Abduzione e gusto
Abduzione e gusto
cosa aiuta di più la mente di un detective durante un’indagine complessa,
cosa aiuta di più la mente di un detective durante un’indagine complessa,
un arancino o un bicchiere di Calvados?
(VI)
Con Salvo Montalbano, visto che c’è di mezzo la Sicilia, il discorso sul cibo bisogna
affrontarlo con ampie e “colorate”
vedute prospettiche. Dalle passioni (atavici rancori, odi e amori), passando per l’ironia,
a volte amara, s’arriva alla cucina. Se sia per la via maestra o per intricati sentieri
non è mai certo. Sono elementi presenti ovunque nel mondo di Montalbano e del
suo autore, che ci disegna una nuova trama delle emozioni in quell’isola metafora
del mondo come ebbe a definirla Leonardo Sciascia.
La passione per la cucina in Montalbano, a maggior
ragione, è espressione della storia e della cultura siciliana: i cibi sono
tutti in linea con la tradizione popolare. In questi il cibo ha (o esprime coi suoi
sapori) valenze affettive molto forti.
In genere sinonimo di privazioni storiche, ma anche materializzazione
dell’amore, nella fattispecie materno, che nel cibo trova il suo prolungamento.
Montalbano è spesso da solo, mangia da solo e se c’è qualcuno non parla: lui dialoga
col cibo, un dialogo intimo. Nel cibo trova pace, riflessioni di background,
speranza di poter cambiare quella brutta realtà
che affronta nel quotidiani, di una ricomposizione con le cose, con il mondo,
con sé stesso. E’ un profondo rapporto intimo. Cibo come legame alla vita, ad una terra, ad una cultura,
espressione di una affettività che trova nella visceralità della ingestione del
cibo il proprio rituale di continuità, forse con la memoria o con il semplice
piacere di gustare la vita in un sol boccone.
In tutti i libri in cui è protagonista Montalbano, la cucina, siciliana,
acquista un ruolo rilevante (grazie anche ai due personaggi di Adelina, la cameriera (madre
culinaria), e di Calogero, proprietario della trattoria omonima
(l’espressione culturale, appunto), perché il commissario è un buongustaio, ma
anche perché solo. Affettività, spesso convivialità, passionalità,
comunicazione.
Riassaporiamo alcuni significativi passaggi tratti da alcuni libri di Camilleri, proponendovi nello stesso tempo una piccola raccolta di ricette di cucina siciliana.
Dal Cane di terracotta: <<...nel
forno troneggiava una teglia con quattro porzioni di pasta 'ncasciata, piatto
degno dell’ Olimpo, se ne mangiò due porzioni" (pag.120);
"...Montalbano trovò pronto in frigo il sugo di seppie, stretto e nero,
come piaceva a lui. C'era o no sospetto d’origano ? L'odorò a lungo, prima di
metterlo a scaldare..." (pag. 143), "Che mi hai accattato? Ci faccio
la pasta con le sardi e pi secunnu purpi alla carrettiera”. >> (pag.
234).
Da La gita a Tindari: <<
“Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina (*) ! Sciavuròsa, colorita,
abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro
pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il
pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali,
spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida.
Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della
verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata
all’aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e
s'assittò.” >> (pag. 219).
Da Il ladro di merendine: << “Perché non resta a mangiare con me ? Montalbano si sentì impallidire
lo stomaco. La signora Clementina era buona e cara, ma doveva nutrirsi a
semolino e a patate bollite. Veramente avrei tanto da... Pina, la cammarera, è
un’ottima cuoca, mi creda. Oggi ha preparato pasta alla Norma , sa, quella con
le milinzane fritte e la ricotta salata. Gesù ! Fece Montalbano assettandosi. ….”>> (pag. 62)
Da Gli arancini di Montalbano: <<
“Gesù, gli arancini di Adelina ! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo
che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci
metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta:
Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali
che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano,
prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si prìpara …” >> (pag, 329).
Provate a raccontarle in italiano! Non sentireste i sapori che trasmettono!
Le potete trovare tutte, con tante altre, sul sito dei fans di Camilleri,
da cui ho tratto utili spunti: http://www.vigata.org/cucina/ricette.shtml
(*) Ricetta della caponatina (Scusate se non metto quella degli arancini, ma ci vorrebbero tre pagine!)
Ingredienti
4 grandi melanzane tonde
150 g di olive verdi denocciolate
90 g di capperi sottosale
30 g di uvetta
30 g di pinoli
4 dl di salsa di pomodoro
1 dl di aceto
50-80 g di zucchero (dipende dal
tipo di aceto)
1 cipolla
2 coste di sedano
basilico
3 cucchiai di mandorle
pangrattato
olio
sale
Procedimento
Tagliate le
melanzane a cubetti e friggeteli in una padella colma d’olio ben caldo,
sgocciolateli con la paletta bucata e asciugateli su carta assorbente da
cucina. In un tegamino con il doppio fondo fate caramellare la cipolla tagliata
ad anelli sottilissimi con 40 grammi di zucchero. In un pentolino fate scaldare
la salsa di pomodoro poi unite l’aceto e il restante zucchero. Sbollentate il
sedano e tagliatelo a pezzetti. Sbollentate le olive e tagliuzzatele. Fate
ammorbidire l’uvetta in poca acqua calda. Lavate i capperi in una ciotola di
acqua e aceto. In una larga padella fate scaldare due cucchiai d’olio e fatevi
dorare il sedano con la cipolla caramellata, aggiungete i capperi, le olive, le
uvette strizzate, i pinoli e, dopo alcuni minuti, la salsa di pomodoro, il
basilico spezzettato a mano, la dadolata di melanzane e fate sobbollire per 15 minuti.
Regolate il sale e lo zucchero. Ritirate e trasferite la caponata sul piatto da
portata. In un padellino scaldate un filo d’olio, aggiungete il pangrattato,
fatelo dorare e poi cospargetelo sulla caponata, completate con le mandorle
pelate, tostate e tritate e lasciate raffreddare prima di servire a tavola.
Nessun commento:
Posta un commento