lunedì 9 aprile 2018

Donne detective (7)


Questa volta lasciamo indagare le donne!
Donne detective nella letteratura, nel cinema, nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
  "Intuito femminile è come penna su freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan). 
(7)

Le sbirre (II)


Il Comandante Florent
Isabelle Florent, una donna complessa, completa e sensibile, nasce in Francia e in  TV. Sembra che le serie poliziesche francesi   non abbiano  avuto in passato un buon seguito in Italia. Ipnotizzati dai detective statunitensi, all'inizio gli italiani non hanno saputo apprezzare gli eroi venuti d’Oltralpe: recentemente un attore del calibro di Bruno Cremer col suo magnifico Maigret ha subito varie traversie  di palinsesto su Rete4; meno male che La7 ha saputo rivalutarlo. Da tempo vanno in onda, sempre su La7, repliche (molte e reiterate) de Il commissario Cordier, ma è sintomatica la destinazione che le reti offrono alla produzione francese: audience femminile e “anziana” per eccellenza, quella, per capirci, che è pure destinataria di pubblicità Kukident, pannoloni, protesi per l'udito e montascale.


Stessa sorte per Il comandante Florent (peraltro intitolato in patria più incisivamente Une femme d’honneur) che a solo vederla, la comandate, può attizzare anche gli anziani che hanno ormai raggiunto la pace dei sensi.  Arrivò dalla Francia con pregevoli credenziali (30 film tv dal 1996, successo di pubblico sempre crescente, al centro della storia una donna interpretata dall’affascinante attrice quarantenne Corinne Touzet), fu dirottata su Rete4 al mercoledì sera: ma, a differenza dei suoi colleghi transalpini, sempre grazie a  La7, sembra che la "sbirra" francese abbia scalfito il muro d’indifferenza del pubblico italiano.


Il comandante Florent infatti presenta una serie di caratteristiche che sconvolgono piacevolmente le nostre abitudini televisive, tra una non dirompente novità e un caldo e benefico déjàvu. Molto bravi i comprimari, nel recitare nel rendersi credibili.


Il personaggio offre vari spunti e sfaccettature per l'agile sceneggiatura. Isabelle Florent, divorziata con figlio, prende servizio nel dipartimento della Yonne, in Borgogna, in una caserma di Gendarmerie, l’equivalente francese dei nostri Carabinieri (anzi, a dire il vero, la Benemerita fu creata nell’Ottocento dai Savoia modellandola sul corpo di polizia francese). Anche lì c’è rivalità con altre forze dell’ordine (la polizia); e la tranquilla routine di piccoli furti e astuti appostamenti con l’autovelox può essere drammaticamente interrotta da omicidi, rapimenti, fatti di sangue.


Fin qui si respira un’aria familiare: ma laddove in Italia si vira verso la commedia (vedi come esempio Il maresciallo Rocca di Gigi Proietti), qui si mantiene un ammirevole equilibrio tra elementi delittuosi (e relative indagini) e momenti privati (la crisi matrimoniale, poi rientrata, dell’aiutante della Florent, Rivière; la discreta corte dell’altro collaboratore, Roussillon; la morte di una recluta; il ritorno di fiamma tra la Florent e un capitano della Brigata Fluviale di Strasburgo) che si alternano, sulla più congeniale lunghezza dei 90 minuti, favorendo un minimo di approfondimento psicologico.


Certo, c’è sempre in agguato il pericolo della lentezza, delle cadute di ritmo (quelle che noi italiani etichettiamo come tipiche, appunto, dei prodotti francesi); e la protagonista, benché splendida sia in uniforme (passano in rassegna tutte le tenute: campagna, parata, ufficio...)  sia in alcuni travestimenti (peraltro improbabili da femme fatale in un night club), non regge come presenza scenica se messa a confronto col nostro mostro sacro Proietti: viceversa dà dei punti alle nostre carabiniere televisive non meno dotate fisicamente (ma io preferisco di gran lunga Corinne!), ma non molto espressive (lei invece fa pure teatro!).

Grazia Negro (Almost Blue)

Grazia Negro nasce col romanzo  Almost Blue   di Carlo Lucarelli, sedicente scrittore e pervicace presentatore televisivo. Autore segugio (dotato di notevole fiuto per il business) si era gettato, nel 1997, nel ricco bacino letterario dei serial killer, ideando un assassino che uccideva le sue vittime e quindi ne prendeva per qualche giorno le sembianze, continuamente alla ricerca di una sua identità.


Ricalcando gli stili e le caratteristiche del romanzo di genere statunitense, su tutti la serie con protagonista Hannibal Lecter, Lucarelli adatta la caccia al serial killer, di cui grazie al Mostro di Firemze si parlava allora anche in Italia, al nostro paese, non senza evidenti stonature e stecche vere e proprie. Protagonista della vicenda è l'ispettore Grazia Negro, una piccola poliziotta di origine pugliese che inizia una caccia serrata all'Iguana, soprannome del serial killer protagonista di questo primo romanzo.



Visto il  successo ottenuto, Lucarelli, sempre devoto al fiuto, pensa bene di proseguire la serie, prima con Un giorno dopo l'altro, con il titolo e le atmosfere malinconiche "ispirate" all'omonima canzone di Luigi Tenco, quindi con il "prequel" Lupo mannaro.



Tre i romanzi e tre storie ora nell'ordine cronologico interno.
Nel complesso, anche per colpa di alcune scene abbastanza scontate e molte (troppe) concessioni al genere, la serie di tre romanzi è poco credibile nel suo essere calata nel contesto nazionale, alla fine, per l'eccesso di "effettacci stile CSI" la figura di Grazia negro svanisce nel nulla come il sale nell'acqua appena si alza il bollore.

Lolita Lobosco
Lolita Lobosco, imbarazzante Commissario in servizio alla Questura di Bari, sezione Omicidi, irresistibilmente antipatica. Spesso innamorata senza costrutto,  uno spregio per l'essere femminile. 


L'improbabile "butirròsa" Lolì si divide tra le investigazioni, i pericoli del mestiere e la variopinta vita privata, fatta di cenette al lume di candela, manicaretti afrodisiaci, amori dal sapore adolescenziale, amicizie non sempre innocenti e maldicenze a tutto spiano. Insomma un personaggio che è meglio perdere che trovare!
Il commissario Lolita Lobosco, creatura letteraria di Gabriella Genisi, è presentata come la versione femminile di Montalbano! Basterebbe questa affermazione per arrestare e dare l'ergastolo a tutti i membri dalla casa editrice, autrice compresa che l'ha avvallata e forse (legittima suspicione) suggerita.


Nelle varie indagini   ci sono: l’ambientazione meridionale (macchiettistica), il panorama mozzafiato sul mare (ma Raguasa è altra roba: qui sono cartoline colorate a posteriori), la lingua umettata dal dialetto (non diciamo fesserie: il linguaggio di Camilleri è frutto di approfondite ricerche!), il buon cibo casalingo (Niente arancini: non c'è Adelina!), la mancanza di fortuna con l’altro sesso (ma Salvo si astiene!). 

Minicitazioni
Per dovere di cronaca, ma forse nemmeno dovrei, due citazioni che potete subito dimenticare ...


Christine von Borries, ci propina, come camomilla, il personaggio di Irene Bettini, una agente del Sisde. Il suo libro più famoso, aggettivo improprio, ha come titolo  Fuga di notizie.

Adalgisa Calligaris


Adalgisa è la protagonista inventata da Alessandra Carnevali. Insicura sul piano sentimentale, ma perfetta su quello professionale.  Non ve la raccomando.

 

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