Il blog è morto W il blog!
Un
anno e mezzo fa qualcuno disse: “Con l’avvento e il successo di facebook i blog languono. Il colpo di
grazia glielo sta dando twitter.”
Molti si accodarono al coro. Ero arrivato (tardi) a fare il blogger, subito mi
precipitai su facebook e su twitter. Fatica sprecata, o quasi. Direi che ora
facebook langue e twitter vivacchia
come chat trendy.
I
motivi, secondo me, sono dovuti principalmente all’uso improprio che se ne fa,
ma anche ad altro.
Su
facebook “fa fino” avere tanti amici:
il 75% di questi non li hai mai visti né conosciuti. La comunicazione è
diventata rumore e ormai non si riesce a comunicare più niente, checché ne dica
la tv che ne parla ancora con timore o ammirata ignoranza.
Su
twitter ha senso “seguire” un quotidiano, una persona famosa, un opinion maker…
ma, c’è un ma, che senso ha seguire
sconosciuti come Gianni
Goliardelli, Franco Imposimato e persino Giuseppe Esposito
che si danno il buongiorno o
addirittura mi dicono, ogni dieci minuti, dove stanno. Sì perché il gps dei
telefonini, grazie a un’applicazione, viene usato soprattutto per questo. Non
l’ho messo al gatto, il gps, figuriamoci al Goliardelli! Questo rende, oltre
che impossibile, anche caduca la comunicazione: l’eccesso fa scorrere i post
come frettolosi titoli di coda
quando al film deve subentrare Porta a Porta.
Il rumore intorno, impedendole di consolidarsi, la trasforma in rumore
anch’essa.
Per
cui un post su facebook ha vita media di due ore, su twitter addirittura venti
minuti.
“Meno male che c’è Riccardo!” cantava Jannacci
negli anni sessanta. Meno male che c’è il blog. Eh sì.
Il
blog conserva. Una nota postata oggi la ritrovi domani e anche domani l’altro…
anche tra un mese o un anno. Così è tornato di moda, perché più comodo, più a
misura d’uomo, meno frenetico. W il blog! Per chiudere Splinder. Ha dichiarato di chiudere, sarà vero?
per ora le facility promesse per la migrazione non funzionano e nessuno
trasloca.
I blogger rimangono appesi a un cornicione o all'asta della bandiera... Della serie “Duri a morire”!
I blogger rimangono appesi a un cornicione o all'asta della bandiera... Della serie “Duri a morire”!
Nessun commento:
Posta un commento