Western Theme
echi di colonne sonore a nord ovest di Tucumcari (New Messico)
(4)
L'uomo di
Laramie (The Man from Laramie)
Film del 1955
diretto da Anthony Mann
•
James Stewart: Will Lockhart
•
Arthur Kennedy: Vic Hansbro
• Donald Crisp:
Alec Waggoman
• Cathy
O'Donnell: Barbara Waggoman
• Alex Nicol:
Dave Waggoman
• Aline
MacMahon: Kate Canady
•
Wallace Ford: Charley O'Leary
•
Jack Elam: Chris Boldt
Il film
Lampeggiante oscuro western crepuscolare (un noir) di
Anthony Mann, ultimo dei suoi cinque girati insieme a James Stewart. Con
Stewart in stato di grazia, il film raggiunge una delle vette più alte del
cinema western. Non solo per l'interpretazione che l'attore dà al suo personaggio, il capitano Lockhart,
ma anche per il lungo cammino e le vaste storie intrecciate che caratterizzano
la pellicola.
Ci sono paesaggi aspri e sconfinati, ci sono
personaggi anch'essi aspri che si distinguono e colpiscono per il carattere che
mostrano sulla scena. Ci sono tutti gli ingredienti per un film memorabile: il
film non si dimentica. Oltre alla ottima regia di Mann e alle stupende
interpretazioni dei vari attori, è da ricordare anche la splendida fotografia
di Charles Lang e la sapiente sceneggiatura scritta a quattro mani da Frank
Burt e Philip Yordan.
La colonna sonora
La musica è di George Dunning, uno che frequentava molto le pellicole western (Quel treno per Yuma, Cavalcarono insieme), ma anche film romantici (Il mondo di Suzie Wong: Nico Fidenco!!!).
Trama per temi
La donna dei
sogni.
Nel western c'è spesso "la donna dei sogni".
E, di solito, è quella più tosta, anche quando si trova in un villaggio con
tutti uomini. La donna della situazione è interpretata da Cathy O'Donnell. Già il fatto che porti il cognome del protervo possidente ci disturba, ma l'elemento contrastante è costituito dal cattivo "operativo" (si scopre nel finale): la
ragazza sta col cattivo intendente.
In qualche modo, pur attratto, Lockhart lo percepisce.
Resiste all'attrazione verso la ragazza: Lochkart non si fa mai avanti con
proposte per il futuro. Quegli occhi di giada, quei capelli bruni dove
perfino il sole rispecchia la propria luce, quel fisico magrolino tipico
dei film di quegli anni (per le donne), quella bocca poco carnosa ma ben
disegnata son un bell'insieme di punti d'interesse. E' davvero difficile per un
uomo resistere alla tentazione, oltretutto lei dimostra involontariamente il suo amore:
sembra pronta a lasciare il suo fidanzato per stare con lui, ma Lockhart ha la
vendetta in testa, forse più in là ...
Il
vendicatore
Arriva da Laramie fingendosi trasportatore di
masserizie; deve occuparsi delle armi, solo delle armi. Le armi sono il simbolo
della guerra, della morte e di tante altre cose che c'entrano con l'argomento
armi: i pellerossa, gli Apache. Le tribù di indiani, in quel periodo, sono
ostili ai bianchi. C'è forte tensione.
Gli indiani sono giudicati dai bianchi come esseri spregevoli, i bianchi sono
giudicati dagli indiani come aggressori senza diritto.
Al centro della vicenda, c'è un avido e cinico
commercio tra gli indiani e i bianchi: il traffico di armi. Un traffico di fucili è
l'evento scatenante dell'intera vicenda. Riguarda infatti sia il protagonista
che l'antagonista (il cattivo definito "rinnegato"!) della storia. Il
primo è arrivato nel paese per indagare sul traffico di armi che ha innescato l'imboscata
dove il fratello è rimasto vittima. Per tutto il film, il protagonista vive tormentato
dai fantasmi del proprio passato, sotto il lutto della perdita del fratello, oppresso
dai propri sensi di colpa che non riesce a placare, nemmeno a contenere.
Invece, l'antagonista è quello che gestisce il traffico di armi con gli
indiani. I due personaggi sono legati in qualche modo onirico (i sogni shakespeariani
del boss Waggoman) e sensazionale come due fratelli. Si vogliono, ma non si
trovano: Lockhart per vendicare la morte del fratello, il cattivo per scappare
e mantenersi in ombra da tutto e da tutti.
Il
latifondista
Lui, Waggoman, e la sua famiglia. Composta dal padre
di famiglia, vecchio e ormai prossimo alla cecità, dal figlio prepotente e aggressivo che
controlla l'intero territorio e dall' intendente manipolatore (il cattivo)
trattato quasi da figlio. Il vecchio malandato è il classico latifondista del
West, alla Chisum: un uomo del passato che si è fatto la legge da solo per
accaparrasi un vastissimo territorio.
Il regista ha un occhio di riguardo per lui, ma
dobbiamo davvero provare umana
pietas per questo vecchio egoista? Per il regista sì, soprattutto quando si comincia a capire che
sta per diventare cieco. E' circondato da ciechi: quelli che gli stanno intorno e non vedono il
futuro, ma si limitano a rivangare, per rivalutarlo, il loro tragico passato.
L'intendente
Il fattore, si direbbe noi, è un personaggio molto interessante.
Non solo per l'eccessiva protettività (si capirà solo dopo il perché) nei
confronti del figlio del vecchio, ma anche per la completa fiducia che ottiene
da quest'ultimo. Non è un ossimoro la difficoltà di non vedere prima della
cecità, di dare completa fiducia a un normale uomo, di considerarlo addirittura
come il proprio figlio mentre il vero figlio sta ascoltando da dietro la porta.
Non è nemmeno una cecità psicosomatica quella che
porta alla completa fiducia del vecchio nei confronti dell'intendente. E' solo mancanza di freddezza nel completare e concludere
la sua macchinosa vita, stanco e afflitto dal dolore interno per la malattia,
esterno per la mancanza di amore da parte dei suoi due figli. E' proprio su
questo che il vecchio viene ingannato. La completa fiducia sull'intendente
arriva grazie all'amore che tenta di provare, in ambito di amicizia e fuori del
rapporto di dipendenza lavorativa, nei confronti del vecchio malato.
Quest'ultimo, oltretutto, vorrebbe anche salvare in qualche modo Lockhart, dato
che ha fatto un sogno dove un uomo alto e magro (di
aspetto uguale a James Stewart) arrivava in città e scatenava lo scompiglio. La
cecità comincia ad arrivare anche a causa della premonizione che si
rivelerà sbagliata. L'uomo di Laramie non crea scompiglio. Sono gli abitanti
che tentano di fargli creare una rissa, a cominciare dalla scena dello
psicopatico che minaccia Lochkart e, successivamente, si uccide dopo
averlo incontrato. Sono tutte simbologie, pezzi di un puzzle che poi si devono
ricostruire. La cecità del vecchio e la disorganizzazione dello sceriffo del
paese sono evidenti agli occhi di tutti, nel non vedere tutto quello che
succede attorno a loro, nel vedere che l'area comincia a diventare una landa
desolata, una brughiera, una palude che assorbirà tutte le catapecchie rimaste
di una società in declino. Quest'ultima verrà distrutta ancora di più dal
figlio del vecchio. Scontroso e aggressivo
con Lockhart nelle saline dove gli brucia i carri e gli ammazza i muli. Non è Lockhart che scatena lo
scompiglio in città, ma il figlio del vecchio. Altro caso, di quest'ultimo, che
rappresenta ancora una volta la cecità in persona.
Gli amici
Ci sono amici
in questo western? Tralasciando la donna dei sogni, ci sono anche la ex "fidanzata" del
vecchio cieco e un amico, che si vede in qualche sequenza, di Lockhart.
Parliamo della prima. Incontrata la prima volta quando faceva a botte con il
figlio del vecchio, è la persona che si affeziona di più, quasi una madre, a
Lockhart. Di carattere determinato e sicuro, con un
cuore nobile e leale e con un odio amore verso il vecchio cieco. Alla fine, è
proprio lei a curarlo quando diventa completamente cieco, è lei ad accudirlo quando
è allettato, è lei che lo aiuta a rialzarsi nei momenti critici, è lei che
risponde alle sue domande.
C'è poi il vecchio, comprensivo e paterno
carrettiere di Lockhart è quello che si può definire come un cercatore d'oro fallito. Non soltanto
per la barba folta che si ritrova, ma anche per gli stracci che porta addosso,
per il carattere da grezzo e il comportamento rozzo. Si vede
poco nella pellicola, ma è funzionale. è un personaggio sul quale Lockhart può
contare, specie per il suo humor nero che caratterizza lo spirito satirico che
è presente nella sua anima.
I paesaggi
Luoghi meravigliosi. L'uomo Di Laramie si dipana in
scenari di vita bellissimi e aspri. Si passa dal giardino con poche piante che
circonda la casa del vecchio al deserto montano
erto, aspro e arido che caratterizza gli scenari delle lotte, passando per il
terreno polveroso del paese. Ma lo
scenario infernale, allucinante, del film sono le saline. Luogo straniante,
abbacinante, che scatena l'odio represso: è lì che il protagonista e il figlio
del vecchio si scontrano la prima volta.
Il finale è da contrappasso dantesco. Gli apache fanno spietata giustizia sul bianco
cattivo. Beccato da Lockhart proprio
mentre tira fuori le armi da dare agli
apache da l'intendente viene lasciato in
pasto ai pellerossa. Di proposito non lo uccide, la sua vendetta perfetta è lasciare che lo ammazzino gli indiani. Alla
fine, al tramonto, Lockhart è solo una figura nera che si allontana verso spazi
infiniti. Ha salutato fugacemente la donna dei sogni.
La critica
L'uomo Di Laramie "segnato
da un passato enigmatico è attratto da un futuro elusivo, per il momento non ha
altra scelta: è passato il presente dell'azione" (da Il Mereghetti).
Ricorda, il finale, Il cavaliere della valle
solitaria (Shane) anche lì il
protagonista è innamorato, ma anche
consapevole che, prima di progettare un futuro, deve emendarsi del suo passato.
"Il sapiente gioco dei conflitti psicologici (il
Morandini) in un modo primitivo, ma in via di transizione, ha insolita
attendibilità".
La mia opinione: "Grande film western, uno
dei migliori di tutti i tempi. Capolavoro assoluto".
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