venerdì 27 settembre 2013

Inconfessabilmente (22)

Oscar  Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi 

 
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria  follia
(giorno 22)
 
Giovedì 22
Imbroccare in rete
 
“Ma va! Non sei su Facebook?” Sorrideva beffardo. Quaranta  anni,   professionista in carriera, lampadato, completo grigio, forse Armani, scarpe gialle a punta di lancia. Scooter  a tre ruote:  lo montava indossando l’husky, una sciarpa di cashmere annodata al collo, il casco soft e occhiali a mascherina.
Mi trattava come uno sfigato: “Stanotte ho chattato con due attrici,   con una ho fissato per un ‘vuichend’!”. Non capivo, insisteva: “Svegliati, s’imbrocca un casino! Poche mosse e  s’entra in contatto con tutte!”
Ero confuso. Professionista anch’io, ma in perenne affannosa rincorsa: partita iva e stanza in affitto in uno studio di associati. Magari aveva ragione. Dopo una relazione fallita, non riuscivo a ripartire: mi aveva castrato. Eppure a trent’anni ero un drago.
Partendo dal club CAI, iniziai a scavare nella rete. Una miniera di sfigati: Anna che soffriva d’insonnia, Piera col problema della ricrescita, Franca in cerca di uomini veri, ma sensibili. Passabile Nadia, ma voleva solo parlare della Juve. Non ero tanto contento, ma dovevo insistere.
Con Beppe,  “…trapianto o Collina?”, la svolta. Era amico di Laura, stressata dai figli. Dopo Laura, Marilena sodale di Adele: possibile? Proprio lei? Si accede al profilo solo se amici: rientrare in contatto con la mia ex? Non imparo mai dalla vita, ma la rete è altro: chiesi di aggiungerla come amica, un ossimoro.
Era lei: “Che cazzo ci fai qui? Non è il posto per te.” Con la tastiera è più gentile che a voce. Non raccolsi, ma lei m’aggredì: “Cancellati subito!” Ci pensai prima di scrivere. Non volevo la rissa, troppe ferite ancora aperte: “Vuoi che cancelli il nostro legame di amici?” Non le bastava. Azzardai un timido “Perché?”. Con me è sempre stata impietosa: “No! Sparisci! Ma che c…o ti sei messo in testa?E' finita! ...non sai proprio come comportarti!” Pochi secondi, poi freddò ogni replica: “Inutile insegnarti: imbranato anche in rete!”
Mattina da pinguini. Dura andare in tribunale in bici senza husky. Ero per legarla a un palo; lo scooter a tre ruote parcheggiò accanto. Scese e si tolse il casco: “Allora con ‘sto feis , hai imbroccato?” Occhi di ghiaccio, scuotevo un poco  la testa. Sorrise sarcastico: “No eh? Tranquillo, ti insegno io come fare…!” La grossa catena per la bici, con agganciato in fondo l’enorme  lucchetto d’ottone, fischiò nell’aria gelida. Lo centrai alla tempia. Una volta sola, bastò. Avevo deciso di non farmi più dare lezioni di vita.
 

 

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