sabato 15 dicembre 2012

Fumetti in giallo (XXVII)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Ventisettesima parte



Torpedo

Ideato e scritto da Enrique Sànchez Abulì con i disegni di Alex Toth (2 episodi) & Jordi Bernet. Prima pubblicazione: 1981. 


Anni ‘30: l'America (allora si chiamava così!), prostrata, cerca di riprendersi dalla grande depressione. Finisce l'epoca dell'isolazionismo, ma la xenofobia era sentimento diffuso, quasi odio.  Finisce l'epoca del proibizionismo, ma ormai il danno era fatto: la malavita imperversa.  Quelli vengono ricordati come gli anni dei Gangster! In questi anni agisce Luca Torelli alias Torpedo, un gangster. Lo si capisce subito, da come veste!
 


Attenzione, però: Torpedo non è un duro. Vorrebbe farlo credere: ne ha l'aspetto, ha delle ragazze ben messe che gestisce da macho, ha perfino la sigaretta da duro sempre incollata sulle labbra, ma fare il duro proprio non gli riesce.   Qualsiasi crimine architetta non gli va come sperava, si impegna ma è un gangster mediocre, imperfetto.
 

Torpedo è un duro … di comprendonio. Meno male che la fortuna lo assiste un po'. Se no!   E’ comunque un grande bastardo,  deve esserlo per sopravvivere nell’America degli anni ‘30.   
Torpedo vorrebbe essere un fumetto d’avventura noir (genere gangster) ma è troppo umoristico. E’ una serie di storie dove le situazioni grottesche, ironiche e violente vengono   rese più reali dal tratto espressivo  del disegno.
  
L'aspetto, per farlo apparire   più duro e più sporco possibile, insegue   Clint Eastwood, ma coi tratti del volto più scavati, aquilini, anche se Torpedo è un "merlo". Il personaggio, carico di paradossi e stereotipi estremi,  esplode in tutto il suo realismo e la sua espressività!
Torpedo è un personaggio di grande potenzialità. Attrae il lettore, raccontando le (dis)avventure di un gangster che crede ( o deve) essere un duro ma che duro non è! E’ così ottuso  da far in modo che ogni suo piano gli si rivolti contro. Arriva addirittura a bere dal bicchiere dove, lui stesso, aveva versato il sonnifero per la sua vittima. Stupido com'è si butta lo stesso nell'agguato all'obbiettivo da far fuori, ma finisce a terra addormentato nel bel mezzo del casino successivo.

Torpedo spezza altri schemi narrativi del suo tempo: non c'è la suspense del noir, ma quella della sorpresa narrativa. I colpi di scena si inseguono fino alla fine.  Torpedo non ha dubbi; spara. E’ un elaborazione realistica di Fearless Fosdick (anche lui spara a tutti). Non ci sono momenti dove il personaggio esiti o si lasci andare a riflessioni o filosofiche.  Torpedo è un caprone violento, cattivo, amorale e cinico: questo è il suo punto di forza. Di buoni ce ne sono veramente troppi. Torpedo spara e uccide senza alcuno scrupolo. Anche  quella punta di ironia sempre presente  ci mostra che il mondo è cattivo. Se spari vuoi uccidere! E se lo vai devi aspettarti una pallottola di saluto!Torpedo spesso ci perde piuttosto che guadagnarci, ma almeno resta vivo. Però  non capisce (un tubo) e si incazza ancora di più. La sua pervicace insistenza verso il delitto è  il risvolto umoristico: del resto il lieto fine non esiste nelle vicende di Torpedo. Nel leggere Torpedo non cercate l’happy end, è uno spasso, ti sembra di non averne mai abbastanza e della fine non t’importa. Guardate come l'idiota sevizia la ragazza nella vasca da bagno! 

I disegni di Jordi Bernet (subentrato, per fortuna, a Toth) lo hanno reso celebre: le sue tavole sono dinamiche, realistiche, paradossali … gustose. E' un  antieroe gigante, venuto anni prima  che, col Batman di Frank Miller, arrivasse il famoso revisionismo nel fumetto supereroistico. E' uno spasso per gli appassionati di gangster stories. Le trovate ironiche ai limiti del grottesco di Abulì ci sorprendo sempre. Storie non troppo complesse da seguire, ma concise ed efficaci anche dense di suspense narrativa.
(27-segue)

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