Abduzione e gusto
cosa aiuta di più la mente di un detective
durante un’indagine complessa,
un arancino o un bicchiere di Calvados?
(appendice parte I - cap.1)
Sherlock frugale quando è in azione, ma quando riposa mangia di gusto. Cucina anche! Meravigliati? Aanche alcuni miei amici trovano difficile pensare a Sherlock Holmes ai fornelli. Gli stessi, ma questo dipende da altre contingenze, continuano ad aver difficoltà grosse, enormi, col concetto di abduzione. Cercherò, con questo mio apocrifo (scritto anni orsono per scopi umanitari), di togliere tutti e due i generi di dubbi.
L'abduzione, Charles Sanders Peirce,
l'ideatore teorico e pratico, provava a spiegarla coi fagioli, ma coi
solfini viene male, coi borlotti peggio; meglio i cannellini. Io, per far vedere quanto sia
fallace, proverò (usando il mio racconto apocrifo in due capitoli) con la cucina.
Quando Watson
credette d’aver capito tutto!
(I)
Quella mattina John Hamish Watson si era alzato di
buonumore. Mentre si radeva, il sole illuminava la sua camera: i cimeli di
guerra brillavano. Si mise a fischiare una marcetta militare: l’inno del suo
battaglione. I ricordi dell’India gli misero appetito, già pregustava la
colazione preparata dalla signora Hudson. Mrs Hudson, loro brava padrona di
casa era un’ottima cuoca, ma aveva qualche brutto difetto. Era scozzese, con
tutto quello che ne consegue ed era pure maniaca della pulizia e, su questo,
terribilmente autoritaria. Si faceva perdonare con le deliziose colazioni che
preparava tutte le mattine e con i pranzi. Questi però erano occasioni più
rare: lui e Sherlock Holmes erano sempre fuori a caccia di malfattori e la sera
tornavano molto tardi, quasi sempre stanchi morti. Allora toccava a lui
preparare qualcosa. Quando era chirurgo militare in India, soprattutto nella
tragica campagna in Afganistan, era sempre nelle cucine a bollire i sui ferri e
qualcosa aveva imparato.
Quando aprì la porta della sala da pranzo il Dr.
Watson rimase impietrito nel vedere il suo amico Holmes, vestito della
pannuccia bianca della signora Hudson,
servire in tavola uova e pancetta(*), la loro solita robusta colazione ipercalorica.
<< Svelto Watson, che fanno alla svelta a
raffreddarsi! >>
L’odore non era male, l’appetito vinse sulla sorpresa.
Watson si sedette e mangiò due bocconi. Poi chiese.
<< Mrs Hudson dov’è? >>
<< Aveva un problema urgente. >>
<< Perché non mi avete avvertito? Voi dovete
tenere in ordine lo studio, ma la cucina, in caso di bisogno, è compito mio.
>>
<< Non mi è sembrato opportuno svegliarvi. Io
ero già in piedi. >>
Holmes si accorse che il suo amico si era innervosito.
Gli piaceva vedere le sue reazioni che si manifestavano, nonostante la rigidità
del militare. Allora amava stupirlo con la sua odiosa frase “elementare Watson”. Quella volta decise
di stuzzicarlo un po’ sull’amor proprio.
<< C’è un’altra cosa che dovete sapere, caro
amico. Oggi, a pranzo avremo un’ospite per me importante. Cucinerò io. >>
Questa volta la lunga pratica di disciplina militare
non bastò.
<< Come “cucinate voi”? E, la signora Hudson?
>>
<< Vi ho già detto che non può e l’ospite,
scusate mio buon Watson, è troppo di riguardo per servire le vostre ricette
pratiche. Cibi saporiti, ipercalorici e, se mi consentite, troppo piccanti e un
tantino rozzi, da militari >>
<< Poffarbàcco, me lo dite solo ora, dopo tanto
tempo? >>
<< Non vi offendete, per me vanno benissimo:
sono parco, quasi spartano, lo sapete... lo dicevo per l’ospite. >>
<< Chi sarà mai! >>
Watson fissava intensamente Holmes e aspettava.
L’investigatore si baloccava con la sua pipa.
<< Non me lo volete dire, eh? Ebbene lo
indovinerò da solo. >>
<< Ah sì? >>
<< Anche se voi mi bistrattate, sono pur sempre
un cuoco; dilettante, forse, ma cuoco. Rozzo, come dite voi, ma conosco i cibi.
Indovinerò chi si siederà a questa tavola prima che arrivi. >>
<< Interessante e... come pensate di fare?
>>
<< Userò i vostri trucchi! >>
<< Io uso trucchi? >>
<< Sì, e sono superficiali: è incredibile come
possano essere ancora apprezzati da giornalisti, poliziotti e dalle signore dei
salotti mondani. >>
<< Sono perfettamente d’accordo. Anch’io, più
volte l’ho pensato, ma più che superficiali sono, come dire, “elementari”.
>>
<< Scherzate, scherzate, ma sappiate che intendo
fare una scommessa con voi. >>
<< Addirittura? >>
<< Se io indovino chi è l’ospite, voi la
smetterete di dirmi sempre “elementare
Watson”. Il vostro dileggio avrà termine! >>
<< Una posta pesante! E se non vi dovesse
riuscire? >>
<< Vi pagherò due ghinee. >>
<< Temo
che avrete presto dei problemi finanziari. >>
<< Affatto. E’ davvero facile imparare i vostri
metodi. >>
<< Di questo sono del tutto convinto: sono veramente
curioso di vedervi all’opera. >>
<< Benissimo, a più tardi, quando comincerete a
cucinare. Adesso faccio la mia passeggiata per Baker Street, fino a parco dove
comprerò il giornale: non mi sembra il caso di cambiare le mie abitudini per
una cosa così “elementare”. >>
(Per tornare alla parte I)
(Per tornare alla parte I)
(app. p. I - 1 segue)
(*)
Ricetta per le uova e pancetta
Ingredienti• Fette Bacon
• Uova
• Olio d’oliva
• Sale
• Pepe
• Pane tostato
Preparazione:
(*)
Ricetta per le uova e pancetta
Ingredienti• Fette Bacon
• Uova
• Olio d’oliva
• Sale
• Pepe
• Pane tostato
Preparazione:
Le fette di bacon devono essere tagliate
sottili. In una padella riscaldare l’olio d’oliva e soffriggere le
fette di bacon (pancetta affumicata) finché non saranno croccanti e
dorate. Togliere dal fuoco e metterle da parte. In una terrina sbattete
le uova con sale e pepe e cuocere nella stessa padella mescolando con un
mestolo di legno creando l’effetto “strapazzato” che rappresenta l'essenza inglese di questo piatto. Servire le uova e il
bacon con delle fette di pane tostato.
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