Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 121
Maigret ha un dubbio
Georges Simenon
Mondadori
Maigret si piglia una
vacanza
Raccontano gli agiografi di
Simenon, che il padre del commissario Maigret era capace di scrivere un romanzo
in una settimana. Questo romanzo è la prova provata di questo aneddoto.
Lo
dico non tanto per le accreditate testimonianza che raccontano che il romanzo è
stato scritto nella tenuta Shadow Rock Farm di Lakeville nel Connetticut in
USA, dal 1º all'8 dicembre 1953, quanto per i suoi contenuti esemplari. Quarantaquattresimo romanzo di Maigret, fu
pubblicato per la prima volta in Francia il 13 marzo del 1954 dall'editore Presses
de la Cité.
Un incipit di trama.
Joseph Gastin è maestro di scuola
a Saint-André-sur-Mer, vicino a La Rochelle, zona storica, ma più famosa ancora
per la coltivazione dei mitili.
Gastin fugge a Parigi per
chiedere la protezione di Maigret. Al paese lo accusano di aver ucciso Léonie
Birard, con un colpo di carabina calibro 22 da una certa distanza, mentre era
affacciata alla sua finestra. Maigret, che sente la primavera come di rado gli è
capitato) decide di prendere qualche giorno di congedo e lo accompagna al suo
paese. In effetti, qui il maestro è sotto mandato d'arresto da parte del
tenente Daniélou, dal quale viene a sapere che uno degli allievi del maestro,
Marcel Sellier, ha testimoniato di averlo visto uscire dal capanno degli
attrezzi dove il figlio del maestro, Jean-Paul, ha un fucile di quel calibro.
Maigret scopre che la morta non era amata in paese, e anche di Joseph non si
fidano, considerandolo uno straniero (di fatto vi è giunto da Courbevoie)…
Qui mi fermo, se no faccio peggio
di quegli sciagurati di Wikipedia che sciorinano trame sbrodolate senza neppure
avvertire dello spoiler!
Dicevo che è la prova delle straordinarie
capacità creative di Simenon. In effetti c’è "tutto Maigret".
La provincia profonda, quella liquida,
dove tutti sanno ma nessuno dice, anche truffaldina di piccole collusioni e complicità di ladri di galline. Le complicità rendono difficile l'indagine allo "straniero" di Parigi. Non sanno che è nato in una provincia ancor più piccola e remota. Emerge allora il metodo d’indagine del commissario Maigret, le
sue capacità di fare interrogatori apparentemente leggeri (alcuni testimoni sono dei bambini!), ma estremamente efficaci
e il coro di figurine scolpite a tutto tondo. L’empatia del poliziotto dotato di
umana pietas.
Una lettura divertente e leggera.
Voto ***1/2/5
Nessun commento:
Posta un commento