domenica 4 maggio 2014

Delitto e cucina (V)

Abduzione e gusto


cosa aiuta di più la mente di un detective durante un’indagine complessa,
un arancino o un bicchiere di Calvados?

 (V)

Pepe Carvalho ha Biscuter, segretario, ma soprattutto cuoco, ad aiutarlo  anche nelle investigazioni. Biscuter rimane quasi sempre al margine dei casi, ma è una figura mai assente. Memorabili le sue peregrinazioni nei mercati e nelle botteghe di Barcellona alla ricerca delle materie prime dei piatti che cucina e che sottopone all'insindacabile giudizio di Carvalho.
Manuel Vasquez Montalban si è affermato nel mondo con ventidue romanzi dedicati all’investigatore privato Pepe Carvalho, che ha gli stessi suoi difetti, le sue passioni e la sua cultura. Pepe,   col tempo, ha finito per vivere di vita propria, autonoma dallo scrittore, tanto che è stata pure pubblicata una sua biografia, come se fosse una persona realmente esistente.
José “Pepe” Carvalho Turón è un investigatore privato dalla biografia impresentabile, “ex rosso, ex agente della Cia, forse doppiogiochista, amante di una puttana più selettiva che seletta.” (La solitudine del manager). Pepe è una figura definita “al negativo”, lo si conosce soprattutto attraverso ciò che non è; non è sano, non è integerrimo, non è un eroe, non ammette repliche al suo modo di vivere né ingerenze nel suo modo di lavorare, non si commuove e non fa sconti.
Biscuter, Carvalho l'aveva conosciuto in prigione a Lleida, l'uno prigioniero politico, l'altro sfortunato scassinatore di macchine. Il nomignolo Biscuter fa riferimento all'utilitaria tanto in voga in Spagna negli anni cinquanta, mentre il vero nome del segretario-cuoco-aiutante lo dichiara lui stesso in Storie di padri e figli, nella sua residenza e ufficio del detective, quando i due immaginano la propria morte.
<< —Se muori prima [di me], scriveró un necrologio per te, Biscuter.
—E cosa scriverebbe, capo?
—Non sono uno scrittore, Biscuter.
—Faccia uno sforzo, capo.
—È mancato Biscuter...
—Mi chiamo José Plegamans Betriu.
“Quindi Biscuter non si chiamava Biscuter!”
—Va bene: È mancato José Plegamans Betriu, piú conosciuto come Biscuter, rinomato professionista della criminolgia... o no, meglio dire soltanto criminologo...
—Mi prenderanno per un criminale.
—Criminologo è colui che studia i crimini ed i criminali. È molto importante. Continuo: rinomato criminologo. Dopo una lunga malattia sopportata con esemplare rassegnazione...
—Non mi auguri una lunga malattia, capo, e in ogni caso non avrei nessuna rassegnazione. Morderó i medici e le infermiere... Ma continui capo, mi stava piacendo.
—Dopo una schifosa malattia affrontata con indignazione, spirò ieri circondato dall'affetto ed il rispetto di un cinquanta percento dei commercianti del barrio chino di Barcellona. Il suo capo, Pepe Carvalho, e i suoi amici Charo e Bromuro, la invitano a salutare questo singolare personaggio. Durante il funerale la Banda Municipale di Barcellona interpreterà il pezzo L'assedio di Zaragoza.
—Preferisco un bolero di Machìn. Quello cosí bello che dice si vive soltanto una volta.
E Biscuter lo canta, nella speranza di poterlo cantare anche, personalmente, il giorno del suo funerale. >>
Quando i due si ritrovano nel 1977, Biscuter non riconosce Carvalho e gli chiede 25 pesetas. Il detective, occupato nella ricerca del colpevole della morte di Antonio Jaumà, vecchio conoscente degli anni americani e manager della multinazionale Petnay, riconosce subito lo sgorbio.
<< —Biscuter...
—E l'altro:
—Osti... Lo Studente... >>
Cosí inizia la storia di una collaborazione: Carvalho lavora e Biscuter cucina, un po' come Don Quijote e Sancho Panza.
La cucina
Carvalho cucina piatti assurdi a ore assurde, bevendo quantità spaventose di vini e liquori, e chiudendo il tutto con dei sigari, a volte buoni (Lusitania Pertegaz, Montecristo), e altre volte pessimi (Rey del Mundo, Macanudo). Come tutto nella gastronomia di Carvalho: egli ama accostare alla nouvelle cuisine il peggior vino da tavola, e al piatto più semplice il bordeaux più pregiato.
Il tutto è molto carvalhiano.
Se volete provarci, Le ricette di Pepe Carvalho (Las recetas de Carvalho) è un libro di Manuel Vázquez Montalbán pubblicato in Spagna nel 1988 e, tradotto da Hado Lyria in italiano, da Feltrinelli nel 1994. E' ovvio che rappresenta un'operazioen  di basso profili marketing, un raschiamento della botte, ma alcune sono godibili!
Dopo quattordici volumi tra romanzi e raccolte di racconti aventi per protagonista l'investigatore Galiziano, lo scrittore catalano Vázquez Montalbán, gourmet come il personaggio letterario da lui creato e già autore nel 1981 di un altro libro di ricette che ha riscosso ampio consenso di pubblico - Ricette immorali -, pubblica questo curioso volume in cui sono raccolte le ricette di 120 piatti citati nei quattordici volumi precedenti della serie di Pepe Carvalho. Per ogni piatto oltre agli ingredienti e alle modalità di preparazione il volume riporta il passo del romanzo o del racconto in cui il piatto è citato.
A titolo d’esempio: La ricetta della Bisque di Pepe Carvalho.
Ingredienti per 6 persone: 
500 gr di gamberi  
500 gr di granchi di mare  
150 gr di gamberetti 
300 gr tra cipolle e porri 
200 gr di pomodori 
1 peperoncino 
4 spicchi d’aglio 
3 foglie di alloro 
timo e dragoncello 
100 gr farina 
1/4 di vino bianco 
1 bicchierino di cognac 
2 bicchierini di panna liquida 
fumetto di pesce.
Preparazione: 
Mettere in padella con un pochino d’olio caldo le cipolle con i porri, precedentemente tritati, poi aggiungere anche l’aglio, il peperoncino e gli odori. Lasciar soffriggere il tutto quindi aggiungere la farina e sfumare con il vino ed il cognac. Continuare a far cuocere per circa 3 minuti poi unire il pomodoro, il fumetto di pesce, i granchi, i gamberi e far cuocere tutto insieme per 30 minuti a fuoco medio. Una volta cotto spegnere il fuoco e passare la minestra al setaccio in modo da ottenere una crema che farete cuocere per altri 5 minuti aggiungendovi la panna liquida. Infine fate cuocere a parte con un filo d’olio i gamberetti, ed usateli come guarnizione insieme a del dragoncello tritato al momento di servire.
“…mangiar bene e bere ancora meglio rilassa gli sfinteri dell’anima, sconvolge i punti cardinali della cultura repressiva e prepara alla comparsa di una comunicabilità che non va sprecata…” (da Le Ricette Immorali)

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