sabato 28 settembre 2013

Inconfessabilmente (23)

Oscar  Montani – Glauco Dal Pino

Inconfessabili moventi 
 
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria  follia
(giorno 23)
 
 
Venerdì 23

Bomboloni e cornetti

 

 

Da qualche mattina, dopo le nove, andavo al Bar Sport. A quell’ora è quasi deserto: silenzioso come una biblioteca. Prendevo la Gazzetta dello sport dal tavolo che funge da emeroteca, passavo al banco per un cappuccino cosparso di cacao e due cornetti alla marmellata di more, poi mi sedevo al tavolino nell’angolo della vetrina. Poche cose per cominciare bene le  mie giornate da pensionato, e per osservare in disparte il movimento nella strada principale, finchè...

Un bombolone nella sinistra e un bicchiere di latte nell’altra venne a sedersi di fronte. Un “buongiorno” mellifluo e poi: Bello questa’angolo! Com’è tranquillo!”. Un secondo e si alzò per andare a prendere il caffè. Tornò e lo versò nel latte: “Caffellatte: la schiuma montata col sifone fa male!”, una lezioncina per me. Non aveva finito: arraffò dal tavolino accanto Il Corriere della Sera. Lo stese davanti a se mettendoci sopra il caffellatte. Un angolo del quotidiano s’infilò nella mia marmellata di more. “Ora la dose quotidiana di… false verità!”, sogghignò.

Cominciò  a versare bustine di zucchero dentro il bicchiere. “Ma quante se n’è intascate?”, mi chiesi. Il liquido arrivò fino all’orlo. Si mise a mescolare con un cucchiaino corto, infilandoci anche le dita. Le esondazioni sul Corriere si accumulavano. Appena finito toccò con l’indice sporco la foto di un ministro : “Questo, se non andava al governo… moriva!” Ridacchiò ancora; chissà che aveva da ridere? La sua non era nemmeno una battuta. Due minuti di silenzio, durante i quali cercò di fare zuppetta col bombolone: un altro disastro. Chiuse il quotidiano: nessuno sarebbe più riuscito a sfogliarlo. Lo stese sull’ultima pagina. Sfilò di tasca un paio di forbici da barbiere e ritagliò via il gioco del sudoku. “Mi piace fare il sudoku, ma a casa tranquillo; in silenzio!” Questa volta la risata sgangherata mi risultò insopportabile. Prese il restante mezzo bombolone e l’ingozzò seminando un grandinata di zucchero sul giornale.

Afferrai le forbici ancora aperte e gliele ficcai negli occhi. Non gli stavano male: sembravano occhiali con la montatura in acciaio. Non sopporto che si sciupi il giornale; e i ritagli: quegli scempi si fanno  solo il giorno dopo!

La barista rumena lo notò due ore dopo: leggeva un po’ troppo attento il Corriere. Per una settimana il Bar Sport rimase chiuso, dovetti accontentarmi dell’ex Circolo delle Bocce, dove i cornetti sono gommosi e il caffè sa di cicoria.

 

 

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