Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
(1-14)
1-14 La
tregua
Un detective in lutto per la morte della moglie
ritorna, accompagnato dalla figlia adolescente, a vivere (e lavorare come ispettore) nella sua
tranquilla cittadina natale, ma viene coinvolto in un caso di omicidio che fa
emergere gli oscuri e angoscianti segreti della provincia del Belgio.
La storia de La
tregua, prende avvio dallo sconvolgente (soprattutto per gli inesperti
poliziotti locali) ritrovamento del cadavere di un
giovanissimo ragazzo nero nelle acque del fiume Semois, nella
cittadina belga di Heiderfeld. Le indagini vengono
affidate all’ispettore Yoann Peeters, appena tornato sul campo
dopo una dolorosa tragedia domestica: ad aiutarlo ci sarà il giovane e
inesperto agente di polizia Sebastian Drummer.
Cercando di scoprire chi si cela dietro il brutale
omicidio, Yoann imparerà a scopre che non sempre innocente vuol dire non
colpevole, portando alla luce i segreti della città.
La
tregua è una serie crime suddivisa
in 10 episodi molto concatenati tra loro: occorre vederli tutti e in
rapida sequenza per capirci qualcosa. La fiction ci traghetta nelle luminose,
ma plumbee, atmosfere di una cittadina di provincia nelle Ardenne. regione
boschiva e isolata, anche culturalmente: e' un’immersione in apnea in un remoto
villaggio del Belgio. La storia orbita attorno alla figura di Yoann
Peeters, un ottimo investigatore che è allo stesso tempo istintivo, impulsivo e
mai diplomatico, soprattutto con i suoi colleghi, un personaggio
centrale febbrile che si saprà incuneare in una realtà apparentemente
placida.
La
tregua è ben girata, ben fotografata e ben scritta.
Avvince e trasporta abilmente lo spettatore in un'investigazione a spirale e
nelle sue atmosfere impenetrabili. Le puntate conducono nelle pieghe di
una indagine che funge da iceberg, la cui punta è simboleggiata dallo
sfortunato calciatore trovato esanime Driss Assani. Yoann Peeters e il suo compagno di squadra
riusciranno, con sacrificio, intuito e tanto dolore a scoprirne la
parte sommersa.
La
produzione Netflix si allinea agli stilemi del noir
nordico, con realismo, suggestioni precise e una dialettica asciutta,
i cui personaggi centrali sono anti eroi lacerati da eventi traumatici, un
lento ma denso cliffhanger che oscilla tra il crime poliziesco e
il thriller psicologico.
Tanto
perché lo sappiate: io non ne vado matto. Nel noir nordico il detective
dev'esser: disturbato psicologicamente, avere una figlia problematica, irascibile
al limite della violenza, impulsivo al limite dell'incoscienza. Deve anche
avere un trascorso al limite dell'espulsione nel corpo della Polizia.
Tutte
queste "doti" Yoann ce l'ha ed è anche in analisi da una psichiatra
che lo guarda, almeno all'inizio, sospettosa...
Ciò
che caratterizza La tregua è una sorta di gioco, tirato agli estremi,
della temporalità tra due timeline che si intersecano e comunicano
costantemente, un modo che ha la narrazione di intervenire su spazio e
tempo attraverso flashback sull’indagine e flashforward sugli
interrogatori condotti dalla psichiatra.
Naturalmente
i colpi di scena si susseguono a ritmo incessante. Quando son terminati i
soapettabili si arriva, per il sollievo di tutti, alla conclusione!
Tutto
questo processo descrittivo particolarmente fluttuante e mutevole riesce a
rendere la serie molto più concitata e sorprendente, mettendo il protagonista
sotto una lente di ingrandimento e allo stesso tempo cambiando continuamente
prospettiva e punto di vista. si esagera nelle pause oniriche che disturbano il
ritmo della narrazione.
Yoann Peeters,
coadivato da una specie di piccola armata Brancaleone dell'investigazione
poliziesca, si dovrà
destreggiare tra le vicende di un apparente caso di suicidio: tutti sono
convinti della autenticità del siffatto verdetto, tutti tranne lui. Ed è per
questo che il protagonista si spingerà al di là di ogni morale, di ogni
logica investigativa, compromettendo anche la sua salute e la sua
stabilità mentale, guidando se stesso e lo spettatore in uno scenario
drammatico e spiazzante che, con dedizione e impassibilità, riuscirà a portare
alla luce.
Alla fine tutto torna, ma, chissà perché, si ha la
sensazione che ogni cosa s'era già vista. Quando si vuole stupire troppo, la
suspense produce immancabilmente un effetto boomerang.
Voto ***1/2/5
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