Domenica 25 febbraio, nel pomeriggio, interverrò al Festival del Giallo 2018
per parlare della figura del "commissario" nella letteratura, nel
cinema e nella fiction TV di genere giallo. Penso di far cosa gradita
ripubblicanto questa serie di post sul tema. Era stata pubblicata
nell'estate scorsa: si trattadi una versione solo rivista e corretta.
Lo “sbirro” nel genere giallo
Storia e fenomenologia del detective
pubblico ufficiale
nella letteratura, nella TV e nel
cinema di genere
(4)
Un modello
inarrivabile: Jules
Con
le inchieste del Commissario Maigret, Simenon ha imposto, dall’inizio degli anni ’30 del
novecento, un cambiamento radicale al modello di romanzo poliziesco europeo.
Con il suo commissario abbandona la struttura narrativa (vittoriana nello spirito e nei sensi) del giallo classico "all'inglese" imperniato su delitti perfetti, investigatori infallibili, poliziotti rigidi, ambientazioni mondane e altolocate che non sopportano il disordine di un delitto. Introduce e mette in risalto il poliziotto sagace che opera, con umana piètas, tra personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell'attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali. Maigret non ambisce a ristabilire l'ordine, sa che il delitto fa parte del genere umano.
Con il suo commissario abbandona la struttura narrativa (vittoriana nello spirito e nei sensi) del giallo classico "all'inglese" imperniato su delitti perfetti, investigatori infallibili, poliziotti rigidi, ambientazioni mondane e altolocate che non sopportano il disordine di un delitto. Introduce e mette in risalto il poliziotto sagace che opera, con umana piètas, tra personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell'attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali. Maigret non ambisce a ristabilire l'ordine, sa che il delitto fa parte del genere umano.
Maigret
ha persino meritato un monumento! Di Jules Maigret e della sua vita privata
sappiamo tutto o quasi, di Lestrade, ricordiamocelo, non si sapeva niente!
Jules-Joseph Anthelme Maigret nasce nel 1887 a Saint-Fiacre un piccolo villaggio immaginario nell’Allier,
non lontano da Moulins: vi ritornerà per un’indagine e per raccontarci un po’
della sua vita. Suo padre, Evariste, svolge la professione di amministratore
del castello di Saint-Fiacre, una proprietà di tremila ettari sulla quale si
contavano non meno di ventisei fattorie, di una delle quali era fattore il
nonno paterno; la madre, Hernance, figlia del droghiere del paese, è casalinga.
Maigret, da adulto, ricorda spesso con un misto di
sentimento di lontananza e nostalgia, il periodo della sua infanzia trascorsa
nel villaggio di Saint-Fiacre quando faceva il chierichetto, svegliandosi al
freddo e allo scuro delle albe invernali, per assistere il prete della prima
messa. Risente nelle narici l'odore d'incenso e di vecchio legno della
sacrestia che gli fanno venire alla memoria quel misto di ingenuità e
spregiudicatezza tipici di quell'età ormai lontana.
Nel 1895 la madre, in attesa del secondo figlio, muore
a causa delle maldestre cure di un medico ubriaco che l'assiste quando il
piccolo Jules ha appena otto anni. Nel 1899 viene mandato a studiare come
interno al liceo di Banville de Moulins, ma dopo pochi mesi, mostratosi
riottoso alla vita di collegio, viene affidato dal padre ad una sua sorella,
sposata ma senza figli, il cui marito aveva appena aperto un forno a Nantes.
In quegli anni Maigret trascorre i periodi scolastici
a Nantes, e passa le vacanze dal padre che muore di pleurite all'età di 44
anni, nel 1906; nel frattempo Maigret comincia gli studi di medicina quasi a
voler compensare l'ignoranza di quel medico che gli ha fatto morire la madre.
Nel 1907 anche la zia muore di pleurite; Maigret
rifiuta l'offerta dello zio, che gli propone di tenerlo con sé e di insegnargli
il mestiere del fornaio: interrompe gli studi di medicina e si trasferisce a
Parigi dove per vivere, inizia a cercare un lavoro.
Va ad abitare in un piccolo alloggio sulla riva
sinistra della Senna; in una camera accanto alla sua vive un uomo nel quale
Maigret crede di trovare una certa rassomiglianza con il padre.
La sera prima di essere assunto in una ditta incontra
casualmente il suo vicino di casa, in un ristorante a prezzo fisso. Dopo la
cena i due passeggiano insieme, e Maigret scopre che il suo vicino si chiama
Jacquemain ed è Ispettore di polizia; alla fine della serata Maigret,
probabilmente affascinato dai discorsi dell'uomo, decide di diventare poliziotto.
Nel 1909 entra in polizia come “flic” (pattugliamento
del quartiere) poi ottiene la qualifica di agente ciclista: deve portare gli
incartamenti tra i vari uffici, e queste esperienze gli permettono di conoscere
a fondo la città.
Pur ricoprendo un incarico modesto, Maigret inizia a
farsi notare; lo stesso Jacquemain lo segnala ai suoi superiori, rimarcando il
fatto che aveva iniziato gli studi universitari.
Dopo alcuni mesi diventa segretario del commissario di polizia del quartiere Saint-Georges; il nuovo incarico gli consente di non indossare più l'uniforme (cosa che, a suo dire, gli aveva impedito di fare la corte alle ragazze).
Dopo alcuni mesi diventa segretario del commissario di polizia del quartiere Saint-Georges; il nuovo incarico gli consente di non indossare più l'uniforme (cosa che, a suo dire, gli aveva impedito di fare la corte alle ragazze).
Una sera incontra per strada un vecchio compagno della
facoltà di medicina, Félix Jubert; i due iniziano a frequentarsi, e dopo alcuni
giorni l'amico gli propone di accompagnarlo ad un ricevimento nell'abitazione
di alcuni conoscenti; Maigret, dapprima riluttante, acconsente e nell'occasione
conosce e si fidanza con la futura "signora Maigret", Louise Léonard,
nativa di Colmar, che sposerà nel 1912.
La coppia avrà una figlia morta dopo pochi giorni di vita, avvenimento che costituirà per Maigret e la moglie un rimpianto sempre accennato, ma sepolto nel loro intimo. Solo nel racconto Il fidanzato della signora Maigret il riferimento indiretto è lancinante.
Louise è una brava cuoca, Maigret, anche se frequenta
i bistrot, ama mangiare a casa. Si conoscono diverse ricette di casa Maigret,
la più famosa Le Boef mironton.
Come si vede “tanta roba” non resa nota tutta insieme,
ma a piccole dosi nel susseguirsi dei tanti romanzi. Da allora, se un autore decideva
di utilizzare un commissario come personaggio detective, doveva inventarsi una
dettagliata vita da sbirro per raccontarla ai lettori.
(4 - segue)
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