lunedì 17 dicembre 2012

Fumetti in giallo (speciale n.3)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Speciale n.3



Italiani minori
Il mercato minore del fumetto giallo italiano è molto frammentario, meno seriale, spesso trasposto da romanzi e perciò le pubblicazioni risultano estemporanee e difficilmete reperibili. Ho integrato questa nota con un articolo di Luigi Serra (*) che mi è stato di parecchio aiuto.
Il genere giallo, all’inizio, nonostante le numerose proposte USA, fu poco considerato dai fumettisti italiani. Cominciò a destare interesse solo dopo il successo commerciale di Diabolik e di Kriminal, ma  si trattava di fumetti  neri, che nessuno osò chiamare noir! Eppure l'Italia vantava una lunga tradizione  di romanzi gialli:  i “Gialli Mondadori”, erano già diventati un brand. Il giallo è stato da sempre   il genere narrativo di maggior gradimento dal pubblico italiano rispetto. Giorgio Scerbanenco è stato uno dei maestri del poliziesco “made in Italy”.  Diversi suoi romanzi e racconti     sono stati usati nel cinema soprattutto nel poliziesco all'italiana, spregiato come “poliziottesco”, ma ora rivalutato. Stimoli tanti, ma i fumettisti non seppero trarne ispirazione per ricreare un giallo a fumetti, se non marginalmente in qualche albo erotico del periodo. Nell'editoria degli anni settanta, del fumetto poliziesco prodotto da autori italiani, si trovano pochissime tracce e le più rilevanti sono ne Il Giornalino con “Il Commissario Spada” di  Gonano e   De Luca (ambientato in Italia); sull'Intrepido con Sorrow di Graziano Cicogna e Giovanni Freghieri e sul “Il Monello con la serie Qui Commissario Norton di Angelo Saccarello e Antonio Toldo.

A partire dagli anni '80 gli autori di fumetti hanno invertito la rotta. Si tratta  di opere che non hanno mai avuto una diffusione popolare, poiché sono stati quasi tutte pubblicate sulle riviste d'autore che, per loro caratteristica, hanno sempre avuto un pubblico molto ristretto. Sul mensile “Il Mago” Vittorio Giardino esordì alla grande, come lui è, creando il detective Sam Pezzo, come il Commissario Spada, ambientato in Italia, a Bologna.
L a rivista Orient Express ospitò Rapsodia Ungherese, opera eccelsa di Giardino, ma anche  Il caso di Marion Colman, la prima e unica avventura di Marvin, il detective di    Berardi&Milazzo.



Poi Franco Saudelli con l'avventura Luna Caliente diede vita a Porfiri, un detective piuttosto particolare, grasso e imbranato. Il maestro Dino Battaglia per la collana “I protagonisti” creò l'Ispettore Coke di Scotland Yard, personaggio, ahimé, di breve durata per la morte prematura di Battaglia.
Vediamo meglio alcuni titoli.   

Tobacco
Fabio Filzi è un detective privato di basso profilo professionale; vive le sue avventure a Bologna. Scritto da Cacucci e Corica e i disegni sono di  Gabos (Mario Rivelli). Filzi si occupa   di indagini banali. Mariti o mogli tradite e furti qua e la. Ma un caso apparentemente semplice si rivela essere un vero e proprio intrigo internazionale che lo porterà da Bologna a Genova fino a Barcellona. Filzi sembra un ramo trascinato nel fiume dall'avventura, ma poi si rivelerà surfista!



Il segno di Gabos è   interessante e, per certi aspetti, espressionista. Il realismo a tutti costi non è necessariamente dato da un disegno fotografico. La scelta stilistica di Otto  è   privilegiare la definizione grafica delle caratteristiche dei personaggi attraverso un tratto sporco, all'apparenza impreciso, ma pieno di suggestioni.

Zampino
Personaggio creato da Giuseppe Ferrandino per la rivista Orient Express.  L'ambientazione   è   Napoli degli anni '80. L'autore,  campano   nato ad Ischia, conosce perfettamente lo scenario delle vicende. Il protagonista, Antonio Zampino, non   un poliziotto né un detective privato, anzi. Vive ai margini della legalità ed è   consigliere e confidente per gli abitanti dei quartieri spagnoli di Napoli e altri suburbi. Non è propriamente un delinquente, ma, cinico e opportunista, per soldi è disposto a fare qualsiasi cosa. Suoi clienti sono piccoli delinquenti, prostitute, tossicomani. Per svolgere gli incarichi a lui affidati, utilizza metodi spesso illeciti, e grazie alle sue conoscenze, riesce a trovare quasi sempre una soluzione.


5 è il numero perfetto 
Ancora Napoli in questo splendido fumetto di Igort. I primi tre capitoli   vennero pubblicati a metà degli anni '90 ma l’ambientazione è degli  anni settanta. Il protagonista, Peppino Lo Cicero, è un guappo ormai in pensione. La sua vita è  lontana dal mondo che frequentava in gioventù. La moglie è morta e ora i suoi interessi principali sono il figlio Nino (anche lui un guappo) e il suo hobby, la pesca.
Ma qualcosa di grave viene turbare la sua pace. Il figlio Nino, vittima di un agguato, viene assassinato dall'uomo che era andato a uccidere.
  realtà lui traeva ispirazione dalla sua esperienza personale per trasferirla in contesti all'apparenza

Si tratta di un personaggio molto “sentito” dall'autore. Peppino Lo Cicero a detta dello stesso Igort, ha assunto, seppur nella voluta stilizzazione grafica, connotati quasi reali. In questo fumetto l’autore  utilizza uno stile di disegno molto particolare giocato sulla bicromia: il nero e un colore più vicino al blu che al grigio.    
Antonio Sarti
Il personaggio Antonio Sarti, sergente della questura di Bologna, è tratto dai romanzi di Loriano Machiavelli.

“Le piste dell'attentato", la prima avventura di Sarti, disegnata da Gianni Materazzo, ha avuto la sua prima pubblicazione sul mensile Orient Express nei numeri 28 e 29 del  1985. La grafica è di bassa qualità, fissa e stereotipata. Sfondi da quattro soldi e sguardi senza variazioni. Molto deludente. La storia non è male, non meritava questo affronto! Ambientata a Bologna, alla metà anni ‘70, parla di terrorismo politico. Sarti deve indagare su una bomba fatta espolodere alla stazione radio dell'Esercito dove sono morti quattro soldati. Per risolvere il caso, indaga tra prostitute, anarchici e agenti dei servizi segreti. Le tavole di Materazzo hanno una gabbia molto particolare. Il formato a 4 strisce è costituito in realtà da tavole disegnate in orizzontale e poi rimontate. Ogni pagina è formata da due tavole sovrapposte con numerazione 1a e 1b, inusuale in Italia ma spesso utilizzata nel fumetto franco-belga. I disegni, pur risultando all'apparenza semplici, hanno la capacità di descrivere con pochi tratti il carattere dei personaggi.

Coliandro 
Il sovrintendente Coliandro appare per la prima volta nell'antologia "I delitti del Gruppo 13" (Metrolibri-Granata Press). 

In seguito Coliandro diviene protagonista di due romanzi editi da Granata Press, "Falange armata" e "Il giorno del lupo". Si tratta di un investigatore distratto e un po' imbranato sapientemente caratterizzato

Milano Criminale
Fumetto ambientato a Milano anni ‘70, scritto da Diego Cajelli e disegnato da Marco Guerrieri. Si tratta di un evidente omaggio ai film del genere “poliziottesco”.


Cajelli non è nuovo a incursioni nel genere poliziesco, ha scritto diversi Nick Raider. Tutta l'ambientazione è ricostruita alla perfezione proprio come era alla metà degli anni '70. Il disegnatore, con un segno apparentemente datato, ma efficacissimo, grazie anche all'utilizzo di foto e documentazione dell'epoca ci riporta magicamente all'atmosfera di quegli anni.


(*)Riferimenti bibliografici: POLIZIESCO ITALIANO A FUMETTI di Luigi Serra ( http://littlenemo.altervista.org/poliziesco.htm )

(Speciale-3 - segue)
    storia.

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