Rubrica letteraria
Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 66
L'occhio di
Osiride
Richard
Austin Freeman
Polillo
editore
Un tuffo nel passato
Un romanzo deliziosamente
vintage. Anche se riportato a nuovo splendore grazie ad una nuova traduzione
integrale, mantiene un sapore antico. Devo ammettere che, lettura fatta da
ragazzo in un Giallo Economico Mondadori (trovato in una busta a sorpresa), l'intreccio
giallo lo conoscevo. Interessante, ma la soluzione, allora come ora, è
facilmente intuibile).
Un po' di trama. Appena rientrato
a Londra da Parigi, John Bellingham, noto egittologo inglese, lascia la valigia
al deposito bagagli della stazione di Charing Cross e si reca a casa del cugino
George Hurst, che sarà di ritorno tra mezz’ora. Nell’attesa, il professore si
accomoda nello studio, ma quando il padrone di casa rientra non trova anima
viva. La cameriera, che per tutto il tempo era rimasta in una stanza da dove
poteva controllare le porte, giura che nessuno è uscito di casa. Ingredienti: sparizione, misteri esotici e camera
chiusa!
Toccherà a John Thorndyke, il
grande “investigatore scientifico” creato dalla penna di Richard Austin
Freeman, trovare la soluzione in questo celebre (un po' sopravvalutato, per la verità)
romanzo del 1911, inserito nella lista delle pietre miliari del giallo
compilata da Howard Haycraft ed Ellery Queen.
Freeman ha ben altri e più importanti
meriti. E' l'inventore (col racconto The Singing Bone - 1912) della "inverted
story", la tecnica narrativa poi resa famosa dal Tenente Colombo. In esso i
lettori, sconvolti e affascinati, sono per la prima volta testimoni del delitto:
l'incognita non è più l'identità dell'assassinio ma come verrà smascherato. La tv
non era ancora stata inventata.
Voto ***1/2/5
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