lunedì 15 dicembre 2014

Giallo Natale (05)


Giallo Natale
(05)


Quando Babbo Natale si fece aiutare
Era in ritardo, terribilmente in ritardo. Le brache rosse non gli erano entrate e l'elfo Geppino, bravo a cucire, ma lento aveva dovuto fargli una giunta di dietro. "Questo succede a mangiar troppi avanzi di pasticceria!", pensò leccandosi i baffi che ancora emanavano un leggero sentore di mandorla, dolce naturalmente!
Nel mentre che incitava le renne a quattrocento piedi da terra, gli si affiancò uno strano essere: un giovanottone dall'aria un po' tonta vestito in modo ridicolo. La calzamaglia blu gli sembrò leggerina e di sintetico e il mantello rosso svolazzava dappertutto senza parargli il freddo. E poi era a capo scoperto, l'incosciente. "Sorride come un bischero!", pensò, ma prevalsero le sue secolari buone maniere.
« Chi saresti tu, ragazzo, che sei capace di volteggiare nel cielo? Hai un razzo sulla schiena? ».


Il giovine sorrise.
« Mi chiamo Nembo, Nembo Kid... anche se ormai i giornalisti scrivono di Superman: vedi la "S" sul petto!  Volo perché son dotato di superpoteri: sono un alieno ».
Fece una giravolta con doppio loop. "A me sembra un alienato!" Pensò Santa Claus, ma tacque con espressione da poker. L'altro riprese.
« Hai visto che piroette! Ero qui a riposarmi sai oggi ho sventato tre rapine, ho sostenuto un ponte che crollava finché non l'hanno sgombrato, ho rimesso sui binari un treno che deragliava, ho fatto atterrare un Boeing 787 , ho ... ».
« Eh, basta, non ti gloriare tanto, pensa a me che devo fare il giro del mondo a portar regali: altro che riposarmi ... »
Lo scrutò da capo a piedi. "Ho capito chi sei, quel giornalista precario, che ama travestirsi per mantenersi in incognito ... se ti piacciono le grandi imprese, ti condisco io!", pensò il vecchio senza far commenti. Cominciò invece a buttare l'amo.
« ... e son vecchio... mi ci vorrebbe un aiutino, mi ci vorrebbe, e tu ... ».
Nembo fece un'altra capriola sbarazzina nell'aria.
« Io, che ? ».
« Ti vedo esuberante, dai aiutami. Ti regalo un pupazzo di Ken il guerriero, l'eroe della  scuola di arti marziali, la "Divina Scuola di Hokuto ... ».
Il giovanottone soppesò l'allettante offerta.
« Che dovrei fare? ».
« Facile, per uno come te. Tirare le renne per la cavezza. vanno troppo lente e sono in ritardo. Poi mi aiuti, un po' alla volta, a scaricare... ».
Babbo Natale s'era bloccato, incerto riprese.
« Ci sarebbe ... un'altra cosina, ci sarebbe ».
«Dilla ».
« Vedi, ho messo su pancia; se si trova un comignolo, o due, troppo stretti dovresti infilarci tu ... tanto per guadagnare tempo ».
Fu così che Babbo Natale ce la fece anche quella volta: tornò in Lapponia contento. Nembo invece   uscì malridotto dalla dura corvè, i comignoli erano tutti striminziti, gli s'era strappato il mantello e poi l'aveva anche perso. La fuliggine  l'aveva tinto di nero da capo a piedi. "Sembro Diabolik e qui, ad aspettarmi, un'Eva non c'è!", si disse, guardandosi sconsolato allo specchio prima di una doccia da fare insieme a Ken, ormai pupazzo di spazzacamino.

(05-segue)

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