lunedì 15 gennaio 2018

Una tranquilla provincia criminale (I)

 Una tranquilla provincia criminale
rassegna di alcuni delitti  della "provincia liquida" italiana

 (I)

La provincia italiana "è liquida!" E' un mio concetto e più volte ho scritto mini saggi o raccontato storie per spiegarrlo. Ho deciso di raccogliere alcuni casi significativi per veritarlo una volta per tutte!
Sarzana (I) 



Cominciamo da  William Vizzardelli. A Sarzana tra il 1937 e il 1939 fu autore di cinque omicidi, due rapine e un tentato omicidio. E' uno dei più feroci e giovani pluriomicidi che la criminologia ricordi.  Si salvò dall'esecuzione capitale perché minorenne, ma si guadagnò il record di ergastolano più giovane d'Italia. 

Un giornalista dell'epoca scrisse che Vizzardelli pareva un riccio di bosco: raggomitolato su se stesso, scontroso e falso.  Indubbiamente da quel che si vede dalle foto, appariva come un adolescente un po' rustico.


Questa incredibile storia è stata più volte rievocata e romanzata, fa notizia ancor oggi sui fogli di provincia! Un interessante romanzo-saggio è La logica dl burattinaio di Daniele Cambiaso e Rino Casazza. Cercherò di riassumer questa tragica vicenda nella sua crudezza.

 
La rapina a mano armata

Tutto inizia a Sarzana (La Spezia),  al Collegio della Missione. Qualche giorno prima delle vacanze di Natale 1936, il rettore don Umberto Bernardelli redarguisce aspramente lo studente Vizardelli e gli molla diversi ceffoni: lo considera un elemento indesiderabile sia dal punto di vista dello studio che da quello del comportamento.  
William ha soli 14 anni e proviene  da una buona famiglia (il padre è procuratore nel locale Ufficio del Registro), frequenta il ginnasio del paese e in collegio si reca, come alunno esterno, solo per compiti e ripetizioni. 
La sera del 4 gennaio 1937   si sentono sparare dei colpi d'arma da fuoco nell'ufficio di don Bernardelli. Raggiunto da quattro proiettili l'uomo muore all'istante. Subito dopo gli spari, dalla stanza sbuca un individuo vestito con un cappotto marrone; è camuffato da un cappello abbassato sulla fronte e da una sciarpa che gli cela il viso: sono scoperti solo gli occhi. 

La figura si dirige verso il pianerottolo, s'incontra coi collegiali Lionello Bassano e Walfrido Collini (entrambi sedicenni) e Marco Oleggini (11 anni). Senza dir parola apre il fuoco a ripetizione contro il Bassano, ferendolo gravemente: Spara altri colpi,   a vuoto, contro gli altri due ragazzi. Scendendo di corsa le scale s'imbatte  in frate  Andrea, il portinaio, che sta accorrendo. Può essere un testimone scomodo. Si becca un  colpo al torace: morirà dopo i soccorsi. Lo sparatore misterioso si è già dileguato fuori dall'edificio. Lionello Bassano, in pericolo di vita, si salverà per miracolo. 

C'è un movente. Dalla scrivania di don Bernardelli è sparita una busta gialla con le rette dei collegiali: circa 15.000 lire. Ma non si ha idea di chi possa aver   sparato con la pistola automatica Beretta calibro 9. S'indaga maon è possibile identificarlo.  Gli inquirenti, per settimane brancolano nel buio: il duplice delitto a scopo di rapina e il tentato omicidio sembrano dovere restare impuniti...


(I- segue)



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