domenica 20 gennaio 2019

Peso letterario (V)


Pesati con la stadera
"Pondera iniqua sunt!" 
semiseria caccia alle streghe per un esorcismo "ponderato" 


(V)

Non è  solo la stadera della nonna!

Pensavo di smettere, invece riprendo le nostre pesate.   Avete capito che è faticoso sollevare tomi, sia in brossura che con copertina rigida e ancor più penoso riferire i giudizi drastici della stadera, ma la soddisfazione di infierire è immensa!





nel ricominciare, vorrei ricordare a tutti, autori e lettori, che non uso  l'imparziale e incontestabile bilancia della giustizia, ma la stadera un po' lunatica della nonna. Mia nonna Uliana non era imparziale, anzi, la ricordo sanguigna, emotivamente partigiana, viscerale nei giudizi. Le piaceva anche essere contestata (sapeva rispondere in un lampo e in modo tagliete: i miei maggiori difetti li ho presi da lei!), tanto per ravvivare la giornata. La stadera credo abbia preso da lei. Passiamo alla terna di oggi.


Sopravvalutato




Marco Malvaldi: è uno scrittore (è  davvero scrittore o solo un pennivendolo?) opportunista. (Addirittura la stadera afferma, [lo riporto in parentesi], con un sibilo, che è davvero un pennivendolo, ma mi risulta che lo dica anche lui: "mi son venduto alla Giunti"!). Mia nonna, a cui non piaceva neppure Liala, lo avrebbe detestato, vituperato e infamato. A me fa solo un po' rabbia che un ragazzo così talentuoso pensi solo a far cassa.   Non è un giallista, è, a questo punto,l un autore, mancato, del vernacolo.    Non è tutta colpa sua: la Sellerio ce lo presentava come il nuovo camilleri!) lo ha fatto crescere a dismisura e la Giunti ha elargito tanti fiorini d'oro, o erano ducati? 

Il romanzo, Leonardo detective, che cosa originale! (arriva almeno settimo e dopo di me!), non è molto interessante (sembra spaesato il Genio!), poteva far di meglio questo "pisano furbo" (ex post Cernobyl).

Nella tacca di centro


Elena Torre: è una scrittrice (anche giornalista) in progressiva crescita. Una che con le parole ci lavora (in segreto ci giocava e ci gioca!) e ci ragiona, non solo: tesse trame sempre più inriganti. Migliora di romanzo in romanzo, il peso medio è buono, quello dell'ultimo, credetemi, è  molto promettente.

Prosa asciutta, volutamente scarna, e tante metafore ... a volte un po' bagnate (Troppo a lungo in mare? La costa marchigiana è umidiccia!). Come la polvere da sparo: bagnata non scoppia, ma rispetto ai primi lavori, ora ci staparecchio più attenta e quasi sempre il botto c'è, e molto squassante!
Dopo questa interessante e intrigante lettura, noi "appassionati lettori", ci aspettiamo altro (il ritorno del commissario Biagini Vincenzo, ad esempio!) e siamo fiduciosi che arrivi, comunque, come dicono a Viareggio: "E' gia 'Tanta roba' !" Forza Elena!!

Sottovalutato


Leonardo Gori: è uno scrittore poliedrico, ma il capitano Bruno Arcieri è un gran bel personaggio. Le potenzialità di Gori, questo è solo il romanzo di esordio, poi rieditato, sono alte (prosa asciutta e scarna volta al significato!), ma c'è da sperare  continui col carabiniere che ora ha fatto carriera. Mi risulta colonnello e inquadrato nei Servizi!


Altrimenti perderemmo per sempre una Firenze speciale, sulla carta, quella reale ormai non esiste più. L'Oltrarno è stato riconosciuto come un quartiere molto amabile, ma ci sarebbe da fare uno sforzo per tornare indietro di qualche annetto. Arcieri ci potrà aiutare.
Il  realismo del carabiniere ci affascina, ci intriga e le sue memorie ci  angosciano.

E con Gori, per oggi, chiudo. Spero che contiuniate a  divertivi e che anche voi, aiutati dalla stadera, vi siate tolti qualche sassolino dalle scarpe.

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