giovedì 26 luglio 2018

Doppia perfidia (II)

 

La perfidia del doppio!
Lo specchio noir nel cinema
Gemelle e delitti


 
Parte II

Doppi si nasce, ma con un po' di talento lo si può anche diventare! Il talentuoso Mr. Ripley, personaggio inventato da Patricia Highsmith, clona la sua vittima, nel "raddoppiarsi" commette crimini efferati di cieca violenza. Ha ispirato due film: Delitto in pieno sole con Alain Delon (vedi sopra) e Il talento di Mr Ripley con Matt Demon. E' un doppio anche lui e forse il più pericoloso perché privo di emozioni, se non per scatenare, letale, l'autodifesa.
 
 
 
Come arrampicarsi sugli specchi ...
La credenza che il "gemello" (come stato di malessere esistenziale) possa portare  con sé una doppiezza profonda e angosciante è radicata nella cultura pop. Venne sottolineata da David Lynch con la scelta del nome del luogo dove decise di ambientare la sua serie tv maledetta. La fiction seriale televisiva più sperimentale, più inquietante, più sconvolgente, più incomprensibile e più pop (A Striscia la notizia ogni tanto Ezio Greggio sortiva con un "Twins Peaks"!!) che sia mai stata mandata  in onda dalla TV italiana (e forse mondiale):  I segreti di Twins Peaks, 1990 - 91.







Nel disorientante e labirintico gioco di  specchi oscuri, perfino l'agente speciale della FBI Dale Cooper, interpretato da Kyle  Mac Lachlan, si trova in situazioni molto ambigue e perciò inquietanti. Ricordo una sequenza che lo mostra mentre, ferito alla fronte, è in piedi davanti a uno specchio che riflette l‟immagine di un altro,  Frank Silva.
Nello specchio, è credenza anch'essa molto diffusa nei miti e nella cultura pop,  si possono annidare fantasmi e ombre. Questa specie di gelida lastra rappresenta una soglia pericolosa, impenetrabile al tatto, ma aperta per i dubbi dell'animo. Lo confermano una grande quantità di film.



Comincerò col ricordare Le Sang d'un poète del 1930, di Jean Cocteau, dove un attore provando e riprovando le varie espressioni allo specchio ne viene, metaforicamente ma non troppo, posseduto.
Si tratta di cinema sperimentale francese, di altissima qualità, ma il tema, come ho detto, è anche pop. Andiamo allora ad Hollywood.




L'anima e il volto (A Stolen Life) è un melò-noir del 1946 diretto da Curtis Bernhardt.
Due gemelle, interpretate ambedue da Bette Davis, Patricia e Kate, si innamorano dello stesso uomo, Bill (Glen Ford), che alla fine sceglierà Patricia e la sposerà, perché più attraente, anche se meno dolce e sensibile di Kate.


Per ragioni di lavoro Bill dovrà assentarsi per lungo tempo, lasciando sola la giovane moglie. Le due sorelle tornano a frequentarsi, ma durante una gita in barca Patricia cade in acqua a causa di un forte temporale e annega. Al ritorno di Bill, Kate gli fa credere di essere Patricia, ma solo dopo aver scoperto che l'uomo non amava più la sorella (si vedrà più avanti il film messicano La Otra), la storia prenderà un'altra inattesa e brutta piega.



Il regista si sbizzarrisce con trucchi cinematografici ancora mirabili, ma la sceneggiatura nella seconda parte mostra qualche buco e si perde tensione. Non vi dico altro, ma riporto una frase dal film, pronunciata da Kate: « Chi è solo desidera amici, ma deve cercare molto per trovarli ».



Omicidio a luci rosse (Body Double) è un film del 1984 diretto da Brian de Palma con alcuni ammiccamenti a Hitchcock, e molte (forse troppe) citazioni. Il tema centrale del film, soprattutto se confrontato cn la pellicola precedente, si presterebbe a battute grevi... dal volto al c... oppure faccia a c... sempre di doppio parlando. Ma non allentiamo la tensione, quando dirige Brian de Palma bisogna stare attenti i suoi ammiccamenti non sono mai banali.






Jake Scully,  un attore un po' sfigato che interpreta un vampiro sul set di un film horror a basso costo, soffre di claustrofobia. Jake si sente male  quando deve uscire da una bara ed è licenziato dal regista Rubin. Tornato a casa, sorprende la sua fidanzata a letto con un altro uomo: ne rimane fortemente scioccato e, senza dire una parola, lascia la casa, di proprietà di lei, e se ne va. In un bar incontra Sam Bouchard, già incrociato in precedenza a un'audizione; confida a quest'ultimo il tradimento della sua ragazza e Sam, allora, gli procura un posto dove stare: un lussuoso appartamento, di proprietà di un suo conoscente, posto ai piani alti, da dove Sam mostra a Jake come fare ad assistere, spiandolo col telescopio che è in dotazione, allo spogliarello hard core in cui si esibisce, tutte le sere alla stessa ora, la bella e ricca vicina di casa Gloria Revell.






La donna, sere dopo, viene uccisa sotto gli occhi dell'impotente Jake; lui accorre ma non riesce a salvarla. Tempo dopo la riconosce (ne ravvede le nudità, e un movimento osè, che aveva ben "studiato" col telescopio!) in una spogliarellista ... ma allora, si dice, non è morta! A questo punto si comprende il titolo originale:  Body Double! Il protagonista non riconosce il volto, ma lato B e tette! A questo può portare una fissazione. Ma forse anche Antonio Banderas, prima d'innamorarsi della gallina del Molino Bianco, le aveva viste doppie!


Il doppio volto della paura (Deadly Sibling Rivalry) è  del 201; diretto da Hannelle M. Culpepper  per la tv girò anche (poco in verità) nelle sale senza troppo clamore.

Callie è da sempre invidiosa della sorella gemella Janna, che nella vita ha avuto successo: è infatti la socia di maggioranza di un'importante rivista di fitness e ha una figlia, Fiona, studentessa al secondo anno di psicologia in un college francese. Callie, inoltre, incolpa la sorella della morte del padre, precipitato venti anni prima durante una scalata.
L'ho citato per amor della lista, niente di più.
 
  

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