Film
n. 3
La fiamma del peccato (Double indemnity)
di Billy Wilder
L'incipit
del racconto-confessione ti si ficca nella memoria come un chiodo in parete. La
voce di Walter Neff, il protagonista-narratore, ferito a morte inciampa sui denti: «Io ho ucciso per denaro ... e per una donna. E non ho avuto i soldi...
e non ho avuto la donna».
E’
l’inizio del suo racconto al dittafono di Barton Keyes, il detective
assicurativo suo amico. Il film in questo è geniale: l’indagine è tutta di
Barton, ma lui, troppo amico di Walter, la fallisce. Non sarà così, qualche
anno dopo per il tenente Colombo che da questo film nasce come idea: vedere,
sapendo chi è il colpevole, come si sviluppa l’inchiesta.
Ma
c’è anche Phillis, una conturbante Stanwyck, la donna nera, nera più di quella
di picche. Oggi il suo braccialettino alla caviglia farebbe sorridere, ma
allora vi assicuro che noi giovani
s’mandava in paranoia.
Un
lungo flashback che si conclude con un’altra frase memorabile, l’indimenticabile
ultima battuta di Phyllis Dietrichson, la dark lady, prima della resa dei
conti: «No, io non ti ho mai amato, non
ho mai amato nessuno. Sono guasta dentro.»
Alcune
scene del film sono nella nostra memoria collettiva, ma ci si emoziona solo le
prime volte: l’ho rivisto almeno sette. Dopo un po' si ricordano quelle di passaggio: al drugstore o sulla pensilina della Stazione dei treni.
Oggi, superato il tempo dell’emozione, valuto che dialoghi siano la parte più interessante del film. Stoccate micidiali. Uno viene a sapere che c’è dietro Raymond Chandler e pensa “per forza!”. Niente vero. Come racconta Billy Wilder in una lunga intervista, Raymond beveva troppo e non funzionava bene: li ha riscritti, in gran parte, Billy. Poteva non dircelo, è pur sempre il regista maximo, ma si sa. “Nessuno è perfetto!”.
Oggi, superato il tempo dell’emozione, valuto che dialoghi siano la parte più interessante del film. Stoccate micidiali. Uno viene a sapere che c’è dietro Raymond Chandler e pensa “per forza!”. Niente vero. Come racconta Billy Wilder in una lunga intervista, Raymond beveva troppo e non funzionava bene: li ha riscritti, in gran parte, Billy. Poteva non dircelo, è pur sempre il regista maximo, ma si sa. “Nessuno è perfetto!”.
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