Lo “sbirro” nel genere giallo
Storia e fenomenologia del detective
pubblico ufficiale
nella letteratura, nella TV e nel
cinema di genere
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E venne un uomo: Jules
Sorge una domanda a cui è bene
rispondere subito: “Siamo sicuri che l’ostentata ottusità
del poliziotto nel giallo classico sia solo un trucco narrativo per esaltare il
geniale detective?”.
No, credo che sia anche frutto
del contesto criminale dell’epoca: l’epoca vittoriana. Andiamo a dare un'occhiata alle
cronache.
1827: William Hare e Brendan Burke, noti anche
come "Assassini di West Port"; agirono come serial killer (17 assassinii) a
Edimburgo, dal novembre 1827 al 31
ottobre 1828.
1830: Thug Behram, ha seminato decine di morti prima di venir
catturato.
1835: John Lynch fu impiccato nell'aprile
1842, era stato condannato per vari omicidi e rapina.
1843: Delphine Lalaurie, una commerciante di
schiavi, sparisce nel nulla. Alcuni giorni dopo le persone che entrarono nelle
rovine della sua casa trovarono 12 cadaveri con evidenti segni di tortura: i
suoi schiavi, da lei ferocemente torturati.
1852: la ghigliottina si abbatté sul collo di Hélène
Jégado, una badante francese che avvelenava sistematicamente le persone per cui
lavorava. In totale mieté 36 vittime.
L’elenco è molto lungo, tra un po’
toccherebbe a Jack lo squartatore per poi continuare fino ai primi del ‘900. E’
il momento di fare una riflessione.
Ai
tempi della Regina Vittoria le
storie di efferati assassini volevano tracciare un quadro della società del
tempo. Ovviamente solleticavano la morbosità del lettore, ma ingeneravano
profonda sfiducia nell’operato della Polizia.
In questo clima di morboso interesse per i
delitti efferati (trucidi) in serie e di poca considerazione per le Forze
dell’Ordine, nasceva il Cavaliere Auguste Dupin, un Super Uomo di massa ma
anche l'archetipo, il padre, dei detective logici, coloro che svolgevano
indagini usando il ragionamento logico deduttivo. A tutti gli effetti il babbo
di Sherlock Holmes e il nonno di Hercule Poirot. Vi offro la chiave di lettura:
E.A. Poe era accanito lettore di cronaca nera,
e seguiva, senza perdere puntata, i casi che già abbiamo raccontato. Era anche
un geniale "Bastian Contrario" a cui piaceva prendere in giro l’ordine
costituito. S'inventa così il racconto, logicamente paradossale, de I
delitti della Rue Morgue. Per renderli anche ironicamente irrisori, verso la polizia, e attrattivi per il
pubblico, gli occorreva un investigatore eccelso: Dupin!
Passano gli anni e passa l'epoca vittoriana. La Guerra, quella “Grande”, travolgendo tutto, aveva segnato
profondamente la società europea e mondiale. La Francia, persa la sua Belle
Epoque aveva bisogno di ritrovare fiducia. Non si poteva continuare a esaltare
il detective estemporaneo e geniale, c’era bisogno di un uomo comune in cui i
francesi si riconoscessero. Un uomo che faceva il poliziotto.
Nel 1929 Georges Simenon, un genio della letteratura, un fine letterato
prestato al genere giallo, per ridare fiducia a se stesso e ai francesi, s’inventa il “poliziesco”, nasce il commissario
Jules Maigret, uno che ci sa fare.
Pietr le letton è il titolo del romanzo dove svolge la sua prima indagine.
Pietr le letton è il titolo del romanzo dove svolge la sua prima indagine.
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