Yellow
balloons
Quando il
fumetto si tinge di giallo
Ventinovesima
parte
Cip
l'arcipoliziotto
Cip l'arcipoliziotto è un
paradossale detective dei fumetti ideato dal genio Benito Jacovitti. Talora indicato come l'arcipoliziottto
con tre "t". Oltre che in storie di vario genere (hard boiled
alla Jacovitti) è stato utilizzato nel diario Vitt e anche in fascicoli
didattici divulgativi o a quiz di fisica e matematica
Nelle sue storie tenta sempre di
acciuffare il criminale Zagar con l'aiuto del suo fido assistente Gallina, che
lo chiama "maestro".
Cip è un ometto piccolo e calvo, che
indossa sempre un grosso frac. Si copre la sospetta calvizie con un cappellaccio che ricorda vagamente quello di Bogart. Pronuncia in continuazione la sua frase
distintiva, lo supponevo!, quasi sempre dopo che qualcun altro ha intuito la
risoluzione di un mistero. Sono anche ammesse variazioni sul tema, basta che la frase risuoni.
Talvolta è anche accompagnato dal fido
cane poliziotto, Kilometro, un lunghissimo cane bassotto.
Lui è un po' duro di comprendonio, ma non s'accascia, non rinuncia, non demorde. Quando
un altro riesce a risolvere il mistero pronuncia basito e con sguardo gelido la frase liberatoria: "lo supponevo!". Un chiaro riferimento (duale) della più
famosa “Elementare Watson!”.
Zagar è un fantomatico e abile criminale vestito in calzamaglia nera
(di sicuro è parente di Macchia Nera e Diabolik!) , nelle storie tenta sempre
di sfuggire a Cip l'arcipoliziotto e al suo
sedicente allievo Gallina. E' esperto in travestimenti: da conte, da alpino, da canguro, da
penna Bic, da distributore di gomme, da struzzo e da strisce pedonali. Può essere considerato un epigono
di Fantomas, e ispiratore del fantomatico Stanislao Moulinsky di Bonvi. La sua
arma preferita è un grosso martello di legno. Porta un cappello di paglia (di
Firenze?).
Gallina è l’assistente di Cip, la
classica spalla che capisce meno del capo: cosa ardua in questo caso! Nelle
storie compare sempre al fianco di Cip e tenta di
aiutarlo. Ma non è facile acciuffare il cattivo in calzamaglia nera,
il camaleontico Zagar. A lui si rivolge sempre Cip con la
frase finale: "Lo supponevo!". Non è una scheggia: ha il pregio di
essere ancora più ottuso di Cip. Frase ricorrente: "E io maestro, che faccio? Sparo?"
La sua arma è una pistola dalla canna mostruosamente lunga.
Parlare o commentare le tavole di Cip è molto
difficile. La sublime, poliedrica, esplosiva arte di Jacovitti richiede, dopo una prima lettura di una
sua tavola, il ripasso da est a ovest e da nord a sud e anche in diagonale!
Sono non solo complesse, ma piene di non sense, a volte celati dietro un salame, che danno senso! C’è ironia,
presa di giro (a volte nemmeno tanto garbata), sberleffo e tanto, tanto divertimento.
(29-continua)
...ho avuto...durante le medie e le superiori sempre i diari di Jacovitti e li ricordo con tanto piacere ....
RispondiEliminaIl Diario Vitt era "fondamentale"!
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