sabato 3 marzo 2018

Western Theme (4)


Western Theme
echi di colonne sonore a nord ovest di Tucumcari (New Messico)
(4)



L'uomo di Laramie (The  Man from Laramie)






Film del 1955 diretto da Anthony Mann

  James Stewart: Will Lockhart
  Arthur Kennedy: Vic Hansbro
  Donald Crisp: Alec Waggoman
  Cathy O'Donnell: Barbara Waggoman
  Alex Nicol: Dave Waggoman
  Aline MacMahon: Kate Canady
  Wallace Ford: Charley O'Leary
  Jack Elam: Chris Boldt

Il film
Lampeggiante oscuro western crepuscolare (un noir) di Anthony Mann, ultimo dei suoi cinque girati insieme a James Stewart. Con Stewart in stato di grazia, il film raggiunge una delle vette più alte del cinema western. Non solo per l'interpretazione che l'attore  dà al suo personaggio, il capitano Lockhart, ma anche per il lungo cammino e le vaste storie intrecciate che caratterizzano la pellicola.
Ci sono  paesaggi aspri e sconfinati, ci sono personaggi anch'essi aspri che si distinguono e colpiscono per il carattere che mostrano sulla scena. Ci sono tutti gli ingredienti per un film memorabile: il film non si dimentica. Oltre alla ottima regia di Mann e alle stupende interpretazioni dei vari attori, è da ricordare anche la splendida fotografia di Charles Lang e la sapiente sceneggiatura scritta a quattro mani da Frank Burt e Philip Yordan.

La colonna sonora


 La musica è di George Dunning, uno che frequentava molto le pellicole western (Quel treno per Yuma, Cavalcarono insieme), ma anche film romantici (Il mondo di Suzie Wong: Nico Fidenco!!!).

Trama per temi
La donna dei sogni.
Nel western c'è spesso "la donna dei sogni". E, di solito, è quella più tosta, anche quando si trova in un villaggio con tutti uomini. La donna della situazione è interpretata da Cathy O'Donnell. Già il fatto che porti il cognome del protervo possidente ci disturba, ma l'elemento contrastante è costituito dal cattivo "operativo" (si scopre nel finale): la ragazza sta col cattivo intendente.




In qualche modo, pur attratto, Lockhart lo percepisce. Resiste all'attrazione verso la ragazza: Lochkart non si fa mai avanti con proposte per il futuro. Quegli occhi di giada, quei capelli bruni dove perfino il sole rispecchia la propria luce, quel fisico magrolino tipico dei film di quegli anni (per le donne), quella bocca poco carnosa ma ben disegnata son un bell'insieme di punti d'interesse. E' davvero difficile per un uomo resistere alla tentazione, oltretutto  lei dimostra involontariamente il suo amore: sembra pronta a lasciare il suo fidanzato per stare con lui, ma Lockhart ha la vendetta in testa, forse più in là ...
Il vendicatore
Arriva da Laramie fingendosi trasportatore di masserizie; deve occuparsi delle armi, solo delle armi. Le armi sono il simbolo della guerra, della morte e di tante altre cose che c'entrano con l'argomento armi: i pellerossa, gli Apache. Le tribù di indiani, in quel periodo, sono ostili ai bianchi. C'è  forte tensione. Gli indiani sono giudicati dai bianchi come esseri spregevoli, i bianchi sono giudicati dagli indiani come aggressori senza diritto.   
Al centro della vicenda, c'è un avido e cinico commercio tra gli indiani e i bianchi:  il traffico di armi. Un traffico di fucili è l'evento scatenante dell'intera vicenda. Riguarda infatti sia il protagonista che l'antagonista (il cattivo definito "rinnegato"!) della storia. Il primo è arrivato nel paese per indagare sul traffico di armi che ha innescato l'imboscata dove il fratello è rimasto vittima. Per tutto il film, il protagonista vive tormentato dai fantasmi del proprio passato, sotto il lutto della perdita del fratello, oppresso dai propri sensi di colpa che non riesce a placare, nemmeno a contenere. Invece, l'antagonista è quello che gestisce il traffico di armi con gli indiani. I due personaggi sono legati in qualche modo onirico (i sogni shakespeariani del boss Waggoman) e sensazionale come due fratelli. Si vogliono, ma non si trovano: Lockhart per vendicare la morte del fratello, il cattivo per scappare e mantenersi in ombra da tutto e da tutti.




Il latifondista
Lui, Waggoman, e la sua famiglia. Composta dal padre di famiglia, vecchio e ormai prossimo alla cecità,  dal figlio prepotente e aggressivo che controlla l'intero territorio e dall' intendente manipolatore (il cattivo) trattato quasi da figlio. Il vecchio malandato è il classico latifondista del West, alla Chisum: un uomo del passato che si è fatto la legge da solo per accaparrasi un vastissimo territorio.   
Il regista ha un occhio di riguardo per lui, ma dobbiamo davvero provare umana pietas per questo vecchio egoista?  Per il regista sì,  soprattutto quando si comincia a capire che sta per diventare cieco. E' circondato da ciechi:  quelli che gli stanno intorno e non vedono il futuro, ma si limitano a rivangare, per rivalutarlo, il loro tragico passato.
L'intendente
Il fattore, si direbbe noi, è un personaggio molto interessante. Non solo per l'eccessiva protettività (si capirà solo dopo il perché) nei confronti del figlio del vecchio, ma anche per la completa fiducia che ottiene da quest'ultimo. Non è un ossimoro la difficoltà di non vedere prima della cecità, di dare completa fiducia a un normale uomo, di considerarlo addirittura come il proprio figlio mentre il vero figlio sta ascoltando da dietro la porta.



Non è nemmeno una cecità psicosomatica quella che porta alla completa fiducia del vecchio nei confronti dell'intendente. E' solo  mancanza di freddezza nel completare e concludere la sua macchinosa vita, stanco e afflitto dal dolore interno per la malattia, esterno per la mancanza di amore da parte dei suoi due figli. E' proprio su questo che il vecchio viene ingannato. La completa fiducia sull'intendente arriva grazie all'amore che tenta di provare, in ambito di amicizia e fuori del rapporto di dipendenza lavorativa, nei confronti del vecchio malato. Quest'ultimo, oltretutto, vorrebbe anche salvare in qualche modo Lockhart, dato che ha fatto un sogno dove un uomo alto e  magro  (di aspetto uguale a James Stewart) arrivava in città e scatenava lo scompiglio. La cecità comincia ad arrivare anche  a causa della premonizione che si rivelerà sbagliata. L'uomo di Laramie non crea scompiglio. Sono gli abitanti che tentano di fargli creare una rissa, a cominciare dalla scena dello psicopatico che minaccia Lochkart e, successivamente, si uccide dopo averlo incontrato. Sono tutte simbologie, pezzi di un puzzle che poi si devono ricostruire. La cecità del vecchio e la disorganizzazione dello sceriffo del paese sono evidenti agli occhi di tutti, nel non vedere tutto quello che succede attorno a loro, nel vedere che l'area comincia a diventare una landa desolata, una brughiera, una palude che assorbirà tutte le catapecchie rimaste di una società in declino. Quest'ultima verrà distrutta ancora di più dal figlio del vecchio. Scontroso e aggressivo  con Lockhart  nelle saline  dove gli brucia i carri e gli ammazza  i muli. Non è Lockhart che scatena lo scompiglio in città, ma il figlio del vecchio. Altro caso, di quest'ultimo, che rappresenta ancora una volta la cecità in persona.
Gli amici
Ci sono  amici in questo western? Tralasciando la donna dei sogni,  ci sono anche la ex "fidanzata" del vecchio cieco e un amico, che si vede in qualche sequenza, di Lockhart. Parliamo della prima. Incontrata la prima volta quando faceva a botte con il figlio del vecchio, è la persona che si affeziona di più, quasi una madre, a Lockhart. Di carattere determinato e sicuro,   con un cuore nobile e leale e con un odio amore verso il vecchio cieco. Alla fine, è proprio lei a curarlo quando diventa completamente cieco, è lei ad accudirlo quando è allettato, è lei che lo aiuta a rialzarsi nei momenti critici, è lei che risponde alle sue domande.  
C'è poi il vecchio, comprensivo e paterno carrettiere   di Lockhart è quello che si può definire  come un cercatore d'oro fallito. Non soltanto per la barba folta che si ritrova, ma anche per gli stracci che porta addosso, per il carattere da grezzo e il comportamento rozzo.   Si vede poco nella pellicola, ma è funzionale. è un personaggio sul quale Lockhart può contare, specie per il suo humor nero che caratterizza lo spirito satirico che è presente nella sua anima.




I paesaggi
Luoghi meravigliosi.  L'uomo Di Laramie si dipana in scenari di vita bellissimi e aspri. Si passa dal giardino con poche piante che circonda la casa del vecchio  al deserto montano erto, aspro e arido che caratterizza gli scenari delle lotte, passando per il terreno polveroso del paese.  Ma lo scenario infernale, allucinante, del film sono le saline. Luogo straniante, abbacinante, che scatena l'odio represso: è lì che il protagonista e il figlio del vecchio si scontrano la prima volta.

 


Il finale è da contrappasso dantesco. Gli apache  fanno spietata giustizia sul bianco cattivo.  Beccato da Lockhart proprio mentre tira  fuori le armi da dare agli apache da  l'intendente viene lasciato in pasto ai pellerossa. Di proposito non lo uccide, la sua vendetta perfetta è  lasciare che lo ammazzino gli indiani. Alla fine, al tramonto, Lockhart è solo una figura nera che si allontana verso spazi infiniti. Ha salutato fugacemente la donna dei sogni.

La critica
L'uomo Di Laramie "segnato da un passato enigmatico è attratto da un futuro elusivo, per il momento non ha altra scelta: è passato il presente dell'azione" (da Il Mereghetti).
Ricorda, il finale, Il cavaliere della valle solitaria (Shane) anche lì il protagonista è innamorato,  ma anche consapevole che, prima di progettare un futuro,  deve  emendarsi del suo passato.

"Il sapiente gioco dei conflitti psicologici (il Morandini) in un modo primitivo, ma in via di transizione, ha insolita attendibilità". 
  
La mia opinione:  "Grande film western, uno dei migliori di tutti i tempi. Capolavoro assoluto".

 
 

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