mercoledì 23 aprile 2014

Le piattaforme muoiono o le uccidono!


Cicli di vita dei Social Network

cronaca di una morte annunciata
e
altre pessimistiche riflessioni


Ogni tanto ritorno sopra a questo tema convinto che un prodotto abbia un ciclo di vita. Lungo o breve in funzione del suo successo di mercato e della sua concezione, alla fine muore, per consunzione, non ammazzato!  Ora mi vedo costretto a considerare che non ci sia solo la morte naturale, sono spuntati parecchi boia. I S.N. vengono uccisi, anzi giustiziati!


Erdogan (pur volendo entrare in Europa) ha seguito l'esempio dell'Iran e della Siria con blocchi ancor più drastici. Putin segue l'esempio turco. Sono preoccupato, per loro, non per Twitter. I loro tentativi saranno ridicolizzati dalla rete, che sopravviverà, ma sono comunque brutte azioni contro la democrazia di base e contro la libera informazione.  
In questo momento per i dittatori (sì chiamiamoli come meritano) tre sono i nemici da combattere: Facebook, Twitter e Google. 
Eppure, a quanto si legge e si vede, non stanno mica tanto bene di salute.

Facebook: all’inizio funzionava bene, ora è rumore: troppi contatti. C’è chi ne ha addirittura 10.000 (con due account ovvio): follia pura. Un post sopravvive sì e no sei/sette ore e le foto, le poesei e i “capolavori” sono penosi. Si “rinnova” continuamente peggiorando ad ogni modifica. La sua lentezza è diventata esasperante. La percentuale di zii, nonni e padroni di cani e gatti è ormai del 90%. Solo i topi potrebbero temerlo.

Twitter: funzionava nei paesi del nord Africa, mi dicono (lo diceva anche la stampa durante le varie "primavere"). Da noi la gente comunica i sui crucci (come una volta su Facebook: lì ora tutti hanno smesso) o fa marketing più o meno subliminale. Nessuno ormai ha capito che uso farne (alcuni, orrore, chattano!) e se ti metti a seguire un quotidiano ti arrivano cento segnalazioni al giorno di articoli di cui non te ne frega un tubo! Per non parlare degli aforismi o pseudotali. Vita media di un post: sei o sette minuti. Rumore per i più, vetrina per i top.

Google+: nato vecchio. Sembra solo una vetrina e ha tutti i difetti di facebook senza averne i pregi. I canali di comunicazione sono praticamente inaccessibili. Ma coi soldi si può far tanto, e "Big Bill" ce li ha, tanti, credo sia per questo che il prodotto "ammerikano" fa paura.

Vista la situazione verrebbe da dire a Putin: "Vile, tu uccidi un S.N. morto!". Ma, c'è un ma, LinkedIn!

LinkedIn: la rete di professionisti che ti permette di trovare lavoro! Ai dittatori, per ora, non sembra interessare: loro un lavoro ce l'hanno, ed anche ben remunerato! Se lo perdono hanno un conto segreto in Svizzera.

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