Questa volta lasciamo indagare le donne!
"Intuito femminile è come penna su
freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan).
(1)
Le precorritrici
Non pensiate, dopo una sola passeggiatina nella Parigi del re
Sole, di essere già arrivati alla porta del cottage di Miss Marple per una
tazza di te.
Prima dobbiamo occuparci di tre + tre sue progenitrici. Per far questo, dopo un salto di due secoli letterari (ma solo di 25 anni editoriali) ci fermiamo al 1864 ed entriamo nella storia del giallo. Sì, la Signorina De Scudéry è preistoria: ella non sapeva andare in velocipede! Attrezzo invece molto comodo (anche se appariscente) per seguire e spiare la gente.
La Londra del diciannovesimo secolo non era Chicago che si
preparava a ospitare Al Capone. Anche se c'erano centinaia di biciclette era più propensa e più adatta a Jack lo
Squartatore. Nella metropoli vittoriana (allora la città più grande del mondo)
le donne della classe media non si impegnavano in quelle che erano viste come
"attività poco femminili".
C'erano molti lavori che una donna semplicemente non poteva pretendere di fare perché erano
considerati inadatti alle sensibilità femminili più fini. L'idea che una donna
fosse coinvolta nelle tenebre dell'identificazione di un criminale deve essere
sembrata un'idea sovversiva, adatta a una persona radicale, divergente e avventurosa.
E anche "filo suffragette"!
Nell'epoca vittoriana, funestata da terribili serial killer (non
solo Jack!), la Polizia aveva il suo bel da fare.
Non solo i poliziotti erano considerati inefficienti, ma anche
ottusi e prepotenti. Accanto a loro, a salvare la situazione, occorreva un uomo
geniale: uno Sherlock Holmes!
Le donne, spesso vittime dell'assassino di turno, semplicemente
non facevano (non potevano fare) quel genere di cose. Eppure, nel 1864, per la
gioia di uomini e donne, due autori maschi, quasi in contemporanea,
pubblicarono romanzi con protagonista una detective donna.
The Female Detective di Andrew Forrester è del 1864, ma è stato ripubblicato dalla
British Library nel 2012.
William Stephens Hayward, pochi mesi dopo, pubblica, sempre nel
Regno Unito, Revelations of a Lady Detective.
Evento importante: quello di Hayward è il terzo romanzo mai
pubblicato con una detective femminile.
3) La Signora Paschal è l'eroina di Hayward Vedremo più avanti il suo "carattere".
3) La Signora Paschal è l'eroina di Hayward Vedremo più avanti il suo "carattere".
Taglio caratteristico dei romanzi dell'epoca, The
Female Detective presenta un numero di casi diversi, ciascuno dei quali
è narrato in prima persona da Miss Gladden stessa. Lei usa, senza esitazioni,
metodi simili a quelli dei suoi colleghi maschi, esaminando accuratamente la
scena del crimine, cercando indizi e impiegando abilità e sotterfugi per
raggiungere i suoi scopi; cercando nel frattempo di nascondere le sue tracce e
la sua identità agli altri. (Si tenga conto del fatto che siamo ben 23 anni
prima che Sherlock Holmes cominci ad indagare facendosi pagare!).
2) Miss Gladden, temibile
prima detective femminile della narrativa britannica, è ricomparsa in libreria (per merito della
British Library) dopo 150 anni dalla stampa. Non dimostra gli anni
che si porta sulle spalle.
Narrato da Miss Gladden, che
viene spesso definita G., il romanzo
vede la "Lady detective" ispezionare scene del crimine in incognito,
rintracciare gli assassini e risolvere misteri mentre cerca di nascondere la
propria identità agli altri. Un
mistero nel mistero.
Fino all'inizio del '900 ci
sono stati solo due autori che hanno utilizzato una donna come detective. Ce lo
dice la British Library che ha fatto ricerche accurate nelle biblioteche del
contado inglese alla ricerca di volumi gialli dimenticati sotto la polvere. Come sottolinea Miss Gladden, "I
criminali sono sia maschi che femmine,
anzi, la mia esperienza mi dice che quando una donna diventa una criminale è
molto peggiore della media dei suoi compagni maschi, e quindi ne consegue che i
detective necessari dovrebbero essere di entrambi i sessi.
Più tardi, afferma anche che: "Senza
entrare nei particolari, il lettore comprenderà che la donna detective ha
opportunità molto più grandi di un uomo di indagare nell'intimo, e di tenere
gli occhi su questioni vicino alle quali un uomo non potrebbe convenientemente soffermarsi".
Il direttore del team per la ricerca testi della British Library, sostiene
che il romanzo è "molto raro", con solo poche copie elencate nelle
biblioteche di tutto il mondo. "Sentivamo che il primo romanzo in assoluto con un detective
femminile professionista meritasse di essere di nuovo stampato perché di grande
interesse per i lettori. Ha, a ben
diritto, il merito di essere l'inizio di una tradizione ricca e continua nella letteratura
criminale dei detective donna".
Andrew Forrester è lo pseudonimo di James Redding Ware, autore di una serie
di altre storie poliziesche. Sembra, dal testo, che
Forrester abbia scelto una protagonista femminile, per far capire
chiaramente che era convinto che le donne avessero maggiori possibilità di
conquistare la fiducia degli altri e quindi di ottenere maggiori
informazioni. Secondo lui le
donne erano probabilmente più fidate dei detective maschi, ma ricorda che in
quel momento non c'erano detective ufficiali in Gran Bretagna, quindi col
personaggio donna stava esplorando un nuovo territorio. La divisione
investigativa di Scotland Yard aveva infatti solo 20 anni.
Forrester, come accadeva
allora, potrebbe aver attinto a casi reali. Nel suo romanzo, in un
caso, ha adattato un famigerato omicidio stradale di un bambino che riempì le
prime pagine per giorni e giorni.
La signorina Gladden, è altrettanto geniale, determinata e
adattabile come le sue controparti maschili, forse anche di più. È disposta ad
affrontare gli uomini anche nelle circostanze più difficili, quindi in questo
senso può sembrare molto moderna, ma non assomiglia alla signorina Marple.
Passiamo alla signora Paschal. E' una delle "persone temute",
ma poco conosciute, chiamate detective femminili. Lavora per il colonnello
Warner della Polizia. Uomo deciso, dalla
fronte sporgente, che sa davvero come
gestire una sessione informativa e dare fiducia alla sua collaboratrice:
"Molto bene!", esultò il colonnello Warner,
"L'incarico che propongo per voi è scoprire dove, e in che modo, Lady
Vervaine ottenga i fondi che le consentono di portare avanti la carriera, lo
splendore e la ricchezza di ciò che supera quello di un principe del sangue
reale durante l'età augustea della Francia, quando Luigi XIV diede un esempio di
stravaganza che fu seguito fino alla propria rovina dalla nobiltà dissoluta, che
circondava le vie dei luoghi, e affollava i salotti dei suoi palazzotti di campagna.
State ben attenta, mi raccomando, là fuori!
Fortificata da queste dure
parole, la signora Paschal si avventura nel mondo del crimine. Warner mostra di riporre tutta la sua fiducia
su di lei, e tanto le basta. In effetti la
Paschal ha una buona opinione di se stessa: "Il mio cervello è vigoroso
e sottile ... Ero ben nata e ben educata... possiedo tensione nervosa e forza
d'animo ... astuzia e sicurezza."
Ha davvero bisogno di tutte
queste qualità, la Paschal, mentre affronta alcuni terribili nemici nel corso
delle sue avventure. I suoi avversari sono un miscuglio di aristocratici
corrotti, rapinatori di banche,
unificatori carbonari italiani di lingua inglese, suore malvagie, religiosi
laidi, artisti di spettacoli dal vivo, l'enorme moglie di un mercante di maiale
e burro, avvocati biechi, gemelli malvagi e postini lacchè. Non ha paura di
rimanere bloccata, è determinata. Adotta l'approccio di "non prendere prigionieri"
che ricorrerà decenni dopo ai tempi della guerra fredda con Mike Hammer, il più
duro dei duri.
Alcune minitrame.
In The Secret Band si trova
aggrovigliata e infrenata in un'organizzazione clandestina di esuli carbonari italiani.
trova
una bella intesa col capo, Zini, con il suo "sguardo accigliato e le sue
narici tremanti", ma nonostante la sua ammirazione per lui, deve procedere
risoluta.
In The Lost Diamonds aiuta il Duca di Rustenburgh a recuperare il Blo-y-Diamond
(giocandolo più come se fosse stato scoperto in una miniera gallese che
comprato dal "re di Delhi"), liberando di conseguenza un innocente
dal erroneo arresto. Non è tutta azione, però: le storie hanno anche un lato
sentimentale.
4) Loveday
Brooke, la terza detective viene un
po' dopo, dopo Sherlock. Quando ormai il movimento delle Suffragettes si era
affermato e ingrandito. E' una donna a scriverlo: Catherine Louisa Pirkis. Il
personaggio si chiama Loveday Brooke. Il romanzo The Experiences of Loveday
Brooke, lady detective fu pubblicato verso la fine dell'era vittoriana
nel 1893.
L'autrice Catherine Louisa Pirkis, al di la
della trama gialla, fa un'analisi profonda e una riflessione generale sulla
sostenibilità del ruolo di detective da parte di una donna.
Il libro è ricco di
illustrazioni, come era ormai diventato una moda. Ciò sbalordisce di più leggendo le avventure di
Loveday è il fatto che lei raramente si prende il merito di aver risolto un
caso, lasciando invece i riflettori ai professionisti della polizia (cosa che
certamente non vediamo in nessuno degli altri romanzi su detective donne).
In queste storie, non è il
tribunale, ma il detective, spesso in incognito, a garantire la giustizia che la
società, spesso, non riesce a fornire. Sebbene questi libri con "detective
femminile" siano stati scritti da due uomini e il terzo da una donna, non
è un caso che siano stati prodotti
durante il periodo in cui il divorzio è diventato possibile per le normali
coppie della classe media. Le prime corti di divorzio civile inglesi furono aperte
nel 1858, quando c'era un acceso dibattito pubblico sulla mancanza di potere
legale delle donne sposate e sulla loro vulnerabilità verso i mariti che
controllavano la loro proprietà e la custodia dei figli. I personaggi della
signora Paschal, della signora Gladden e di Loveday Brooke mostrano una pulsione a correggere errori che svela
la mezz'età "vittoriana" delle
protagoniste.
Credo che la decisione della
Pirkis di fare questa scelta sia essenzialmente mirata a riconoscere tutto il
duro lavoro e l'intelligenza usata da Loveday per arrivare a una conclusione
corretta. E' come se la Pirkis lasci che
la sua eroina si spinga così lontano prima di essere costretta ancora una volta
alla sottomissione. Si potrebbe sostenere che questo sia intenzionale; forse la
protagonista sente che il suo lavoro è finito quando passa il suo risultato
alla polizia.
Dopo la lettura rimaniamo con
un carattere minimale in quanto non veniamo mai a sapere molto sulla Loveday. Credo
sia una mossa intenzionale, permettendoci di apprezzarla davvero come detective
in primo luogo piuttosto che una donna che ha assunto il ruolo.
Ma il discorso non si chiude qui,ci sono altre tre donne detective da raccontare.
Ma il discorso non si chiude qui,ci sono altre tre donne detective da raccontare.
Nessun commento:
Posta un commento