Giallo Natale
(05)
Quando Babbo Natale si fece aiutare
Era
in ritardo, terribilmente in ritardo. Le brache rosse non gli erano entrate e
l'elfo Geppino, bravo a cucire, ma lento aveva dovuto fargli una giunta di
dietro. "Questo succede a mangiar
troppi avanzi di pasticceria!", pensò leccandosi i baffi che ancora
emanavano un leggero sentore di mandorla, dolce naturalmente!
Nel
mentre che incitava le renne a quattrocento piedi da terra, gli si affiancò uno
strano essere: un giovanottone dall'aria un po' tonta vestito in modo ridicolo.
La calzamaglia blu gli sembrò leggerina e di sintetico e il mantello rosso
svolazzava dappertutto senza parargli il freddo. E poi era a capo scoperto,
l'incosciente. "Sorride come un
bischero!", pensò, ma prevalsero le sue secolari buone maniere.
«
Chi saresti tu, ragazzo, che sei capace di volteggiare nel cielo? Hai un razzo
sulla schiena? ».
Il
giovine sorrise.
«
Mi chiamo Nembo, Nembo Kid... anche se ormai i giornalisti scrivono di
Superman: vedi la "S" sul petto! Volo perché son dotato di superpoteri: sono un
alieno ».
Fece
una giravolta con doppio loop. "A me
sembra un alienato!" Pensò Santa Claus, ma tacque con espressione da
poker. L'altro riprese.
«
Hai visto che piroette! Ero qui a riposarmi sai oggi ho sventato tre rapine, ho
sostenuto un ponte che crollava finché non l'hanno sgombrato, ho rimesso sui
binari un treno che deragliava, ho fatto atterrare un Boeing 787 , ho ... ».
«
Eh, basta, non ti gloriare tanto, pensa a me che devo fare il giro del mondo a
portar regali: altro che riposarmi ... »
Lo
scrutò da capo a piedi. "Ho capito
chi sei, quel giornalista precario, che ama travestirsi per mantenersi in
incognito ... se ti piacciono le grandi imprese, ti condisco io!",
pensò il vecchio senza far commenti. Cominciò invece a buttare l'amo.
«
... e son vecchio... mi ci vorrebbe un aiutino, mi ci vorrebbe, e tu ... ».
Nembo
fece un'altra capriola sbarazzina nell'aria.
«
Io, che ? ».
«
Ti vedo esuberante, dai aiutami. Ti regalo un pupazzo di Ken il guerriero,
l'eroe della scuola di arti marziali, la
"Divina Scuola di Hokuto ... ».
Il
giovanottone soppesò l'allettante offerta.
«
Che dovrei fare? ».
«
Facile, per uno come te. Tirare le renne per la cavezza. vanno troppo lente e
sono in ritardo. Poi mi aiuti, un po' alla volta, a scaricare... ».
Babbo
Natale s'era bloccato, incerto riprese.
«
Ci sarebbe ... un'altra cosina, ci sarebbe ».
«Dilla
».
«
Vedi, ho messo su pancia; se si trova un comignolo, o due, troppo stretti
dovresti infilarci tu ... tanto per guadagnare tempo ».
Fu
così che Babbo Natale ce la fece anche quella volta: tornò in Lapponia
contento. Nembo invece uscì malridotto
dalla dura corvè, i comignoli erano tutti striminziti, gli s'era strappato il
mantello e poi l'aveva anche perso. La fuliggine l'aveva tinto di nero da capo a piedi. "Sembro Diabolik e qui, ad aspettarmi,
un'Eva non c'è!", si disse, guardandosi sconsolato allo specchio prima
di una doccia da fare insieme a Ken, ormai pupazzo di spazzacamino.
(05-segue)
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