giovedì 1 marzo 2018

Western theme (3)


Western Theme
echi di colonne sonore a nord ovest di Tucumcari (New Messico)
(3)

Quel treno per Yuma (3:10 to Yuma)




Film del 1957 è diretto da Delmer Daves.
Interpreti e personaggi
        Glenn Ford: Ben Wade
        Van Heflin: Dan Evans
        Felicia Farr: Emmy
        Dorothy Adams: Mrs. Potter
        Henry Jones: Alex Potter
        Robert Emhardt: Mr. Butterfield

Tratto dall'omonimo racconto di E. Leonad nel 2002 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati uniti d'America.  

Colonna sonora
Frankie laine canta, come meglio sa fare, The 3.10 Train to Yuma. La musica, arrangiata in vario modo, pervade tutto il film, ne è parte integrante e sottolinea azioni e caratteri...

Trama

Dan, un piccolo allevatore in gravi difficoltà per la siccità, contribuisce alla cattura del fuorilegge Ben Wade ed accetta l'offerta di 200 dollari per scortarlo al carcere di Yuma, ben sapendo che dovrà fronteggiare l'intera banda di Wade che aspetta l'occasione giusta per liberarlo. La suspense cresce in attesa del treno delle 3 e 10 per Yuma e si acuisce il conflitto psicologico tra i due protagonisti.



Dan, povero contadino, ma abilissimo tiratore, deve scortare Waden, pericoloso bandito, al carcere di Yuma. La missione, accettata per "bisogno" è molto pericolosa: gli uomini di Waden lo aspettano alla stazione e nessuno dei concittadini lo aiuta. Dan, superando difficoltà di ogni genere, riesce, grazie alla "comprensiva" condiscendenza di Waden, a salire sul treno con il suo prigioniero.

Parole chiave: treno, colono, bandito, ranch, saloon, villaggio, frontiera.
A volte, nel West, prendere un treno (il treno) poteva essere una vera impresa. lo sperimenta questo pacifico colono (il colono) dell'Arizona, Dan Evans, che aveva ben altre preoccupazioni che quella di mettere sul treno delle tre e dieci per Yuma un famoso rapinatore (il bandito) rimasto attardato nel saloon (il saloon) per via di una vecchia fiamma.  La sua piccola fattoria (il ranch) sta andando in fallimento per la siccità, rischia di restare senza casa e senza mezzi di sostentamento. Il regista descrive con poche immagini di terre arse l'ambiente di questa lotta per la sopravvivenza. Una geografia precisa: colline e pianure secche, un paese di poche case (il villaggio), una lontana stazione ferroviaria. La ferrovia: l'unico vero contatto con il resto della nazione, la linea di confine che può trasformare il selvaggio West in una terra ordinata. Ma Evans vive in terre in cui legge e ordine ancora non sono certo consolidati. E comunque la legge e l'ordine non sono una sua preoccupazione: deve andare a cercare un prestito per salvare la fattoria. Senza successo. Ha solo una possibilità, offrirsi volontario per scortare un pericoloso rapinatore fino al treno per Yuma: la ricompensa potrebbe significare la salvezza per la sua famiglia.



Commento
Dan Evans è, per molti versi, un tipico eroe americano: innanzitutto è un qualsiasi John Doe (il nome con cui negli Stati Uniti, anche grazie al film di Frank Capra Arriva John Doe, si indica l'uomo qualunque), un tipo senza particolari capacità o abilità che si trova ad affrontare una situazione difficile e con determinazione e rigore ne esce con successo. Un'altra caratteristica che fa di Evans un all american hero è il fatto che lui i guai non se li va a cercare, non ha particolari velleità di imporre la giustizia o di fare l'eroe.



Ci è costretto dagli eventi: la sua è una lotta per la sopravvivenza. Si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato e quindi ora tocca a lui. Non a caso per il ruolo è stata scelta la faccia "normale" di Van Heflin. Ma il fatto di essere un eroe per caso non vuol dire che per questo ci metterà meno impegno. Porterà il  criminale al treno come ha promesso, per i soldi, ma senza rinunciare neanche quando il rapinatore gli offre molto di più. Evans  è della razza del Rick di Casablanca, che nasconde il fatto di aver portato armi ai repubblicani spagnoli durante la guerra dietro la falsa scusa di esser stato pagato; il suo antagonista gli ricorda ironicamente che la parte avversa lo avrebbe pagato molto di più: "Può essere", ammette Rick. Il fatto è che Evans, come Rick o tanti altri, è un uomo di solidi principi ma è anche un uomo esperto della vita, sa cosa è giusto ma sa anche quali sono le conseguenze degli slanci avventati, dell'ottimismo incauto, dell'audacia altruista. Evans inoltre ha una famiglia a cui badare e sa che se si farà ammazzare non resterà nessuno a occuparsi di loro. Ha l'eroismo dei coloni (la frontiera), un coraggio costruttivo, fatto di tenacia e intelligenza, il tipo di coraggio degli uomini che tengono l'aratro in una mano e il fucile nell'altra. 

L'antagonista di Evans è Ben Wade, l'altra faccia dell'epica western: il bandito. Un criminale affascinante, con un suo codice personale anche se votato a distruggere l'ordine e la tranquillità che gente come Evans va costruendo. Il regista Daves orchestra lo scontro fra Evans e Wade come una lotta  tra due volontà: il criminale cerca di corrompere, intimorire, sedurre il contadino, ma senza risultato: finisce conquistato dalla tenacia dell'uomo onesto che lo sta portando verso una dura e lunga carcerazione (anche se in cuor suo sa che potrà evadere).
Da questo ribaltamento di ruoli trapela l'interpretazione che Daves propone del West: la fine del mito della frontiera e la nascita della nazione. La vittoria dell'ordine e del diritto sul caos e sull'arbitrio è il frutto di una lotta intrapresa, a volte in desolante solitudine, da uomini determinati, da working class heroes, privi di fascino come Evans. Un eroe capace anche di rubare la scena a un protagonista naturale come l'audace e fascinoso Ben Wade.

Produzione

Insolito ruolo di "cattivo" per Glen Ford, solitamente impegnato in ruoli positivi; probabilmente la scelta di questo interprete si spiega con il fatto che, nel finale, il personaggio si riscatta con un inatteso gesto cavalleresco. Grande recitazione di un attore che ha attraversato tutto il West.
La canzone (grande successo internazionale dell'epoca) che contiene la strofa che dà il titolo al film è cantata da Frankie Laine.   

Critica

Il film è divenuto un classico del genere western ed ebbe la nomination nel 1957 per il premio della British Academy of Film and Television Arts   quale miglior film dell'anno.
Il Mereghetti: Meravigliosamente costruito sul senso dell'attesa che serpeggia dietro ai gesti più quotidiani e sull'ammirazione per due uomini veri, capaci di capirsi e rispettarsi anche se schierati su posizioni opposte. Perfetta la messa in scena che usa i movimenti di gru (dolly) con "eleganza epica".
Il Morandini: Uno dei migliori western degli anni '50 anche perché implica, tra le righe, una semplice e profonda lezione morale.

(3 - segue)
 

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