martedì 16 dicembre 2014

Giallo Natale (06)

Giallo Natale (06)


Babbo Natale: un mestiere pericoloso!
Aspettavo, inquieta, seduta sul tappeto, davanti al caminetto ormai tiepido. Mi divertiva, stando al buio, scovolare la cenere per far brilluccicare i tizzoni. Le faville schizzavano come razzi e poi, planando, sembravano lucciole con l’infiammazione! Sentii un passo incerto: procedeva in punta di piedi. Quando mi vide si bloccò:
« Oh  te! Che ci fai costì? ».
Non mi voltai nemmeno, tanto lo sapevo che era lui.
« Me l’hai portato?».
 Balbettò confuso.
« ...ato? E’ una sorpresa; torna a letto che lo vedi domani ».
Ravvivai un altro piccolo tizzone, poi … 
« Io… a letto ci torno solo se me l’hai portato! ».
Tossì nervosamente. Silenzio, poi bramì: sì, come una vecchia renna raffreddata.
Era imbarazzato.
« … se ti ho portato … ? ». 
Cercava di capire: che stronzo! Non riusciva neppure a far finta! Lo incalzai, sono brava a fare pressing: ossessiva. Me l’ha detto anche la maestra.
« Lo sai! Ci ho messo due francobolli speciali sulla lettera: prioritari! Lo sai che vuol dire prioritari, vero? … Lo sai, non ci credo che non l’hai ricevuta! ».
Fischiò o bofonchiò? Non saprei: forse si svuotava come una vecchia vescica. Di certo capii solo che stava ansimando, mentre frugava nel sacco.
« Per te ho la casa di Barbie! Con un sacco di mobiletti …».
Non mi voltai, ero troppo arrabbiata.
« Una stupida bambola! Io … ti avevo … chiesto un’altra cosa!... Lo sai! ».
Non lo sapeva? No! Peggio: forse, non aveva voluto portarmi il “mio regalo”!
« Che ho fatto di brutto, che non me l’hai portato? ».
Sentii il freddo che mi attanagliava. Il gelo della Lapponia aveva invaso il salotto?
« No, no, figuriamoci: sei stata brava! Bravissima! ».
Si piegò verso di me cercando di rimediare:
« Se non ti piace Barbie... avrei la borsetta radio Smoby, delle Winx… guarda ci puoi anche sentire tutte le canzoncine! ». 
Mi proponeva il regalo di Katia, quella stronzetta del terzo piano che usciva vestita da rap. A me, che odio le Winx! Questa volta mi girai di scatto e, con uno “swing” da  European Tour, lo colpii con l’attizzatoio. Cadendo urtò il bordo del caminetto. Lo spigolo di marmo gli spaccò la tempia. Un rivolo di sangue scese lentamente, rigandogli la gota.
Lo portarono via con la sirena e le luci spente. “Per non svegliare i piccini, già tesi per i regali ...”. Mentre la mamma, coi vicini, compiangeva il povero ragionier Peretti “Poverino inciampare così! Si presta  tanto per far divertire i bambini”, il mio babbo, per completare la coltre di nebbia sull'accaduto, mi rimise a letto.
« Non ti preoccupare, Babbo Natale non si è fatto niente! E … ti ha anche lasciato un bel regalo ».
Babbo è buono, pieno di paterna omertà, ma non capisce le mie esigenze. Come “non ti preoccupare”?. Lo guardai cupa, ma tacqui. 

Ero preoccupata e parecchio: pensavo a chi mi avrebbe potuto regalare Tago12 gleider, il pallone degli europei con la firma di Ballotelli e di tutti gli altri che aspettavo da due anni.
 

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