“They Wont Believe Me” ( Nessuno mi crederà)
di Irving
Pichel
con Robert Young, Susan Hayward, Jane Greer
Alla fine uno
smisurato senso di colpa
Un
personaggio amorale su cui le colpe, anche per superficialità, scivolano
addosso come acqua fresca finché … Un
po’ di trama.
Larry
Ballentine (Young) ha molte colpe da rimproverarsi (infedeltà coniugale, falsa
testimonianza, occultamento di cadavere), ma non l'omicidio di cui viene
imputato.
In
tribunale racconta (la regia gioca molto, e con convincente abilità, col flashback)
un'incredibile storia che comprende una moglie suicida (Johnson) e un'amante
(Hayward) morta carbonizzata in un tragico incidente d'auto.
Larry,
agente di cambio, ha sposato una donna ricca che però non ha mai amato. Da
tempo l'uomo ha una relazione con una giornalista. La moglie, che intende fargli
troncare la relazione, pensa di aver convinto il marito a partire con lei per
Los Angeles. Ma Larry fugge con Vera, l’amante. Nel corso della fuga, lei muore
in un incidente stradale. Dal momento che la moglie è scomparsa, Larry
fa credere a tutti che sia lei la vittima dell'incidente. Mal gliene incoglie.
Curioso
giallo/noir che si colloca tra il mistery e il giudiziario, dai critici sottovalutato e,
a suo tempo non gradito dal pubblico per via della fine poco happy. La recitazione
di Young è di ottimo livello: viscido, ambiguo e, via via che narra, sempre più
sconvolto da se stesso. Alla fine si convince che nessuno lo crederà.
La
fotografia è “in chiaro”, l’espressionismo tedesco non influisce né condiziona.
Questo nuoce al clima tant’è che a volte si resta spiazzati: sembra di assistere ad una commedia.
Scritto
da Johann Latimer da una storia di Gordon McDonell che fornì a Hitchcock l’idea
per il soggetto (con ben altri esiti) di L'ombra del dubbio.
Voto
***/5
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