenza di "raziocinio". Un mostruoso genio. 

d) Attenti io mi  basoa più sulla ragione, che sull'intuito (come faceva Holmes: lui non abduce, deduce.

e) Alla fine, mescolando porzioni disuguali di ragione e comprensione del prossimo, mi  metto dentro la mente del criminale per raggiungere il successo".


Cattivo venditore del suo sublime intelletto. Quale mai cliente lo pagherebbe! E' da queste frasi che si capisce che è un dilettante: si diletta del proprio ragionamento. Cerco di riassumere io.

Metodo di Auguste Dupin

Le abilità analitiche di Dupin possono essere osservate quando legge la mente del narratore, raggiungendo questo seguendo il filo della sua conversazione. Il metodo usato da Dupin è quello di capire le mosse del criminale per penetrare nella sua mente. Sapendo come pensa un criminale, può risolvere qualsiasi crimine.  

Con questo sistema, combina la logica scientifica con l'immaginazione artistica. Da vero osservatore e da psicologo (ma ancora Freud non c'era), presta particolare attenzione a ciò che nessuno nota, come indecisione, nervosismo, impazienza e a parole casuali o involontarie. Dupin è ritratto come una macchina di pensiero disumanizzata, un uomo il cui unico interesse è la logica pura.

Il personaggio sottolinea anche l'importanza della lettura e della scrittura in quanto molti degli indizi provengono dalla lettura di giornali o da rapporti. Questo meccanismo richiama l'attenzione del lettore, che prosegue cercando i brani da soli.

Dupin non è in realtà un detective e le sue motivazioni stanno cambiando nelle loro diverse apparenze.

Parliamo infine di una "macchia", che potrebbe essersi allargata. Ne I delitti della via Morgue indaga "gratuitamente" sugli omicidi solo per proprio intrattenimento e per dimostrare l'innocenza di un uomo accusato falsamente. Rifiuta una ricompensa finale in questa storia. Tuttavia, nella La lettera rubata, trovandosi in drammatica crisi finanziaria, conduce la ricerca per ottenere deliberatamente una ricompensa che gli dia tranquillità momentanea.


Non so cosa abbia fatto dopo aver risolto il terzo caso, quello di Marie Roget (l'immagine è del film che ne è stato tratto). Certo che se avesse preteso (o chiesto gentilmente) parcella ci sarebbe da chiedersi se sia davvero un dilettante!





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