mercoledì 26 febbraio 2014

Il gufo giallo (61/62)

Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Giudizio n.  61/62

 



Sulla scena del crimine: CSI all'italiana
 Chiara Gurascio
ed. Il Molo


Cacciatori di tracce
Sergio Schiavone-Antonio Nicaso
Utet

  

Due bignami da consultare

Ci sono aspiranti scrittori, e anche ex esordienti navigati e incarogniti, che vorrebbero scrivere o che hanno, ahimé, scritto un poliziesco. Alcuni di loro, troppi, non sono mai stai sulla scena di un crimine, ma non hanno nemmeno un amico poliziotto o carabiniere. Questi due libri sono per loro. Alcuni rinunceranno, altri daranno alle fiamme i libri autoprodotti. Con quanto costa il metano è comunque un buon affare!

Chiara Guarascio, che conosco, ha cercato di fare un manuale di consultazione, ma non ha svolto il compito fino in fondo. Peccato. Tanto materiale, tante curiosità scientifiche e tante informazioni, ma non ben organizzate. Se invece che a "il Molo" si fosse rivolta alla Hoepli (lo poteva fare, è brava) sarebbe stato un ottimo manuale del piccolo detective o dell'aspirante assassino. Siccome non insegna la scrittura creativa, leggendolo non s'impara a scrivere gialli.  

Schiavone e Nicaso sono più narrativi: struttura ad intervista. Interessante per il lettore della strada, dispersiva per chi vorrebbe capire come fare ad ammazzare la suocera! Metaforicamente parlando, s'intende. C'è anche un e-book interattivo, ma è banale. Molto meglio il testo che si lascia leggere anche alla fine non s'è imparato niente ed è difficile ritrovare il bandolo.

Cosa si dovrebbe imparare leggendoli? Trovandoci sulla scena del crimine, dove guardare, cosa cercare e come interpretare gli indizi che si troverà. Come esaminare palmo a palmo ogni superficie alla ricerca, gocce di sangue, di fibre e di immondi residui. Poi ci sarebbe da utilizzare apparecchiature sofisticate per analizzare le impronte, le tracce ematiche, i reperti biologici. Ma bisogna anche esser bravi col computer per scandagliare hard-disk, pennette usb, che non sono all'amatriciana, confrontare manoscritti, sviscerare, fino alla nausea, tabulati. Roba da investigatori e specialisti dell'indagine forense, ovvero professionisti, che voi non sarete mai, dell'applicazione di tecniche scientifiche alla risoluzione di un caso giudiziario.  Loro è il compito di leggere gli indizi e di farli parlare, per stabilire la dinamica di un delitto e avvicinarsi alla verità dei fatti, ed è loro la responsabilità di sgombrare il campo da errori che in aula potrebbero avere conseguenze irreparabili: ovvero prove, non indizi!

Morale della favola: se non avete frequentazioni quotidiane con ambienti della Polizia o della Benemerita abbandonate l'idea del poliziesco e usate investigatori dilettanti per le vostre storie. Oppure c'è sempre il giardinaggio!

 

Voto medio ***/5

 

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