
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 149
I Cugini Meyer
Vittorio Giardino
Rizzoli- Lizard
“Chi non muore si rivede”
Un bellissimo libro! Attuale e utile a capire cosa ci potrebbe accadere, se non saremo determinati, nel prossimo futuro!
Confesso che James Bond mi faceva, e mi fa, sorridere. Mentre La spia che venne dal freddo o il maggiordomo di Operazione Cicero mi hanno sempre affascinato e, per certi versi, angosciato. Sarà per questo che sono affezionato a Max Fridman, l’agente segreto ideato dal mio amico Vittorio Giardino.
Qui però non è incaricato di una missione, ma si occupa di “Una questione di famiglia”
Sì, questa recensione si può facilmente (gli hater sono tanti, milioni di milioni, come dice Negroni! E fa rima con coglioni!) accusare di “Conflitto d’interessi”, ma se andate a leggere, guardare e gustare, quest’ultima opera di Vittorio Giardino, capirete che è talmente ben fatta, che si difende da sola!
A di là del perfetto “disegno dinamico”(*), sua abilità fin dalle storie di Sam Pezzo, c’è il montaggio, e il rigore storico e geografico, come si può vedere dalla tavola sottostante.
Vittorio Giardino, è ( o forse bisogna dire “era”?) ingegnere come me. Decise di lasciare l’illustre professione per dedicarsi ai fumetti. “Ben fatto!”, non c’è altro da dire.
Tempo fa, a cena dopo una presentazione (tema Max e gli altri) a Montevarchi (tra l’alto da lui rappresentata in un racconto breve) gli feci i complimenti per il rigore documentale con cui rappresentava i luoghi. Queste, più o meno, le sue parole: “Sono un pessimo fotografo, quando vado a visitare una città la disegno!”.
In questa storia c’è Vienna, anche una Vienna che non c’è più, ma Vittorio, con il rigore di un ingegnere, ricerca, si documenta e fa rinascere vivi, anche luoghi che sono stati distrutti dalla barbarie delle guerre.
Poi ci sono i personaggi. Studiati con altrettanto rigore (si veda le preziose appendici nel volume!) e resi, nel carattere non solo dalle espressioni, ma anche dai perfetti dialoghi. Lo dico con cognizione di causa. Anch’io, nel mio piccolo, cerco di usare i dialoghi per descrivere i miei personaggi. Io cerco, Vittorio ci riesce!
Infine un volume utile a far capire che la “concessione dei Sudeti” a Hitler fu un “calare le brache” da parte delle democrazie. Viviamo tempi inquieti e, ahimè, molti, troppi, ignorano la storia. Consiglio vivamente la lettura di questo lavoro: servirà loro a capire, anche se sono recalcitranti nel voler conservare la loro ignoranza, che concedere ai prepotenti serve solo a stimolarne l’appetito!
Ma non ho parlato di Max! Ma se parlo di lui faccio spoiler! Dirò solo che
entra in scena dopo pag. 93, nella seconda parte. Da quel momento non è più Hitler a dettare il tempo ma lui. E risolve, come sempre.
Voto ****1/2/5
(*) Per "Disegno dinamico" intendo la raffinata tecnica messa a punto dall'autore: crea un "piano sequenza", riproponendo un particolare o un pesonaggio (sia in primo piano che a figura intera) della scena precedente, spostando leggermente, o di molti gradi, il punto di vista. Si genera così, nella mente di chi legge, un effetto movimento che rende estremamente dinamica la storia e che, con lo straniamento del lettore, suscita suspense.