martedì 2 dicembre 2025

Il Gufo Giallo 154

 

 


Il Gufo Giallo

recensioni di romanzi gialli



 Sotto mentite spoglie
Antonio Manzini
Sellerio

 

Giudizio n 151

Ma si può: da 40-60 a 20-80!

Quando uno scrittore scrive per la TV (una produzione fiction in più puntate dai suoi romanzi)  ha ormai venduto l'anima al Diavolo! E' infatti subito costretto ad adeguarsi alla regola del 40-60! Che cosa orribile: il "40-60"!

Con 40-60 s’intende la formula narrativa delle fiction gialle Rai e altre reti) che bilancia elementi del giallo (40%) con elementi relativi alle vicende personali dei protagonisti (60%). Ai tempi del Commissario Maigret (Gino Cervi, anni ‘60) era 60-40, poi è degenerata.
Una quindicina di anni orsono Margherita Oggero (autrice dei gialli della Prof. Camilla Baudino) da me intervistata a un festival, si definì "solo" soggettista della fiction TV, mostrandosi molto critica sull’uso della formula da parte della Rai. Altri tempi!
Ho appena finito di leggere (fuori pioveva!) Sotto mentite spoglie, l’ultima indagine del Vice questore Rocco Schiavone . Non è stata un’impresa da poco: 546 pagine! Posso dire, ho fatto anche l’editor, che 450 sarebbero avanzate. Sicuramente ne avrebbe guadagnato il ritmo e la suspence.
Il caso che affronta Rocco è complesso e, devo dire, ben congegnato dall'autore, ma spesso ci sono pagine inutili che ti fanno assalire dalla noia.
In ultima analisi l’ho letto per affetto all’autore (ha scritto pagine migliori) e per dedizione professionale alla materia. Non mi sono divertito, ma comunque sono rimasto a leggere perché la storia lo meritava. Le vicende personali dei comprimari invece no!
Capisco che ci sia da far lavorare (per la Rai) i bravi attori che recitano nella fiction, ma esistono anche i lettori, occorrerebbe un po’ di rispetto.

Vediamo in particolare.  

Trama: articolata e convincente, ma non ve la racconto perché troppo complessa, commetterei un delitto di spoiler!

Scene d’azione: troppo lunghe e dense di dettagli inutili che attenuano la suspence
Dialoghi: spesso noiosi e inutili, se dei comprimari sempre banali...
Intermezzi: da intervalli con le pecore della Rai tv negli anni '60.

Voto***/5,        
Tre stelle, ma solo perché stimo molto Antonio Manzini, e perché sono sempre dalla parte delle vittime (soprattutto se il carnefice è la Rai!!).

 

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