domenica 11 febbraio 2018

Commissari (4)


Domenica 25 febbraio, nel pomeriggio, interverrò al Festival del Giallo 2018 per parlare della figura del "commissario" nella letteratura, nel cinema e nella fiction TV di genere giallo. Penso di far cosa gradita ripubblicanto questa serie di post sul tema. Era stata pubblicata nell'estate scorsa: si trattadi una versione solo rivista e corretta.



Lo “sbirro” nel genere giallo
Storia e fenomenologia del detective pubblico ufficiale
nella letteratura, nella TV e nel cinema di genere
(4)
Un modello inarrivabile: Jules

Con le inchieste del Commissario Maigret, Simenon ha imposto, dall’inizio degli anni ’30 del novecento, un cambiamento radicale al modello di romanzo poliziesco europeo. 


Con il suo commissario abbandona la struttura narrativa (vittoriana nello spirito e nei sensi) del giallo classico "all'inglese" imperniato su delitti perfetti, investigatori infallibili, poliziotti rigidi, ambientazioni mondane e altolocate che non sopportano il disordine di un delitto. Introduce e mette in risalto il poliziotto sagace che opera, con umana piètas, tra personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell'attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali. Maigret non ambisce a ristabilire l'ordine, sa che il delitto fa parte del genere umano.



Maigret ha persino meritato un monumento! Di Jules Maigret e della sua vita privata sappiamo tutto o quasi, di Lestrade, ricordiamocelo, non si sapeva niente!




Jules-Joseph Anthelme Maigret   nasce nel 1887 a Saint-Fiacre  un piccolo villaggio immaginario nell’Allier, non lontano da Moulins: vi ritornerà per un’indagine e per raccontarci un po’ della sua vita. Suo padre, Evariste, svolge la professione di amministratore del castello di Saint-Fiacre, una proprietà di tremila ettari sulla quale si contavano non meno di ventisei fattorie, di una delle quali era fattore il nonno paterno; la madre, Hernance, figlia del droghiere del paese, è casalinga.
Maigret, da adulto, ricorda spesso con un misto di sentimento di lontananza e nostalgia, il periodo della sua infanzia trascorsa nel villaggio di Saint-Fiacre quando faceva il chierichetto, svegliandosi al freddo e allo scuro delle albe invernali, per assistere il prete della prima messa. Risente nelle narici l'odore d'incenso e di vecchio legno della sacrestia che gli fanno venire alla memoria quel misto di ingenuità e spregiudicatezza tipici di quell'età ormai lontana.
Nel 1895 la madre, in attesa del secondo figlio, muore a causa delle maldestre cure di un medico ubriaco che l'assiste quando il piccolo Jules ha appena otto anni. Nel 1899 viene mandato a studiare come interno al liceo di Banville de Moulins, ma dopo pochi mesi, mostratosi riottoso alla vita di collegio, viene affidato dal padre ad una sua sorella, sposata ma senza figli, il cui marito aveva appena aperto un forno a Nantes.

In quegli anni Maigret trascorre i periodi scolastici a Nantes, e passa le vacanze dal padre che muore di pleurite all'età di 44 anni, nel 1906; nel frattempo Maigret comincia gli studi di medicina quasi a voler compensare l'ignoranza di quel medico che gli ha fatto morire la madre.
Nel 1907 anche la zia muore di pleurite; Maigret rifiuta l'offerta dello zio, che gli propone di tenerlo con sé e di insegnargli il mestiere del fornaio: interrompe gli studi di medicina e si trasferisce a Parigi dove per vivere, inizia a cercare un lavoro.
Va ad abitare in un piccolo alloggio sulla riva sinistra della Senna; in una camera accanto alla sua vive un uomo nel quale Maigret crede di trovare una certa rassomiglianza con il padre.
La sera prima di essere assunto in una ditta incontra casualmente il suo vicino di casa, in un ristorante a prezzo fisso. Dopo la cena i due passeggiano insieme, e Maigret scopre che il suo vicino si chiama Jacquemain ed è Ispettore di polizia; alla fine della serata Maigret, probabilmente affascinato dai discorsi dell'uomo, decide di diventare poliziotto.
Nel 1909 entra in polizia come “flic” (pattugliamento del quartiere) poi ottiene la qualifica di agente ciclista: deve portare gli incartamenti tra i vari uffici, e queste esperienze gli permettono di conoscere a fondo la città.
Pur ricoprendo un incarico modesto, Maigret inizia a farsi notare; lo stesso Jacquemain lo segnala ai suoi superiori, rimarcando il fatto che aveva iniziato gli studi universitari.


Dopo alcuni mesi diventa segretario del commissario di polizia del quartiere Saint-Georges; il nuovo incarico gli consente di non indossare più l'uniforme (cosa che, a suo dire, gli aveva impedito di fare la corte alle ragazze).
Una sera incontra per strada un vecchio compagno della facoltà di medicina, Félix Jubert; i due iniziano a frequentarsi, e dopo alcuni giorni l'amico gli propone di accompagnarlo ad un ricevimento nell'abitazione di alcuni conoscenti; Maigret, dapprima riluttante, acconsente e nell'occasione conosce e si fidanza con la futura "signora Maigret", Louise Léonard, nativa di Colmar, che sposerà nel 1912.


La coppia avrà una figlia morta dopo pochi giorni di vita, avvenimento che costituirà per Maigret e la moglie un rimpianto sempre accennato, ma sepolto nel loro intimo. Solo nel racconto Il fidanzato della signora Maigret il riferimento indiretto è lancinante.
Louise è una brava cuoca, Maigret, anche se frequenta i bistrot, ama mangiare a casa. Si conoscono diverse ricette di casa Maigret, la più famosa Le Boef mironton.
Come si vede “tanta roba” non resa nota tutta insieme, ma a piccole dosi nel susseguirsi dei tanti romanzi. Da allora, se un autore decideva di utilizzare un commissario come personaggio detective, doveva inventarsi una dettagliata vita da sbirro per raccontarla ai lettori.

(4 - segue)

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