mercoledì 10 aprile 2024

 UN TALENTUOSO DEL CRIMINE: 

Tom Ripley

Dopo il solare, e apollineo, Alain Delon


e il turistico, ma sempre solare, lo sfondo, Matt Demon...


è arrivata la serie Netflix! In bianco e nero. Pregi: furbetta nella scelta delle location, degli oggetti e delle musiche. Difetti: il B&W non si addice alla storia e l'interprete appare un po' oltre come età! Mr Ripley è uno dei personaggi più complessi e affascinanti del modo criminale di carta. Amorale, opportunista, cinico, freddo, calcolatore e ovviamente criminale. La serie ha molte ambizioni: una su tutte: è una serie originale. Originale Netflix! Non compare il fantastico (di fantasia) Mongibello e siamo invece ad Atrani, paese reale! Primo passo di originalità, purtroppo, a volte, volendo essere troppo originali si risulta manieristi o goffi! Per prima cosa l'età di Ripley, nel libro intorno ai 25 anni (anno più, anno meno), ma qui il protagonista, all'anagrafe ne marca 38! e sul video ne mostra 45... un po' troppi! Ma il culmine si raggionege con la musica: una pseudo Mina che canta prima su disco a 45 giri e poi dal vivo,  "Il cielo in una stanza"! 

 

 

Dopo la seconda puntata ho deciso di sospendere, Gino Paoli mi ha fatto sapere che me ne è grato; Mina non lo so: è irreperibile! E io non vado al mercato del mercoledì al Forte!

 

mercoledì 20 marzo 2024

 UN FUTURO DETECTIVE 

NON UMANO?

 


Qualche tempo fa mi divertii a  “giocare” con la Intelligenza Artificiale, o meglio con Chat-GPT una delle sue realizzazioni. Ne fui deluso, ma mi ero fatto aiutare dalle mie conoscenze sulla Macchina di Touring. Ricordando Sherlock Holmes, Hercule Poirot, miss Marple e Philo Vance, mi sono posto un quesito: “L’Intelligenza Artificiale potrà essere abduttiva?”. In altre parole, avremo dei robot detective che seguono il metodo del giallo classico?


 

Come si saranno accorti gli amici, appassionati, come me, del genere letterario giallo non ho considerato né Jules Maigret, né, tantomeno, Philip Marlowe. Non è una dimenticanza. È che li considero irraggiungibili dalla signora I.A.!

 


Premetto, come spiegazione del ragionamento abduttivo, l’esempio  dei fagioli. É l’esempio classico di Charles Sanders Peirce.

 


Deduzione
"Tutti i fagioli di quel sacchetto sono bianchi" - regola (A)
"Questi fagioli vengono da quel sacchetto" - caso (B)
"Questi fagioli sono bianchi" - risultato (C)


Induzione
"Questi fagioli vengono da quel sacchetto" - caso particolare (B)
"Questi fagioli sono bianchi" - risultante osservata (C)
"Tutti i fagioli di quel sacchetto sono bianchi" - generalizzazione (A)


Abduzione
"Questi fagioli sono bianchi" - indizio, segno (C)
"Tutti i fagioli in quel sacchetto sono bianchi” - regola generale, enciclopedia (A)
"Questi fagioli vengono da quel sacchetto" - ipotesi, interpretazione (B)


Da sottolineare e notare la disposizione: (d)ABC – (i)BCA – (a)CAB.
 

Da sottolineare anche che il ragionamento abduttivo è basato sulle nostre esperienze, conoscenze e interpretazioni dei fatti (più tante altre cose che ci appartengono: cose note ignote, cose ignote ignote e cose ignote note: quelle socratiche!).

Infine è bene ricordare che la I.A.  si basa su un enorme archivio di conoscenze per adesso, ahimè, solo relativo alle cose note note.


 

Un’intelligenza umana evoluta è capace tramite correlazioni e associazioni di vario tipo di trasformare le cose ignote in note (ha solo limiti di memoria). La Intelligenza Artificiale no, ma presto potrà farlo (basta che la dotino di algoritmi machine learning già funzionanti da anni) per cui la risposta che mi do è: Sherlock Holmes sarà superato dall’Intelligenza Artificiale, mentre il Commissario Maigret no! Elementare Watson!

giovedì 14 marzo 2024

 Vai dove ti porta l'Evento!

Presentazione del romanzo

 


Picari Bastardi II

Il tempo d'una candela mozza

Oscar Montani


16 Aprile 2024 ore 17

Biblioteca Comunale Martinetti a Sarzana

presenta:  Carmen Claps

 


16 maggio 2024, ore 17

Biblioteca Comunale La Ginestra a Montevarchi

presentano:

Giornalista Fulvio Bernacchioni 

Prof. Lorenzo Piccioli


Caso mai non conosceste i Picari

lunedì 19 febbraio 2024

Recensione Picari Bastardi (III)


A proposito dei Picari Bastardi

Una riflessione di Carmen Claps


III

III

Il primo che entra a far parte della squadra investigativa è proprio Giovanni Martinelli, anche lui figlio illegittimo, quindi bastardo e picaro perché come anticipato per affinare la sua arte si sposta di bottega in bottega, da un maestro all’altro. Proprio perché ritrattista, Giovanni ha dovuto imparare a osservare, a studiare i volti delle persone, quindi ha acquisito la singolare capacità di comprendere dalle varie espressioni se chi gli sta davanti mente o meno. Inutile dire che per questo risulta prezioso per le indagini.

Altro membro molto particolare è Vannino Innocenti; il cognome denuncia senza possibilità di equivoci e di dubbi il suo status di bastardo. E’ un prete con inclinazioni sessuali non canoniche: ha molestato alcuni chierichetti, perciò è nei guai ed è costretto a svignarsela. Si accoda quindi molto volentieri alla banda di Mariotto per mettersi al sicuro.


 

Nel gruppo c’è anche una donna e la cosa non sorprende che conosce almeno un po' la produzione di Montani: nei suoi lavori la presenza femminile è sempre fondamentale, vittima, carnefice o collaboratrice che sia, la donna è sempre al centro delle vicende narrate dal nostro autore. Qui è il turno di Gerarda degli Esposti, altro cognome inequivocabile. Splendida la narrazione del suo primo ingresso in scena, tutto giocato tra la suspense, l’ansia e l’ironia. A questo punto è indispensabile osservare che l’ironia è una delle cifre più importanti della scrittura di Oscar Montani, un’ironia allo stesso tempo feroce, intelligente, garbata che interviene a sdrammatizzare da una parte e a sottolineare dall’altra la situazione. Anche Gerarda è in fuga a causa delle sue tendenze sessuali. Occorre dire che Montani tratta questo delicatissimo argomento in modo ineccepibile: nessun giudizio, nessuna morbosità (non sarebbe da lui), ma tanta leggerezza, tanta eleganza.

Per quel che riguarda l’aspetto squisitamente formale Oscar Montani sceglie una scrittura adeguata al periodo in cui ha ambientato la vicenda. Anche per ottenere questo ha dovuto sobbarcarsi un gran lavoro preparatorio, cancellare il linguaggio di tutti i giorni e immergersi a capofitto in quello seicentesco.

Altra cosa importante, l’abilità del nostro autore nel descrivere scene con giochi di luci ed ombre, per esempio un agguato in un vicolo buio oppure certe situazioni notturne in cui lampi di luce squarciano la notte e rendono l’atmosfera ancora più angosciante.

Carmen Claps

 

FINE 

(Ritorna alla parte II)