mercoledì 10 ottobre 2018

Serial TV (1-14)


Indagini seriali in TV
Serie gialle, noir e thriller della TV
(1-14)


1-14 La tregua

Un detective in lutto per la morte della moglie ritorna, accompagnato dalla figlia adolescente,  a vivere (e lavorare come ispettore) nella sua tranquilla cittadina natale, ma viene coinvolto in un caso di omicidio che fa emergere gli oscuri e angoscianti segreti della provincia del Belgio.




La storia de La tregua, prende avvio dallo sconvolgente (soprattutto per gli inesperti poliziotti locali) ritrovamento del cadavere di un giovanissimo ragazzo nero nelle acque del fiume Semois, nella cittadina belga di Heiderfeld. Le indagini vengono affidate all’ispettore Yoann Peeters, appena tornato sul campo dopo una dolorosa tragedia domestica: ad aiutarlo ci sarà il giovane e inesperto agente di polizia Sebastian Drummer.
Cercando di scoprire chi si cela dietro il brutale omicidio, Yoann imparerà a scopre che non sempre innocente vuol dire non colpevole, portando alla luce i segreti della città.

La tregua è una serie crime suddivisa in 10 episodi molto concatenati tra loro: occorre vederli tutti e in rapida sequenza per capirci qualcosa. La fiction ci traghetta nelle luminose, ma plumbee, atmosfere di una cittadina di provincia nelle Ardenne. regione boschiva e isolata, anche culturalmente: e' un’immersione in apnea in un remoto villaggio del Belgio. La storia orbita attorno alla figura di Yoann Peeters, un ottimo investigatore che è allo stesso tempo istintivo, impulsivo e mai diplomatico, soprattutto con i suoi colleghi, un personaggio centrale febbrile che si saprà incuneare in una realtà apparentemente placida.
La tregua è  ben girata, ben fotografata e ben scritta. Avvince e trasporta abilmente lo spettatore in un'investigazione a spirale e nelle sue atmosfere impenetrabili. Le puntate conducono nelle pieghe di una indagine che funge da iceberg, la cui punta è simboleggiata dallo sfortunato calciatore trovato esanime Driss Assani.   Yoann Peeters e il suo compagno di squadra riusciranno, con sacrificio, intuito e tanto dolore a scoprirne la parte sommersa.

La produzione Netflix si allinea agli stilemi del noir nordico, con realismo, suggestioni precise e una dialettica asciutta, i cui personaggi centrali sono anti eroi lacerati da eventi traumatici, un lento ma denso cliffhanger che oscilla tra il crime poliziesco e il thriller psicologico.
Tanto perché lo sappiate: io non ne vado matto. Nel noir nordico il detective dev'esser: disturbato psicologicamente, avere una figlia problematica, irascibile al limite della violenza, impulsivo al limite dell'incoscienza. Deve anche avere un trascorso al limite dell'espulsione nel corpo della Polizia.
Tutte queste "doti" Yoann ce l'ha ed è anche in analisi da una psichiatra che lo guarda, almeno all'inizio, sospettosa...

Ciò che caratterizza La tregua è una sorta di gioco, tirato agli estremi, della temporalità tra due timeline che si intersecano e comunicano costantemente, un modo che ha la narrazione di intervenire su spazio e tempo attraverso flashback sull’indagine e flashforward sugli interrogatori condotti dalla   psichiatra.
Naturalmente i colpi di scena si susseguono a ritmo incessante. Quando son terminati i soapettabili si arriva, per il sollievo di tutti, alla conclusione!
Tutto questo processo descrittivo particolarmente fluttuante e mutevole riesce a rendere la serie molto più concitata e sorprendente, mettendo il protagonista sotto una lente di ingrandimento e allo stesso tempo cambiando continuamente prospettiva e punto di vista. si esagera nelle pause oniriche che disturbano il ritmo della narrazione.
Yoann Peeters, coadivato da una specie di piccola armata Brancaleone dell'investigazione poliziesca,  si dovrà destreggiare tra le vicende di un apparente caso di suicidio: tutti sono convinti della autenticità del siffatto verdetto, tutti tranne lui. Ed è per questo che il protagonista si spingerà al di là di ogni morale, di ogni logica investigativa, compromettendo anche la sua salute e la sua stabilità mentale, guidando se stesso e lo spettatore in uno scenario drammatico e spiazzante che, con dedizione e impassibilità, riuscirà a portare alla luce.


Alla fine tutto torna, ma, chissà perché, si ha la sensazione che ogni cosa s'era già vista. Quando si vuole stupire troppo, la suspense produce immancabilmente un effetto boomerang.

Voto ***1/2/5

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