Western Theme
echi di colonne sonore a nord ovest di Tucumcari (New Messico)
(3)
Quel treno
per Yuma (3:10 to Yuma)
Film del 1957 è diretto da Delmer Daves.
Interpreti e personaggi
• Glenn
Ford: Ben Wade
• Van
Heflin: Dan Evans
• Felicia
Farr: Emmy
• Dorothy
Adams: Mrs. Potter
• Henry
Jones: Alex Potter
• Robert
Emhardt: Mr. Butterfield
Tratto dall'omonimo racconto di E. Leonad nel 2002 è
stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca
del Congresso degli Stati uniti d'America.
Colonna sonora
Colonna sonora
Trama
Dan, un piccolo allevatore in gravi difficoltà per la
siccità, contribuisce alla cattura del fuorilegge Ben Wade ed accetta l'offerta
di 200 dollari per scortarlo al carcere di Yuma, ben sapendo che dovrà
fronteggiare l'intera banda di Wade che aspetta l'occasione giusta per
liberarlo. La suspense cresce in attesa del treno delle 3 e 10 per Yuma
e si acuisce il conflitto psicologico tra i due protagonisti.
Dan, povero contadino, ma abilissimo tiratore, deve
scortare Waden, pericoloso bandito, al carcere di Yuma. La missione, accettata
per "bisogno" è molto pericolosa: gli uomini di Waden lo aspettano
alla stazione e nessuno dei concittadini lo aiuta. Dan, superando difficoltà di
ogni genere, riesce, grazie alla "comprensiva" condiscendenza di
Waden, a salire sul treno con il suo prigioniero.
Parole chiave: treno, colono, bandito,
ranch, saloon, villaggio, frontiera.
A volte, nel West, prendere un treno (il treno)
poteva essere una vera impresa. lo sperimenta questo pacifico colono (il colono)
dell'Arizona, Dan Evans, che aveva ben altre preoccupazioni che quella di
mettere sul treno delle tre e dieci per Yuma un famoso rapinatore (il bandito)
rimasto attardato nel saloon (il saloon) per via di una vecchia
fiamma. La sua piccola fattoria (il ranch)
sta andando in fallimento per la siccità, rischia di restare senza casa e senza
mezzi di sostentamento. Il regista descrive con poche immagini di terre arse
l'ambiente di questa lotta per la sopravvivenza. Una geografia precisa: colline
e pianure secche, un paese di poche case (il villaggio), una lontana
stazione ferroviaria. La ferrovia: l'unico vero contatto con il resto della
nazione, la linea di confine che può trasformare il selvaggio West in una terra
ordinata. Ma Evans vive in terre in cui legge e ordine ancora non sono certo consolidati.
E comunque la legge e l'ordine non sono una sua preoccupazione: deve andare a
cercare un prestito per salvare la fattoria. Senza successo. Ha solo una
possibilità, offrirsi volontario per scortare un pericoloso rapinatore fino al
treno per Yuma: la ricompensa potrebbe significare la salvezza per la sua
famiglia.
Commento
Dan Evans è, per molti versi, un tipico eroe
americano: innanzitutto è un qualsiasi John Doe (il nome con cui negli Stati
Uniti, anche grazie al film di Frank Capra Arriva John Doe, si indica l'uomo
qualunque), un tipo senza particolari capacità o abilità che si trova ad
affrontare una situazione difficile e con determinazione e rigore ne esce con
successo. Un'altra caratteristica che fa di Evans un all american hero è
il fatto che lui i guai non se li va a cercare, non ha particolari velleità di
imporre la giustizia o di fare l'eroe.
Ci è costretto dagli eventi: la sua è una lotta per la
sopravvivenza. Si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato e quindi
ora tocca a lui. Non a caso per il ruolo è stata scelta la faccia "normale"
di Van Heflin. Ma il fatto di essere un eroe per caso non vuol dire che per
questo ci metterà meno impegno. Porterà il criminale al treno come ha promesso, per i
soldi, ma senza rinunciare neanche quando il rapinatore gli offre molto di più.
Evans è della razza del Rick di Casablanca,
che nasconde il fatto di aver portato armi ai repubblicani spagnoli durante
la guerra dietro la falsa scusa di esser stato pagato; il suo antagonista gli
ricorda ironicamente che la parte avversa lo avrebbe pagato molto di più:
"Può essere", ammette Rick. Il fatto è che Evans, come Rick o tanti
altri, è un uomo di solidi principi ma è anche un uomo esperto della vita, sa
cosa è giusto ma sa anche quali sono le conseguenze degli slanci avventati,
dell'ottimismo incauto, dell'audacia altruista. Evans inoltre ha una famiglia a
cui badare e sa che se si farà ammazzare non resterà nessuno a occuparsi di
loro. Ha l'eroismo dei coloni (la frontiera), un coraggio costruttivo,
fatto di tenacia e intelligenza, il tipo di coraggio degli uomini che tengono
l'aratro in una mano e il fucile nell'altra.
L'antagonista di Evans è Ben Wade, l'altra faccia dell'epica western: il bandito. Un criminale affascinante, con un suo codice personale anche se votato a distruggere l'ordine e la tranquillità che gente come Evans va costruendo. Il regista Daves orchestra lo scontro fra Evans e Wade come una lotta tra due volontà: il criminale cerca di corrompere, intimorire, sedurre il contadino, ma senza risultato: finisce conquistato dalla tenacia dell'uomo onesto che lo sta portando verso una dura e lunga carcerazione (anche se in cuor suo sa che potrà evadere).
L'antagonista di Evans è Ben Wade, l'altra faccia dell'epica western: il bandito. Un criminale affascinante, con un suo codice personale anche se votato a distruggere l'ordine e la tranquillità che gente come Evans va costruendo. Il regista Daves orchestra lo scontro fra Evans e Wade come una lotta tra due volontà: il criminale cerca di corrompere, intimorire, sedurre il contadino, ma senza risultato: finisce conquistato dalla tenacia dell'uomo onesto che lo sta portando verso una dura e lunga carcerazione (anche se in cuor suo sa che potrà evadere).
Da questo ribaltamento di ruoli trapela
l'interpretazione che Daves propone del West: la fine del mito della frontiera
e la nascita della nazione. La vittoria dell'ordine e del diritto sul caos e
sull'arbitrio è il frutto di una lotta intrapresa, a volte in desolante
solitudine, da uomini determinati, da working class heroes, privi di
fascino come Evans. Un eroe capace anche di rubare la scena a un protagonista
naturale come l'audace e fascinoso Ben Wade.
Produzione
Insolito ruolo di
"cattivo" per Glen Ford, solitamente impegnato in ruoli positivi;
probabilmente la scelta di questo interprete si spiega con il fatto che, nel
finale, il personaggio si riscatta con un inatteso gesto cavalleresco. Grande
recitazione di un attore che ha attraversato tutto il West.
La canzone (grande
successo internazionale dell'epoca) che contiene la strofa che dà il titolo al
film è cantata da Frankie Laine.
Critica
Il film è divenuto
un classico del genere western ed ebbe la nomination nel 1957 per il premio
della British Academy of Film and Television Arts quale miglior film dell'anno.
Il Mereghetti:
Meravigliosamente costruito sul senso dell'attesa che serpeggia dietro ai gesti
più quotidiani e sull'ammirazione per due uomini veri, capaci di capirsi e
rispettarsi anche se schierati su posizioni opposte. Perfetta la messa in scena
che usa i movimenti di gru (dolly) con "eleganza epica".
Il Morandini:
Uno dei migliori western degli anni '50 anche perché implica, tra le righe, una
semplice e profonda lezione morale.
(3 - segue)
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