sabato 23 agosto 2014

Il gufo giallo (70)

 

Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
 

Giudizio n. 69
Sangue blu
Pieter Aspe
Fazi
 

 

 

Volevo la suspense, volevo la gita, non ho avuto la suspense, non ho avuto la vacanza …

Confesso d’averlo preso per vincere la gita “aggratis” a Brouges. E’ il sesto romanzo del fiammingo Aspe, uscito nel 2000. Lo si nota subito.   Ci sono   passaggi nei quali una tecnologia un po’ più avanzata (ad esempio uno smartphone) avrebbe potuto risolvere qualche problema ai protagonisti.   Van In  commissario della polizia di Bruges  si inserisce (senza originalità, lo sapevo, ahimé) nel   filone degli ufficiali di polizia “ribelli” che non seguono le regole, stanno antipatici ai superiori ma  raggiungono sempre l’obiettivo. Ha beghe familiari e amicali molto pallose, per lui e per il lettore.

Il romanzo si apre con Hannelore, sua moglie, che si reca in un locale dove incontra Valentijn Heydens, il suo primo fidanzato che  l’ha contattata per motivi di lavoro. Così ha fatto capire alla donna. Le sue intenzioni,  sembrano essere diverse.   Van In si trova ad avere a che fare (in modo direi ridicolo) con la gelosia e il sospetto: finisce per precipitare in una seria crisi coniugale e commette qualche errore.

Coinvolti nell’investigazione di Van In,  c’è (nientepopòdimenoche)   il re del Belgio,   che si rivela un uomo simpatico e molto alla mano. Dalla sua presenza, e dalla sua sospettata parentela illegittima con uno dei personaggi, viene il titolo del romanzo: appunto, Sangue blu.
Già questo dovrebbe tener lontano i lettori! Ma c’è di peggio.

A un centinaio abbondante di pagine dalla fine, l’autore  svela al lettore chi è il colpevole. E’ il personaggio che tale si era inteso fin dall’inizio.  L’autore è passato improvvido a una inverted story,   permette  al lettore di essere un passo avanti rispetto a Van In ma anziché aumentare la suspense la riduce a mera descrizione.   La tensione dell’attesa di qualcosa che l’assassino   ha intenzione di fare. Riuscirà la polizia ad anticiparlo, o avverrà una tragedia irreparabile: che oscuro dilemma! Qui che il giallo vorrebbe diventare thriller psicologico, ma cercare di comprendere i processi mentali malati non interesserebbe neppure a un vecchia infermiera dell’ospedale di San Salvi.

Un romanzo insomma poco godibile, inverosimile, fastidioso e involontariamente ridicolo. Ambientato in una Bruges che  l’autore vorrebbe rendere meravigliosa, ma che diventa solo descrizione toponomastica. Conosco la città, leggermente decadente e forse per questo ancora più affascinante. Aspe la massacra!!

Mi auguro che i romanzi di questo autore (ne ha firmati, per il momento, 32) non continuino ad essere pubblicati   in Italia con l’esca del viaggio premio in Belgio, a beneficio e danno dei molti che, di bocca buona, non sono in grado di distinguere il grano dal loglio. Pessimo

Voto **/5

 

 

Nessun commento:

Posta un commento