Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventottesima
parte
Commissario Spada
Pubblicate su Il Giornalino dal 1970
al 1982 sono storie speciali: uno dei
pochi esempi di poliziesco all’italiana strettamente legato a tematiche di
attualità. Testi di Gianluigi Gonano e stupendi disegni di Gianni De Luca, maestro
indiscusso del fumetto italiano e uno dei più abili e importanti innovatori.
Nel
corso di dodici anni, a partire dal primo episodio con una produzione di quasi 700
tavole, le avventure di Spada coinvolgono un numero sempre maggiore di lettori,
e dopo un solo anno di vita editoriale i disegni di De Luca si aggiudicano il
premio Yellow Kid a Lucca Comics; mentre Spada viene definito un "personaggio
modernissimo per creazione grafica, linguaggio e contenuto".
Grazie
alla sublime arte di De Luca possiamo aggiungere un nuovo elemento
alla "novità" rappresentata dal Commissario Spada. Il tratto del
disegnatore è estremamente preciso, realistico e allo stesso tempo, anche se
può apparire una contraddizione, astratto e a volte "concettuale".
Eugenio
Spada è un uomo
tormentato, diviso tra il senso del dovere di poliziotto e il ruolo di padre.
Ha, infatti, perso in circostanze drammatiche e inusuali la moglie Lucia,
involontariamente coinvolta in un caso dai risvolti demoniaci, ed è rimasto
solo con il figlio Mario, un adolescente ribelle e riottoso che non
riesce ancora a decidere se ammirarlo o disprezzarlo (non è cosa originale, si pensi
a Comandante Florent, ma è ben narrata). Spada è estremamente dedito al suo
lavoro, non lascia spazio nella sua vita ad altri affetti importanti salvo
quello per il figlio, col quale ha un rapporto molto conflittuale, esperienza
che, d'altronde, in quegli anni molti padri si trovarono a vivere anche nella
realtà.
Caratteristica
saliente della serie è lo strettissimo legame con l'attualità, dovuto alla
formazione giornalistica di Gonano che riesce a rendere nei suoi testi la
crudezza dei tempi con uno stile ispirato a quello di Giorgio Scerbanenco, anche lui a
cavallo tra romanzo e cronaca per la sua professione di giornalista.
Vediamo
così, storia dopo storia, il Commissario Spada alle prese con tutti i fenomeni
caratteristici degli Anni '70, non solo italiani: hippies, terroristi, malavita
organizzata sempre più violenta, piccola delinquenza con sempre meno scrupoli,
il flagello della droga.
Il tutto
sulle pagine di una rivista destinata ai ragazzi, pubblicata da un'editrice
cattolica, che "osa" avventurarsi, con grande successo, in un terreno
certamente poco usuale per le sue caratteristiche.
Nelle prime
storie il volto del Commissario è quello di Gino Tomaselli, redattore de
"Il Giornalino" e agevolatore dell'incontro tra Gianni De Luca e
Gianluigi Gonano che poi portò alla nascita del personaggio.
Verso la
fine del ’70 (dopo pochi episodi, ma di successo) De Luca, si dice su richiesta
di un Tomaselli a disagio per la troppa somiglianza tra lui e il personaggio,
decide di cambiare la fisionomia di Spada e lo fa come esito una storia drammatica. Spada
subisce uno spaventoso incidente automobilistico e deve sottoporsi
a una plastica facciale che gli conferisce i connotati spigolosi e camusi con i quali è
più conosciuto.
Il disegno, pur
ammirando lo sforzo documentaristico delle vicende, è l’aspetto più interessante
e più artistico di questo fumetto.
La tavola è molto organica. La sequenza è spesso da mozzafiato, le inquadrature
esaltano il personaggio o l’azione, le luci incombono generando suspense. De Luca
si esprime attraverso un disegno personalissimo ed estremamente accurato, ricco
di espressività, risolvendo certi passaggi in modo originale, come se fosse una
sequenza cinematografica ripresa al rallentatore.
Il colore è utilizzato in modo eccellente, ma io preferisco il bianco e nero. La tavola che potete ammirare sopra è concepita
proprio con queste tecniche. Si osservino le prime quattro scene, prima lentamente,
poi in rapida sequenza. La fuga dello scippatore è accentuata dall’uscita della
sua testa dal riquadro della vignetta.
(28-segue)
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