La Matematica dei gialli
ovvero
formule grondanti sangue
Appendice - parte III
Lancelot Priestley e altri
Poe è il precursore
del genere giallo. L'investigatore Auguste Dupin, è il
padre putativo di Sherlock Holmes e nonno (o capostipite) di una lunga e ricca
serie di detectives che basano le loro indagini sul ragionamento, sulla logica e sul metodo matematico. L'elenco
potrebbe annoiarci per pagine.
Alla fine
dell'800 e nel primo ventennio del '900 il culto del detective ragionatore,
capace di districare con la logica ogni problema, raggiunge talora livelli
esagerati. Colpa dell'industrializzazione d del progresso scientifico.
Emblematico
è il caso del professor Augustus Vari Dusen, protagonista di una serie di
racconti e romanzi di Jacques Futrelle. Dalla lettura delle sue imprese,
apprendiamo che, oltre ad aver ottenuto una serie pressoché interminabile di
titoli e riconoscimenti accademici, il professore si è meritato il soprannome
di Macchina Pensante "in seguito alla strabiliante prova da lui data
nel corso di un torneo di scacchi, quando aveva dimostrato che, grazie alla
forza della logica, una persona totalmente digiuna di quel gioco era in grado
di sconfiggere un campione che aveva dedicato tutta la sua vita a studiarlo".
Il metodo del professore consiste nell'impostare e considerare ogni problema
come se si trattasse di un'equazione matematica. In questo modo riesce, ad
esempio nel racconto Il problema della cella n. 13 (The problem of
cell 13), pubblicato nel 1905 e recentemente ristampato anche in Italia, ad
evadere brillantemente da quello che oggi chiameremmo un carcere di massima
sicurezza, in cui si era fatto rinchiudere per scommessa, proprio per
dimostrare di saperne scappare.
Ma c'è anche
il caso di un investigatore che è addirittura un matematico di professione
(anche se ormai ritirato a vita privata): il professor Lancelot Priestley (nel disegno sopra),
personaggio dovuto alla fantasia di John Rhode. La formazione matematica e la
conseguente capacità logica molto lo aiutano nelle indagini, anche se il contenuto matematico delle sue avventure
non appare, ahimé, particolarmente rilevante. Ad esempio, nel romanzo I delitti di
Praed Street, Priestley combatte un pericoloso e sfuggente serial killer; il
buon esito dell'indagine sembra più dovuto al caso che non alle abilità di
ragionamento dell'investigatore. Apprendiamo comunque che, durante l'inchiesta,
il professor Priestley trova anche il tempo di "scrivere un libro che
doveva accrescere ulteriormente la sua fama di scienziato" e cioè
un'improbabile monografia su "Aspetti del pensiero Moderno",
nella quale "l'illustre autore, con la stringente logica che gli era
abituale, apriva larghe falle nella maggior parte delle meschine teorie della
scienza ortodossa": del contenuto, però, di questi nuovi geniali
orizzonti il romanzo non fa cenni significativi.
Ma, al di là degli eccessi ora descritti, dobbiamo
prendere atto che un gran numero di polizieschi (e relativi protagonisti)
privilegia lo sviluppo logico della storia ed un'indagine basata sulla finezza
e sul ragionamento. Ad esempio in Morto
che parla Nero Wolfe afferma che bisogna indagare basandosi sulla "intelligenza
guidata dall'esperienza". Un modo per ricordare suo fido assistente
Archie Goodwin che alla fine, anche se lui mena le mani alla fine è sempre la
testa pensante (quella di Nero) che vince! C'è da credere, visto la sua abilità negli scacchi, che sapesse anche di matematica!
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