giovedì 7 dicembre 2017

Andiamo a iniziare (V)


L’incipit

(V)



Uno studio in rosso
Nell'anno 1878, conseguita la laurea in medicina alla London University, mi recai a Netley per seguire il corso di specializzazione come chirurgo militare. Completati i miei studi, fui regolarmente distaccato presso il Quinto Corpo Fucilieri del Northumberland in qualità di assistente chirurgo. All'epoca, il reggimento era di stanza in India e, prima che io potessi raggiungerlo, era scoppiato il secondo conflitto afghano. Sbarcando a Bombay, venni a sapere che il mio reparto aveva già attraversato i passi ed era ormai all'interno del territorio nemico. Molti altri ufficiali si trovavano, comunque, nella mia stessa situazione. Seguimmo quindi il reparto e riuscii a raggiungere sano e salvo Candahar, dove mi ricongiunsi al mio reggimento assumendo subito le mie nuove funzioni.
L’incipit nel thriller
Premessa semi-tecnica su cui riflettere, ma non al buio e nemmeno di notte, potrebbe saltare la corrente e magari fuori si mette a cantare una civetta!! Nel  thriller l’autore cerca, con lo sviluppo della narrazione, di costruire un crescendo (tipo il bolero di Ravel) che si “sente” sempre più carico di tensione. L'inizio dev'essere una bomba a lenta detonazione. Articolare un climax così, nell'incipit, non è semplice. Le tecniche sono diverse, a volte sopraffine. La più sottile è disseminare piccoli indizi inquietanti che poi assumeranno significato: come dei led che si accendono uno alla volta. Verso la fine devono però lampeggiare con crescendo di frequnza!
Il film Intrigo internazionale ne è un esempio e tocca l'apice nella scena dell'aereo sul desolato campo di mais, poi diventa un film di spionaggio. Psyco un altro classico di zio Alfred è un angosciante crescendo. Altre volte si toglie subito il velo e le cose diventano smaccatamente evidenti: l'autore semplicemente lo dice. Non è rozzezza stilistica, è una scelta; significa che poi, per costruire angoscia e tensione, agirà su altri tasti. In Almost Blue, ad esempio, Carlo Lucarelli mette sul piatto fin dall’inizio un lago di sangue, la musica,   una Bologna   vitale e un giovane uomo cieco: la persona menomata e indifesa è tipica di questo genere: si ricordi anche il film La scala a chiocciola.
Ma prima leggiamo l'incipit del romanzo, omonimo in Italia, da cui e tratto. E' il primo esempio
1 - L’albero
Helen si accorse di aver camminato troppo solo quando cominciò a imbrunire.
Si fermò e si guardò attorno, rimanendo colpita dalla desolazione di quella campagna: la sua era stata una lunga passeggiata, eppure non aveva incontrato nessuno e non aveva visto neppure una casa. Gli alti argini dei sentieri limitavano il suo campo visivo e sembravano piste fangose; la collina era un ammasso di tumuli di terra arida, color nero seppia, coperti da un velo di pioggia residua.
Sulla natura incombeva un greve senso di attesa, come se sulla valle stesse per abbattersi un cataclisma. In lontananza, troppo distante per far pensare all’approssimarsi di un temporale, si udiva fievole il rombo ondu-lato del tuono.
Fortunatamente Helen era una persona realista, abituata ad affrontare con decisione i problemi e non incline all’autocommiserazione. Fantasiosa ma dotata di solido buon senso, piccola di statura e pallida di carnagione come una fettina di luna nascente, era salvata dall’anonimato solo dalla chioma di capelli rossi, luminosi e soffici. Ma, anche se dall’aspetto non traspariva, amava la vita in modo appassionato: per lei il futuro significava una costante attesa, ogni giorno era il benvenuto, ogni ora e ogni istante un motivo di interesse.
 
 
Qui la ragazza è zoppa (per forza, se no la scala che ci sta a fare?), percepisce minacce, le cerca tra le ombre, tenta di illuminarle claudicando. 


Il cieco di Bologna, invece,  ascolta attraverso il suo scanner-radio le voci della città. Chiuso nella sua stanza, si trova al centro di una vicenda sanguinosa e terribile. Parlo di Almost Blue noir/horror nostrano. Ma Lucarelli (uomo marketing, nonché giallista) è sospettato, fortemente, di ricercare "effettacci"!
Stephen King, per me (e per altri illustri più di me) è un maestro del thriller. Alcuni altri autorevoli studiosi lo classificano nel gotico oppure nel fantastico, i più nell'horror. Non ho niente da obiettare anche se  personalmente preferisco (non scandalizzi che io  metta nel thriller anche Il giro di vite di James!) guardarne la struttura narrativa che è, in alcuni romanzi, un meccanismo rigorosamente thriller. Lo prendo quindi ad esempio. Ricordiamoci che questo testo è piaciuto a Stanley Kubrick, tanto di cappello! Jack, scrittore fallito sull'orlo della depressione, cerca un lavoro che gli consenta di scrivere sbarcando il lunario … Fin dall’inizio si avverte tensione
Shining
1 - COLLOQUIO DI ASSUNZIONE
Jack Torrance pensò: - Piccolo stronzo intrigante. - Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma non severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente. Al personale stipendiato parlava invece in modo più sbrigativo: sarà meglio che filiate dritto, voialtri. All'occhiello spiccava un garofano rosso, forse per evitare che per la strada qualcuno scambiasse Stuart Ullman per il titolare dell'impresa di pompe funebri. Mentre ascoltava Ullman, Jack ammise tra sé che, date le circostanze, con tutta probabilità non gli sarebbe piaciuto proprio nessuno da quella parte della scrivania.

Prendiamo ora, come terzo esempio, il capolavoro di King, IT. E’ una  sinistra, angosciante, saga corale che si espande tra orrori inquietanti e drammi umani senza speranza. 


E’ una summa dei temi che in seguito diventeranno il simbolo dell'autore: la forza soverchiante della memoria, la profonda incisività dei traumi infantili, il prezzo della violenza occultata dietro una fragile maschera di felicità, la grettezza e la bassezza umana nascosta dietro le apparenze di una ridente e piccola cittadina. Fin dall’inizio tutto ciò si avverte. Mi rendo conto che si tratta di un esempio estremo, ma la tensione, generata dal soprannaturale, è soverchiata dalla tensione e dall'approfondimento psicologico dei personaggi: ingredienti (come pomodoro e basilico per la pizza) del thriller.
IT
Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse anche di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.
La barchetta beccheggiò, s'inclinò, si raddrizzò, affrontò con coraggio i gorghi infidi e proseguì per la sua rotta giù per Witcham Street, verso il semaforo che segnava l'incrocio con la Jackson. Le tre lampade disposte in verticale su tutti i lati del semaforo erano spente, in quel pomeriggio d'autunno del 1957, e spente erano anche le finestre di tutte le case. Pioveva ininterrottamente ormai da una settimana e da due giorni si erano alzati i venti.
FINE 

Per gentile concessione da parte della premiata ditta:


 
 

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